AUTO

Ora NIO si sente pronta per l’Europa

La riscossa di NIO continua, dai dati di vendite record dei suoi SUV elettrici in Cina a quelli del gradimento di Wall Street. E nel 2021 vuole debuttare anche in Europa

La casa dell’auto elettrica cinese più spesso accreditata come anti-Tesla, NIO, ha in mente di riaprire il dossier dell’esportazione, che aveva temporaneamente accantonato alle prese con le fasi di crescita ed industrializzazione. Le prime NIO potrebbero cominciare ad essere commercializzate già nel 2021, in Europa.

Il progetto si pone un traguardo di vendita di 7.000 SUV elettrici già entro due anni, secondo quanto riferisce la stampa specializzata nazionale. Fondata a fine 2014 come NextEV, fin dagli esordi spiccava per taglio cosmopolita e l’impostazione di produzione peculiare, basata su accordi di manifattura stretti con altri gruppi auto, come GAC e JAC.

NIO ha in produzione oggi tre SUV: i grandi ES8 ed ES6 e un SUV coupé medio di nome EC6. Dopo aver attraversato lo scorso anno una fase di crisi acuta che si è stemperata velocemente dopo accordi con la provincia di Hefei, dove ora ha sede, la scorsa estate ha definitivamente decollato nel gradimento del pubblico. Il ritmo ha accelerato negli ultimi due mesi.

A ottobre le consegne per la prima volta hanno superato le 5.000 unità, 5.055 per la precisione, che la collocano saldamente davanti alle altre startup dell’auto elettrica ed ibrida Li Auto, WM Motor e Xpeng. A settembre NIO aveva consegnato 4.708 auto, che rappresentavano una crescita del 133,2% su base annua.

Dopo dieci mesi NIO è arrivata a 31.430 immatricolazioni, un totale in cui è predominante il SUV ES6, che distanzia le 21.852 unità della rivale Li Auto, che consegna però soprattutto SUV ibridi plug-in a sei posti.

Le 12.206 consegne dei primi tre trimestri avevano superato le quote assegnate dai piani commerciali 2020, malgrado la pandemia. Non sono stati l’unico numero ad andare oltre le previsioni. Ieri a Wall Street, dove era stata battistrada tra le ambiziose startup asiatiche nel cercare visibilità, quelle di NIO erano le azioni più scambiate, con un volume di 265,7 milioni e una crescita dell’8,96%.

Una variazione percentuale positiva che ha portato NIO a crescere da inizio anno del 728,9%, un’impennata che fa ombra persino alla prospera Tesla che da inizio gennaio alla chiusura di ieri era cresciuta peraltro di un ragguardevole 378,7%.

Nell’ottimismo che ha travolto NIO ma non ha disdegnato altre startup dell’auto (incluse le americane Workhorse e Fisker appena entrate a Wall Street tramite fusioni con SPAC), non c’è solo l’aspetto dei numeri delle vendite cinesi che appaiono aver dribblato la fase peggiore della crisi sanitaria, al contrario dell’Europa.

C’è anche uno sguardo sul futuro dopo che da Pechino è arrivata conferma che il regolatore ha posto per il 2025 l’obiettivo una quota di mercato di NEV (come in Cina chiamano il settore di auto elettriche, PHEV e fuel cell) del 20%, quota che attualmente è al 5%.

Il dato è inferiore al 25% prospettato in una prima bozza del provvedimento, ma quella quota era ritenuta troppo ardua da raggiungere. La nuova invece sarà più facilmente raggiunta e probabilmente superata, confermando le buone prospettive future di chi è impegnato per far crescere i modelli a zero emissioni locali.

Credito foto di apertura: sito web NIO