ECONOMIA CIRCOLARE

I piani di Glencore e Li-Cycle per il riciclo a Portovesme

Le batterie trattate dai poli di raccolta di cui Li-Cycle disporrà in Francia, Germania e Norvegia saranno la risorsa per l’impianto sardo oggi in crisi che sfornerà materie prime per nuove celle

Uno degli ultimi esempi di grande manifattura industriale italiana, quella che riguarda Portovesme ed il Sulcis, nel recente passato è stata tra quelle più messe alle corde: la produzione di zinco e piombo è infatti particolarmente esposta ai problemi creati nei mesi scorsi dai picchi dei costi energetici, che hanno portato a fermate temporanee ma prolungate e a timori sul futuro delle fabbriche.

Poco prima del giorno del primo maggio, triste ironia, è stata comunicato a chi era impegnato nel polo produttivo di San Gavino, non molto distante da Portovesme, la chiusura definitiva, con conseguenze raggelanti sulle prospettive professionali di un centinaio di addetti, tra assunti, interinali ed indotto.

Di fronte a questo segnale negativo, il 1 maggio scorso in una intervista all’Unione Sarda l’amministratore delegato di Portovesme S.r.l. Davide Garofalo sottolineava che questa chiusura non sarebbe stata un preludio a un addio definitivo all’isola da parte dell’impresa controllata dal chiacchierato gruppo elvetico Glencore.

Garofalo anzi anticipava al Sole 24 Ore di un progetto-pilota con un investimento da €5 milioni che prevederà a Portovesme una linea di lisciviazione, simile a quella utilizzata per lo zinco, dedicata al trattamento della massa nera delle celle delle batterie a fine vita o difettose per ricavarne litio e altri metalli come nichel, cobalto e manganese.

Facendo seguito a quell’anticipazione, il gruppo minerario Glencore e lo specialista canadese del riciclo delle batterie Li-Cycle hanno confermato con una nota congiunta che al progetto-pilota intendono far seguire un piano per costruire la più grande fabbrica europea di riciclo delle batterie proprio sull’isola del Mediterraneo.

La decisione definitiva in merito dovrebbe essere presa il prossimo anno e prevedrà l’utilizzo di risorse dei partner, ma è anche in fase di valutazione il ricorso a investimenti legati a Just transition fund e al Pnrr.

A tal fine il complesso di Portovesme, che esiste dal 1929, deve essere modernizzato in modo che il nichel, il cobalto e il litio delle batterie riciclate possano essere trasformati lì in nuovi materiali per batterie. Entrambe le società parteciperanno a uno studio di fattibilità, che dovrebbe essere completato a metà del 2024.

Grazie ai sistemi Glencore esistenti in loco, dovrebbe essere possibile una rapida implementazione, secondo le due società. Quello di Portovesme dovrebbe essere un impianto gestito da una joint venture paritaria tra le due società, che sono diventate partner commerciali dal maggio 2022.

Li-Cycle segue una strategia di riciclo hub and spoke: la massa nera contente metalli come nichel, cobalto e litio è prodotta nei secondi, mentre i primi sono destinati a lavorarla per produrre materiali essenziali alle batterie.

Un ruolo che spetterebbe quindi alla fabbrica sarda, con compito analogo a quello che riveste il primo hub aperto dal gruppo del riciclo e che si trova a Rochester, nel nord dello stato di New York (N.d.A. a quest’impianto si riferisce la foto aerea di apertura).

In caso di una decisione finale positiva sull’investimento, l’impianto di riciclo delle batterie potrebbe essere operativo alla fine del 2026 o all’inizio del 2027, trattando da 50.000 a 70.000 tonnellate di black mass all’anno, sufficienti per un massimo di 36 GWh di nuove batterie agli ioni di litio. Per chi non fosse pratico, quella cifra equivale quasi all’attuale capacità della Gigafactory di Tesla e Panasonic attiva in Nevada.

Le aziende affermano che lo stabilimento in Sardegna sarà “probabilmente il più grande produttore di batterie sostenibili in Europa”. A Portovesme verrà utilizzata la tecnologia idro-metallurgica (meno energivora dei sistemi piro-metallurgici) di Li-Cycle per estrarre dalla massa nera i singoli materiali. La comunicazione non menziona da dove dovrebbe provenire la messa nera per la lavorazione in Sardegna.

Li-Cycle aveva precedentemente già annunciato l’apertura di tre siti spoke in Europa: in Norvegia progettato per 10.000 tonnellate all’anno, in Germania annunciato questa primavera fino a 30.000 tonnellate e in Francia, anch’esso annunciato, dovrebbe entrare in funzione nel 2024 con 10.000 tonnellate, ma sarà successivamente ampliato fino a 25.000 tonnellate.

(credito immagine: slide da presentazione Li-Cycle agli investitori)

A lungo termine, come ha indicato in una sua presentazione agli investitori dello scorso marzo, per il 2030 si prevede che nelle aree dove Li-Cycle ha tre impianti già in costruzione in Nord Europa i numeri di materiale da riciclare arriveranno a 306.000 tonnellate da Francia e Germania e 98.000 dalla Norvegia.

Quantità che fanno ritenere che i partner possano utilizzare praticamente al massimo l’hub di Portovesme senza incontrare alcun problema di sovra-capacità e che ci sia anzi spazio per un suo ulteriore potenziamento a lungo termine.

“Siamo entusiasti di espandere la nostra partnership strategica globale con Glencore e di sfruttare la nostra esperienza con l’hub di Rochester per supportare la rapida crescita dell’ecosistema delle batterie agli ioni di litio in modo rispettoso dell’ambiente”, ha affermato nella nota Tim Johnston, co-fondatore e amministratore delegato di Li-Cycle.

“La creazione di un hub attraverso il riutilizzo del nostro sito di Portovesme, che potrebbe diventare il primo sito di produzione di litio per batterie di Glencore, ci consentirà di chiudere il cerchio per i nostri clienti europei OEM e Gigafactory in tutti gli aspetti della catena di fornitura”, afferma Kunal Sinha, Responsabile globale del riciclo presso il gruppo Glencore.

“Ridurrà i tempi di consegna, ridurrà le emissioni riducendo al minimo le rotte di trasporto e sosterrà le ambizioni dell’Italia e dell’Europa di essere leader globali nell’economia circolare”, ha concluso il manager.

Credito foto di apertura: slide da presentazione Li-Cycle agli investitori