BATTERIE

I partner per le batterie di Salzgitter passano alla firma

Volkswagen accoglie tra i partner indispensabili alle celle che saranno prodotte nelle sei Gigafactory di batterie previste Umicore, Vulcan Energy Resources e 24M Technologies

Il gruppo Volkswagen amplia ancora la rete di partner per lo sviluppo della propria produzione di celle per batterie: ha stretto tre partnership col gruppo della chimica e dei materiali Umicore, con la startup delle batterie 24M Technologies e il fornitore di litio sostenibile Vulcan Energy Resources.

Secondo l’azienda, a parte la contemporaneità degli annunci odierni, gli accordi sono indipendenti l’uno dall’altro ma perseguono un obiettivo comune: l’industrializzazione della tecnologia delle batterie e la produzione su larga scala di batterie ancora più sostenibili e innovative, si legge tra l’altro nella nota diffusa da Wolfsburg.

Tutti e tre i partner dovrebbero dare un contributo ad aspetti e fasi differenti dello sviluppo e produzione in-house Volkswagen di celle. In precedenza il gruppo aveva già confermato e pubblicizzato collaborazioni in queste ed altre aree con lo specialista di batterie con elettroliti allo stato solido QuantumScape, con l’azienda svedese Northvolt e il produttore cinese Gotion High-Tech, in tutti i casi aziende in cui Wolfsburg ha anche investito.

Sullo sfondo dell’ampliarsi della cerchia di partner c’è il piano presentato da Herbert Diess e dai più stretti collaboratori al Power Day Volkswagen a primavera, che prevede lo sviluppo di una cella standard e di costruire sei Gigafactory per una capacità che, a fine decade, avrà raggiunto un totale di 240 GWh annui.

I nuovi accordi contribuiranno ad espandere il know-how nella tecnologia delle batterie, ma anche a rafforzare la gestione dei costi e l’integrazione verticale della catena del valore delle batterie, due aspetti in particolare messi in questione dal brusco rallentamento del calo dei costi delle celle, che secondo esperti di fama potrebbero salire nel 2022 per la prima volta da oltre una decade.

Con i belgi di Umicore Volkswagen sta ora pianificando di costituire un’altra joint venture, ancora senza nome e su cui non sono stati resi noti i dettagli finanziari, che fornirà materiale catodico alle future fabbriche europee di celle del gruppo, e qui si esplicita l’integrazione verticale della filiera sopra citata.

L’accoppiata punta a raggiungere per il 2025 la produzione di materiali attivi adeguati alla capacità iniziale di 20 GWh previsti per il varo del sito di Salzgitter, il primo dei sei in programma ad essere avviato, che sarà gestito col partner cinese Gotion High-Tech.

Volkswagen ci tiene a sottolineare l’aspetto che il gruppo diretto da Mathias Miedreich, nella foto di apertura col responsabile della tecnologia e del settore batterie del konzern tedesco Thomas Schmall, voglia produrre materiali attivi in Europa, contribuendo ad accorciare la catena del valore per celle che saranno parimenti costruite nel Vecchio Continente.

Nel settore delle auto elettriche la salvaguardia sostenibile delle capacità di materie prime da fonti responsabili appare sempre più decisiva, e per questo grandi società si uniscono con investimenti congiunti per sviluppare capacità produttiva e tecnologie di prossima generazione. In una seconda fase, i partner puntano a includere negli accordi anche aspetti di raffinamento e riciclaggio nella joint venture aspetto nel quale entrambi stanno già lavorando separatamente.

La partnership numero due è relativa ad un investimento Volkswagen nella startup americana 24M Technologies, uno spin-off del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ed emersa nel 2010 dopo che il produttore di batterie A123 era finito tra le polemiche a una nuova proprietà cinese.

24M ha sviluppato processi con elettroliti semi-solidi che promettono miglioramenti rispetto ai processi di rivestimento a umido tradizionali riducendo la necessità di avere a che fare tra l’altro con solventi. 24M ha fatto un grande passo avanti verso la commercializzazione della sua tecnologia semi-solida all’inizio del 2021 grazie all’accordo di licenza con la società norvegese Freyr che realizzerà impianti in Scandinavia e America.

Volkswagen è ora un ulteriore partner, che specifica di puntare a un futuro in cui una significativa ottimizzazione dei costi nella produzione di batterie possa essere ottenuta attraverso un uso ridotto di materiali e l’eliminazione di diversi passaggi nel processo di produzione convenzionale. A questo fine una nuova consociata Volkswagen svilupperà e porterà a misura la tecnologia sulla base dei diritti di brevetto di 24M per applicazioni auto.

I tedeschi citano un’area di produzione ridotta fino al 40%, significativi risparmi sugli investimenti, un riciclo dei prodotti più efficiente e un miglioramento dell’impronta di CO2 della produzione di batterie come possibili vantaggi delle celle con elettroliti semi-solide. L’introduzione del processo nella produzione su larga scala è prevista per la seconda metà del decennio.

Il terzo accordo riguarda Vulcan Energy Resources, società australiana di origine ma il cui progetto più interessante e chiacchierato riguarda la Germania. A Volkswagen interessa la fornitura di litio estratto coi nuovi processi di DLE, ovvero direct lithium extraction, direttamente da sorgenti geotermiche nell’Alta Valle del Reno. Il contratto prevede la consegna di idrossido di litio per un quinquennio a partire dal 2026.

Va notato che sia Stellantis, sia Renault hanno firmato accordi simili con Vulcan Energy, così come il produttore coreano di celle LG Energy Solution. A differenza delle altre due case auto, Volkswagen non fornisce alcuna informazione sullo stock di materiale che acquisterà, il che ad alcuni osservatori ha lasciato il dubbio che le fonti di approvvigionamento di materia prima non siano poi tanto consistenti da poter accontentare proprio tutti gli interessati.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG