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Lotus scopre le carte con gli investitori

I piani della “Ferrari inglese” puntano forte sulla divisione Lotus Technology di Wuhan: servirà denaro fresco per riuscire entro fine decade a vendere 100.000 auto e SUV elettrici l’anno

Per Lotus è tempo di roadshow, per tastare il polso degli investitori ad un ingresso in borsa che potrebbe avvenire entro due anni. Il marchio controllato da Zhejiang Geely Holding Group a partire dal 2017, ha bisogno di denaro fresco per portare avanti progetti ambiziosi.

Lotus Technology, la nuova società creata a Wuhan la scorsa estate, dovrebbe contribuire a trasformare la casa inglese in protagonista globale dai volumi rispettabili, fino a 100.000 esemplari di modelli elettrici l’anno entro il 2028 (ma la nuova fabbrica potrà raggiungere una capacità massima di 150.000 unità).

Sembra proprio Lotus Technology quindi, tra le varie divisioni contrassegnate dal marchio che includono Lotus Cars e Lotus Engineering, la probabile candidata a misurarsi coi mercati e gli investitori, il cui interesse saggerà per cercare una valutazione compresa tra i £5 e i £6 miliardi (fino a €7,2 miliardi) per un IPO, preferito alla strada alternativa della fusione inversa con società-veicolo.

Peraltro non è ancora definitivamente chiaro dove questo avverrebbe: se Shanghai, a New York oppure a Londra, come l’origine della casa farebbe ritenere logico. Intanto a Londra la proprietà ha organizzato due giornate per far conoscere i progetti Lotus a potenziali investitori e fondi, dopo quelli che si erano svolti a Shanghai, Pechino e Guangzhou lo scorso anno; altri seguiranno in città continentali, tra cui Milano.

L’Emira che metterà le ruote sull’asfalto più avanti nel corso di quest’anno sarà l’ultimo modello della casa fondata da Colin Chapman ad avere una propulsione convenzionale. Poi arriveranno quattro modelli al 100% elettrici entro il 2026, a iniziare dal SUV di cui ai partecipanti agli eventi organizzati dalla marca inglese è stata offerta una prima occhiata. Si tratta di un modello a quattro porte (a ben pensarci una configurazione altrettanto rivoluzionaria delle batterie per la marca) che internamente è indicato come Type 132.

Agli investitori potenziali è stato mostrato in anteprima, presumibilmente con un wrapping appropriato alla fase di test di sviluppo, durante i quali è già stato immortalato da alcune foto apparse sia su stampa specializzata che sui social media.

Dopo il lancio della Type 132 la marca prevede anche la Type 133, una berlina sportiva che dovrebbe rivaleggiare con Porsche Taycan, a cui faranno seguito un SUV più compatto nel 2025 e infine nel 2026 la Type 135, erede sportiva della prossima Emira.

La maggior parte dei modelli non super-sportivi saranno costruiti a Wuhan, ma il management si prefigge che nei dintorni di Norfolk sia potenziata anche la produzione delle versioni sportive: se l’anno scorso non arrivavano a 2.000 pezzi nella seconda metà di questo decennio dovranno arrivare a sfiorare le 10.000.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Lotus Engineering