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Sui conti della manifattura di batterie pesano i costi delle materie prime

CATL, LG Energy Solution, Gotion High-Tech hanno risentito maggiormente gli effetti dei costi delle materie prime alle stelle, mentre BYD, Samsung SDI ed SK On appaiono meno influenzati da un mercato dominato dall’offerta

Il fenomeno dell’impennata dei prezzi delle materie prime indispensabili alla manifattura, inclusa quella delle batterie, sta lanciando qualche segnale di rallentamento, forse più collegato ai severissimi lockdown imposti in Cina che a un’effettivo calo della domanda da parte dei produttori di celle, o a un vero e proprio effetto di distruzione della domanda.

Ma l’ultimo semestre è stato senza alcun dubbio l’apice finora di questa fase, e in particolare è interessante ora vedere come si sia rispecchiato nei conti dei grandi gruppi asiatici che dominano il mercato delle batterie.

La cinese CATL, leader mondiale per quota occupata nella produzione di celle che spingono i veicoli elettrici, questa settimana ha confermato di aver fatto registrare il suo più brusco calo di utili da quando il suo titolo è quotato.

Nel trimestre conclusosi il 31 marzo scorso, il calo degli utili è stato del 24% rispetto allo stesso trimestre del 2021, con una cifra conclusiva di 1,49 miliardi di yuan, equivalente a circa $226 milioni. Il margine è così sceso al 3% rispetto al 10% dell’assai meno tempestoso periodo di un anno fa.

CATL ha rivelato che nei conti del trimestre ci sono state passività dell’ordine di 1,79 miliardi di yuan collegate a derivati di cui non è stata precisata l’origine. I derivati probabilmente erano coperture sui rischi degli scostamenti dei prezzi delle materie prime, non è chiaro in quale percentuale ad esempio su litio, nichel o altri metalli.

Di certo gli input della manifattura hanno contato tantissimo nel calo degli utili mentre le uscite per dotarsene sono cresciute del 198% nel periodo, portando anche i ricavi a crescere del 153% a 48,67 miliardi di yuan, ovvero $7,36 miliardi, rispetto ai 19,17 miliardi di yuan dello stesso periodo dell’anno precedente.

Il trimestre come noto è stato quello del blocco del mercato londinese del nichel, ma non è chiaro se anche CATL abbia subito perdite proprio su questa materia prima, che ha rischiato di affondare il gruppo Tsingshan Holding, il più grande produttore globale proprio di nichel nonché di acciaio inossidabile.

Questa settimana anche Zhejiang Huayou Cobalt Co. Ltd. ha svelato nei suoi conti sensibili passività sui derivati, segnale di scommesse sbagliate in questo caso certamente sul mercato del nichel: 1,6 miliardi di yuan ($243,9 milioni) ovvero 14 volte più di quello affrontato l’anno precedente.

Anche senza problemi coi derivati, le cose nel primo trimestre non sono andate benissimo nemmeno per il diretto inseguitore di CATL: la coreana LG Energy Solution, che mercoledì ha pubblicato conti che includono ricavi per 4,34 miliardi di won e un profitto operativo di 259,9 miliardi di won. La crescita dei ricavi è stata del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2021, ma il risultato del profitto operativo rappresenta un calo del 24,1%.

Il gruppo tenta di mitigare gli effetti della crescita dei costi delle materie prime, ma nelle sue spese in conto capitale ci sono sostanziali investimenti per ampliare la capacità di produrre batterie, con 7 trilioni di won che saranno spesi nel 2022, 700 miliardi più di quanto previsto all’inizio di quest’anno.

Le rivali coreane di LG Energy Solution inviano segnali differenti. Per SK On non è semplicissimo capire i risultati separatamente dalla controllante SK Innovation, finché non sarà una società del tutto autonoma.

