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L’espansione elettrica Hyundai Motor Group in America allarma il sindacato

Con alle porte un piano di investimento per costruire una Gigafactory di auto elettriche in Georgia da annunciare durante la visita del presidente degli Stati Uniti, più che quadruplicare la manifattura nazionale di elettriche pure non basta a rassicurare

Da alcune settimane si inseguono le voci secondo cui Hyundai Motor annuncerà un investimento di $7 miliardi negli Stati Uniti (in parte suddivisi con SK On) per la creazione di una ulteriore fabbrica di batterie. Delineare questo progetto richiede che inizi la visita ufficiale di Joe Biden in Corea del Sud, tra un paio di giorni.

Nel frattempo oggi la casa automobilistica sudcoreana ha svelato un piano da 21 trilioni di won (circa $16 miliardi) per quadruplicare la sua capacità di produzione nazionale di veicoli elettrici entro fine decennio. Il piano che arriva al 2030 è un ampliamento di quelli precedenti, che in passato gli analisti non avevano ritenuto particolarmente ambiziosi, al contrario di quelli di altri gruppi auto globali.

Quello annunciato oggi, peraltro serve a precisare le caratteristiche del piano riguardante circa la metà dell’obiettivo di produrre 3,23 milioni di esemplari di veicoli elettrici a livello globale anticipato lo scorso marzo, ha affermato la società. I marchi auto aumenteranno il numero degli esemplari elettrici prodotti localmente a 1,44 milioni di unità nel 2030 da circa 350.000 per quest’anno, afferma la dichiarazione.

L’anticipo delle informazioni sulla quota di investimenti Hyundai per la base produttiva nazionale e la crescita della percentuale di elettriche nate in Corea del Sud non sembrano servire tanto a tranquillizzare gli analisti di borsa quanto il sindacato nazionale, viene da pensare.

La visita ufficiale del presidente Joe Biden secondo tutti gli osservatori viene considerata il momento perfetto per fare un annuncio sulla fabbrica dedicata ai veicoli elettrici in Georgia. Oggi il quinto maggior gruppo automobilistico globale produce modelli convenzionali nei suoi stabilimenti in Alabama e Georgia.

Lo scorso marzo durante l’Investor Day, Hyundai aveva indicato in 19,4 trilioni di won il tesoretto da destinare alla transizione all’elettrico e altri 12 trilioni destinati al software, rispetto a spese di investimento previste entro il 2030 di 95,5 trilioni.

A quanto è dato capire si trattava di cifre globali, mentre quello oggi svelato da 21 trilioni di won sarebbe solo per la base produttiva nazionale, il che farebbe pensare a una riallocazione delle risorse all’interno del piano industriale verso l’elettrico.

Nell’ambito del piano da 21 trilioni di won il gruppo che controlla i marchi Hyundai, Kia e Genesis in patria costruirà una nuova linea di produzione per produrre veicoli elettrici personalizzabili (PBV) all’interno di uno stabilimento esistente a Hwaseong, nella provincia di Gyeonggi. Produrrà 150.000 unità di tali veicoli elettrici all’anno.

È da diverso tempo che il gruppo asiatico ha rivelato il proprio interesse per le opportunità del settore che propone veicoli elettrici disegnati per usi particolari, ad esempio per lo street food oppure mezzi adatti a fornire prestazioni sanitarie.

“Per aumentare la capacità del gruppo di produrre più veicoli elettrici a livello locale, promuoveremo la costruzione di un nuovo impianto per la produzione di PBV, stabiliremo un sistema per una linea di produzione ibrida per realizzare modelli sia di veicoli elettrici che di motori a combustione ed espandere gli impianti di produzione di veicoli elettrici esistenti”, la casa automobilistica detto in una nota stampoa.

La consociata di Hyundai Motor, Kia, è forse ancora più evidentemente interessata al settore dei PBV. Come parte della sua strategia di settore Kia ha dichiarato lo scorso marzo che produrrà la mini-auto Ray da 1 litro e il modello ibrido Niro per le consegne o corse di taxi. La nuova linea di produzione di Hwaseong commercializzerà invece un veicolo di medie dimensioni costruito su piattaforma PBV chiamato ES nel 2025. La costruzione dell’impianto PBV di Kia su oltre 20.000 metri quadrati di terreno inizierà nella prima metà del 2023.

Il piano include anche l’introduzione del sistema di produzione digitalizzato e personalizzato dell’azienda a livello locale per innovare l’infrastruttura di produzione dei veicoli elettrici. Tale sistema è stato già adottato nel suo centro di ricerca e sviluppo tecnologico situato a Singapore, lo Hyundai Motor Group Innovation Center (HMGICS).

Ma il piano per i PBV e le rassicurazioni sugli investimenti non sembrano bastare a rassicurare il sindacato sulle prospettive future seguenti alla crescita dell’impronta della manifattura Hyundai in America. A medio e lungo termine la preoccupazione è che il mega piano di investimenti di Hyundai negli Stati Uniti toglierà il lavoro a Ulsan, città del sud-est sede di Hyundai Motor, riducendo i volumi degli export, proprio in una fase in cui recentemente i modelli elettrici esportati dalla Corea sono sempre meglio accolti dal pubblico degli Stati Uniti.

Peraltro i vertici sindacali non possono dire di essere stati colti di sorpresa, considerato che per la prima volta i manager della casa hanno indicato di voler investire $7,4 miliardi (entro il 2025) per l’espansione nell’area già a maggio del 2021.

Il polo produttivo di Ulsan (visibile nella foto) ha attualmente un organico di circa 32.000 dipendenti, che lavorano in cinque stabilimenti in grado di produrre un totale di 5.800 veicoli al giorno. La preoccupazione dei membri del sindacato non è solo per eventuali riduzione dei volumi dei modelli elettrici di punta del gruppo Hyundai come Kona e Ioniq 5 ma anche per le ricadute sull’indotto

Il tasso di sindacalizzazione del gruppo coreano, che è paragonabile a quelli dell’industria tedesca, ha fatto sì che siano stati previsti passi consultivi tra forza lavoro e management per grandi svolte e decisioni. Ma ieri la Federation of Korean Metal Workers’ Trade Unions ha annunciato di non essere mai stata chiamati ad esaminare una decisione che include prevedibili ricadute sulla occupazione.

In questi casi, dopo la messa al corrente dei rappresentanti dei lavoratori, alla forza lavoro spetta la possibilità di votare sull’argomento che può avere effetti sull’occupazione. Il piano, in quanto finora mai presentato al sindacato, secondo quest’ultimo è già una violazione dell’accordo tra gruppo Hyundai e rappresentanti dell’organico.

Credito grafico di apertura: ufficio stampa Hyundai Motor Group