DUE RUOTE

1,7 milioni di bici vendute nel 2022 in Italia, «e-bike» a +14%

I dati di Confindustria ANCMA capovolgono il quadro del gradimento nazionale verso l’elettrico: se nelle auto è arretrato, nelle bici piace e in un mercato calato del 10% il settore vende 337.000 pezzi

Dopo due anni consecutivi di boom il mercato bici in Italia nel 2022 ha avuto un rallentamento fisiologico se si guarda alle cifre totali, un effetto che l’associazione di settore Confindustria ANCMA definisce “l’altra faccia della medaglia degli incentivi, quella che non porta effetti e benefici strutturali”.

Si sono risentiti anche nelle due ruote i problemi di approvvigionamento, aumento dei costi, mancanza di prodotto e incertezze legate al contesto geopolitico globale, a spiegare un calo del 10% sull’anno precedente.

Ma le cifre presentate a Milano dall’associazione descrivono anche un’Italia che continua a scegliere la bici e in cui il mercato di vuole montare in sella non è affatto crollato: sono infatti state 1.772.000 le biciclette complessivamente vendute nel 2022.

Al contrario di quanto avvenuto nel mercato 2022 a quattro ruote, in Italia non sembra esserci una allergia diffusa del pubblico verso quanto è elettrico nelle bici. Infatti sono state proprio le e-bike il comparto che nel 2022 ha dimostrato più vivacità registrando, grazie a 337.000 vendute, un positivo +14% (e +72% se si confronta col 2019), mentre le bici muscolari hanno fatto registrare 1.435.000 acquisti, calando del 15%.

A crescere è invece stato il volume d’affari generato dai negozi specializzati (nei quali si è concentrato oltre il 68% degli acquisti), così come nella grande distribuzione e nelle vendite online, che insieme hanno raggiunto il valore di €3,2 miliardi, pari a un +18% rispetto al 2021 (e +52% rispetto al 2019).

L’analisi della tipologia di bici vendute conferma il successo di alcune delle ultime tendenze. Nel perimetro della pedalata assistita il 52% di biciclette sono infatti e-city, il 43% le e-mtb, il 4% e-corsa/gravel, mentre le cargo bike non riscuotono ancora l’interesse di altri mercati e dichiarano un 1% di quota.

Le e-bike vendute nel 2022 rappresentano già il 19% del totale nel mercato bici complessivo, nel quale il 29% è composto da mountain bike, il 26% sono invece city-trekking, il 15% quelle da ragazzo, l’8% corsa-gravel e il 2% quelle pieghevoli.

Il presidente di ANCMA Paolo Magri, commentando i dati, ha sottolineato l’importanza del ruolo che le due ruote a pedale hanno oggi conquistato nella mobilità e nello sport e avanzato un’istanza: “riteniamo che sia giunto il tempo di passare dagli incentivi all’acquisto a quelli all’utilizzo; come associazione chiediamo, sulla scorta della recente indicazione del Parlamento europeo, di abbassare l’aliquota IVA sulle bici e sui prodotti della filiera: un intervento che, insieme alla promozione della cultura della bici, può attivare processi virtuosi ben più strutturali ed efficaci degli incentivi all’acquisto”.

Anche gli indicatori industriali del comparto seguono l’andamento del mercato: segno più per la produzione italiana di e-bike, che sale del 10% rispetto all’anno precedente a seguito dell’aumento della domanda interna mentre, con 2.385.000 pezzi, è scesa del 18% la produzione nazionale di biciclette muscolari. Numeri che confermano tuttavia il primato dell’industria italiana del ciclo nel panorama europeo.

È, infine, sulla lettura della bilancia commerciale del settore, ovvero il conto che registra le esportazioni e le importazioni, che pesano maggiormente gli effetti di fattori quali la difficoltà nella catena di approvvigionamento e l’aumento del costo delle materie prime. Sebbene si registri una naturale diminuzione del 20% di export di bici muscolari e del 14% di import, il 2022 è infatti contraddistinto da un aumento generale dei valori di queste voci, soprattutto per quanto riguarda le importazioni di parti bici che salgono del 50% circa.

Un tema, quest’ultimo, che ha spinto ANCMA nelle ultime interlocuzioni con l’esecutivo per considerare, anche in relazione alla strategia industriale dell’UE, di sostenere processi di reshoring, ovvero di riportare la produzione in Italia e in Europa di componenti, proprio per l’importanza economica e strategica del settore ciclo e la sua potenziale crescita.

L’andamento del mercato in Italia nel 2022 è una conferma delle prospettive che si aprono per la micromobilità di più lunga tradizione: in effetti è interessante il confronto con la Germania dove sono state vendute 2,2 milioni di sole e-bike con una crescita su base annua del 10%.

Sono molte di più le due ruote elettriche vendute in questo solo mercato nazionale, di quante quattro ruote al 100% elettriche siano state vendute nell’intera Europa. La popolarità delle e-bike sul primo mercato continentale per volumi le ha portate lì in dieci soli anni da un livello che era allora di 1,3 milioni l’anno.

Secondo i dati dell’associazione di settore ZIV quello che nel 2012 con 1,3 milioni di consegne valeva €2,03 miliardi, cinque anni dopo era salito a €2,72 ed è letteralmente decollato negli ultimi tre anni arrivando nel 2022 a €7,36 miliardi, che non sono i ricavi del settore auto ma certo un settore ormai decisamente non trascurabile per saper produrre valore, e con quote ancora rilevanti in mano alla manifattura europea.

Credito foto di apertura: Xavier Lejeune/European Union 2023