Infatti SK Innovation è un conglomerato che include raffinazione e vendita di petrolio, settore particolarmente favorevole in questa fase che ha portato a un profitto record nel trimestre. Peraltro la divisione che produce batterie ha più che raddoppiato le proprie vendite a 1,3 trilioni di won rispetto ai 526,3 miliardi del primo trimestre 2021.

Molto più chiara la situazione per Samsung SDI: nel primo trimestre ha registrato per la prima volta ricavi arrivati alla soglia di 4 trilioni di won (circa $3,1 miliardi: +37% su base annua e +6% rispetto al trimestre precedente) e un profitto operativo di 322,3 miliardi di won (+142% rispetto allo stesso periodo 2021 e +21% rispetto all’ultimo trimestre dell’anno scorso).

Entrambi i risultati sono stati migliori rispetto alle previsioni degli analisti finanziari. In particolare i ricavi dalle vendite di celle per veicoli elettrici sono cresciute del 15% rispetto al trimestre precedente.

A trainare il business di Samsung SDI la famiglia di celle prismatiche Gen5, particolarmente gradita dal gruppo BMW, mentre la produzione e vendita di celle cilindriche va bene e dovrebbe arrivare a una quota del 20% delle vendite nell’attuale trimestre.

Solo le batterie per accumulo non vanno a gonfie vele, ma la previsione è che la domanda sostenuta proveniente dagli altri settori dovrebbe consentire di trasferire alla clientela la crescita dei costi delle materie prime.

Considerato che in Cina c’è il primo mercato globale per le auto elettriche sarebbe interessante esaminare anche i conti degli altri produttori principali di batterie per capire come li stiano influenzando le fibrillazioni nel settore delle materie prime.

BYD, il maggior avversario di CATL, è però come noto sia un costruttore di auto che di celle. Nel primo trimestre 2022 l’accoglienza entusiastica del pubblico verso molti modelli ha consentito al gruppo in cui ha investito Warren Buffet di registrare un profitto netto di 808 milioni di yuan ($123 milioni) il 241% più di quanto avvenuto l’anno prima.

I ricavi sono stati di 66,8 miliardi di yuan, il 63% in più del primo trimestre 2021, ma si tratta di quanto ottenuto dal gruppo grazie ai modelli auto (e furgoni ed autobus) elettrici, non alle sole batterie, il che ha consentito a BYD di smettere di produrre auto con sola propulsione convenzionale. La divisione che produce batterie ha installato una capacità di 10,41 GWh nel trimestre, il 247% più dell’anno precedente, con una quota nazionale del 20,31%.

Purtroppo non abbiamo disponibili dati separati sulla divisione delle celle, utili a capire gli effetti del periodo su questa manifattura. Ma è di pubblico dominio che le ondate di aumenti abbiano costretto anche BYD, che pure monta solo pacchi batterie costruite in casa, a alzare due volte nel corso del primo trimestre i listini della propria gamma di veicoli passeggeri, citando i costi delle materie prime come motivazione principale.

Se BYD ha conti complessivi che non rivelano a una prima occhiata i numeri della sola produzione di celle, non così è per il terzo gruppo cinese delle batterie per auto: Gotion-High Tech. La società in cui da tempo ha acquisito una partecipazione del 26,5% del capitale sociale Volkswagen, ha visto il profitto netto trimestrale scendere del 33% a 32,2 milioni di yuan, equivalenti a $4,8 milioni. Peraltro a fronte di ricavi che sono triplicati su base annua a 3,9 miliardi di yuan ($586,6 milioni).

La società con sede a Hefei, una delle metropoli cinesi con una buona base di manifattura auto, a chiusura del 2021 ha annotato nei libri contabili un profitto netto sceso del 32% rispetto al 2020 a 102 milioni di yuan , circa $15 milioni, a fronte di ricavi saliti del 54% a 10,4 miliardi di yuan, $1,6 miliardi. L’anno scorso grazia a una quota di mercato dell’11,2% le celle di Gotion High-Tech erano finite in circa 400.000 nuovi veicoli elettrici.

Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group