MATERIE PRIME

Investimento Stellantis in Argentina garantirà 15.000 tonnellate di litio annue

Il gruppo diretto da Carlos Tavares tramite consociata sudamericana investe $90 milioni nel capitale di Argentina Lithium, società con progetti di estrazione nel cosiddetto Triangolo del litio

Continua il valzer di accordi e investimenti che i gruppi dell’auto effettuano nella filiera delle batterie, per assicurare la solidità della catena di approvvigionamento del “cuore” dell’auto elettrica: l’ultima novità ha a che fare con Stellantis.

Il gruppo euro-americano ha infatti investito $90 milioni per l’acquisto del 19,9% del pacchetto azionario di Argentina Lithium & Energy, con un accordo che avrà come effetto concreto la fornitura di 15.000 tonnellate di litio all’anno.

È quanto si legge in una nota della società argentina, a sua volta appartenente alla holding canadese del settore estrattivo Grosso Group. L’investimento, precisa la nota, verrà effettuato attraverso la controllata Peugeot-Citroen Argentina S.A.

Il presidente e amministratore delegato di Argentina Lithium, Nikolaos Cacos, ha dichiarato nella nota la sua soddisfazione per avere Stellantis come partner nello sviluppo futuro dei progetti aziendali sul litio in Argentina. Secondo quanto rivelano i partner Argentina Lithium e Stellantis stipuleranno un accordo per l’acquisto fino a 15.000 tonnellate all’anno di litio per un periodo di sette anni.

Ma non tutto quello che circonda la filiera delle materie prime che sono indispensabili alle celle agli ioni di litio va necessariamente liscio e per un accordo in Argentina che è da festeggiare un altro nel Regno Unito e che riguarda in parte anche Stellantis solo ieri è arrivato al capolinea.

Si tratta di un business da $1 miliardo proposto da una SPAC, la società-veicolo ACG Acquisition Co. che è stato risolto in seguito ai ritardi dovuti al tira e molla tra le diverse parti e che non ha portato alla chiusura che era attesa.

La società quotata a Londra aveva pianificato di acquistare una miniera di nichel e una miniera di rame (entrambe in Brasile) da Appian Capital, scommettendo sulla crescente domanda di metalli necessari per la transizione energetica green globale.

Lo scorso giugno si erano affacciate su questa opportunità sia il colosso svizzero delle materie prime e del trading Glencore (come principale investitore) sia Stellantis e la divisione delle batterie di Volkswagen, PowerCo. Entro agosto, si riteneva, i partner avrebbero dovuto trasformare il memorandum sottoscritto in contratto.

A rendere più guardinghi gli investitori ci sono diversi fattori: anzitutto i dati economici deboli di molti paesi che sono grandi mercati dell’auto elettrica, dalla Germania fino alla Cina, che è il più grande consumatore di metalli del mondo.

Questo sentiment ha influenzato anche i prezzi delle materie prime: se il barile di petrolio continua a salire per i giri di vite alla produzione di Arabia Saudita e Russia, niente di simile riguarda i metalli, coi prezzi del nichel crollati del 37% da inizio 2023 e il rame sceso del 2%.

Secondo gli addetti ai lavori la convinzione che i prezzi delle materie prime nell’immediato futuro non renderanno indispensabile avere una fornitura certa di nichel e rame a qualsiasi costo ha portato a considerare con più circospezione i termini della proposta economica della SPAC britannica, e a ritenere che il gioco non valesse la candela.

I progetti di estrazione del nuovo partner Stellantis sono collocati nel “Triangolo del litio” sudamericano (credito foto: sito web Argentina Lithium)

Credito foto di apertura: ufficio stampa Rio Tinto