INFRASTRUTTURA

Pioggia di $5 miliardi per migliorare l’infrastruttura di ricarica americana

La rete di highway che collega gli stati entro il 2030 vedrà spuntare mezzo milione di colonnine, una parte delle quali ad alta potenza, per non tradire 22 milioni di veicoli elettrici

C’è tutta l’idea americana del fare strada, molta strada con l’auto, il SUV o il pickup nel lancio dell’iniziativa del Dipartimento dei Trasporti di Washington che vuole vedere mezzo milione di punti di ricarica pubblici per i veicoli elettrici che stanno per riversarsi in modo sempre più entusiasta sulle arterie che collegano i cinquanta stati.

Non è proprio un piano in grande quanto lo era stato lo stesso sistema di highway voluto dalla presidenza Eisenhower, ma fatte le debite proporzioni non è nemmeno troppo distante. La rete americana di autostrade sarà una vera spina dorsale, che sosterrà tutto il resto dell’infrastruttura di ricarica.

Con il traguardo a lungo termine entro fine decennio che chi guida un veicolo elettrico possa trovare una colonnina di ricarica pubblica entro 50 miglia in ciascuno degli Stati Uniti, incluso Alaska ed Hawaii, e anche il protettorato di Puerto Rico.

Così l’esecutivo di Joe Biden per il quale la risposta alla mobilità elettrica del pubblico americano è una delle poche soddisfazioni attuali, si affiderà a una nuova Agenzia federale creata a metà dicembre: il Joint Office of Energy and Transportation, ibrido dei dipartimenti di Trasporti ed Energia. L’agenzia siederà sul tesoretto di $5 miliardi di aiuti da erogare ai singoli stati entro cinque anni, coi fondi che provengono dalla legge approvata a novembre congiuntamente da maggioranza ed opposizione.

Sebbene esistano varie previsioni al rigaurdo, secondo una stima dell’Edison Electric Institute gli Stati Uniti avranno bisogno di oltre 100.000 postazioni di ricarica ad alta potenza per sostenere la flotta di 22 milioni di veicoli elettrici che potrebbero incrociare sulle strade ed autostrade americane per il 2030.

La Casa Bianca con la parte di legge riguardante l’infrastruttura di ricarica punta a mezzo milione di postazioni pubbliche disponibili per la flotta elettrica americana, sebbene non necessariamente tutte ad alta potenza.

I primi $615 milioni si metteranno in movimento già quest’anno: gli stati dovranno stilare e far approvare un piano dell’infrastruttura entro il 1 agosto per poter attingere ai fondi. Non potranno però proporre alternative, ad esempio impianti per erogare idrogeno (o magari gas naturale…), ma solo colonnine a media o alta potenza, una ottima notizia per i produttori di impianti come Siemens, Tritium, ABB eccetera.

L’agenzia ha già pubblicato un elenco delle destinazioni dei fondi pubblici allocati: ad esempio la California avrà diritto a $56,7 milioni, il Texas a $60,3 milioni, mentre uno stato rurale e periferico come il Wyoming solo a $3,9 milioni, cifra che però col tempo salirà a oltre $26 milioni, mentre per il Texas a poco più di $400. Secondo il dipartimento dei Trasporti il 40% dei fondi dovrà beneficiare aree svantaggiate o rurali, tuttavia sembra di capire che questo avverrà una volta coperta una rete base sufficientemente resiliente.

Il Michigan ad esempio, che se ne vedrà recapitare in tutto un centinaio di milioni, i primi $16,3 milioni proprio come il resto dei governi locali li userà per dotare di siti di ricarica i grandi assi viari che collegano le principali città. Se si leggono i nomi delle highway si scopre che collegano Detroit a città come Lansing, Flint, Pontiac, Kalamazoo, quasi un ABC dei siti produttivi dei Big 3 dell’auto e dei loro tradizionali fornitori.

Una volta che le colonnine avranno riempito le opzioni lungo le autostrade l’intenzione è quella di spostare i fondi seguenti verso punti di ricarica rivolti alle città e anche a grandi poli residenziali, piuttosto che mirati ad accontentare chi percorre lunghe distanze. La legge approvata a Washington alla fine dello scorso anno richiederà agli stati beneficiari della generosità del Congresso di mettere un contributo del 20% sui progetti complessivi.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Electrify America