Electric Vehicle Outlook 2020: le auto elettriche non mangeranno la polvere
Secondo BloombergNEF le vendite di auto elettriche caleranno del 18% rispetto al -23% di quelle convenzionali, ma dalla quota 2020 del 2,7% saliranno al 10% già nel 2025
L’ultima edizione appena presentata dell’Electric Vehicle Outlook dedicata al 2020 dalla società di consulenza BloombergNEF, non poteva non fare i conti con gli effetti della crisi sanitaria, e la prima cosa a saltare agli occhi è che il settore dei veicoli sostenibili pagherà un dazio alla pandemia, ma meno di quello convenzionale.
Secondo il gruppo di lavoro che si dedica a mobilità e trasporti, diretto da Colin McKerracher, le immatricolazioni di auto elettriche caleranno del 18% nel corso del 2020, ma BNEF prevede una crisi ancora peggiore per le consegne di auto convenzionali, in calo del 23% su scala globale.
Le case auto nonostante la crisi stanno accelerando i piani sulle auto elettrificate, conferma la sinossi del report, anche per rispondere alla stringente normativa che Europa e Cina hanno mantenuto pur nel mezzo della “tempesta Covid-2019”.
La pandemia, ha confermato McKerracher intervistato dall’agenzia Reuters, “causerà un importante calo alle vendite di auto del 2020. La traiettoria a lungo termine non è cambiata, ma il mercato avrà alti e bassi nei prossimi tre anni”.
Ma per il 2022 l’offerta globale di auto elettriche avrà raggiunto i 500 modelli, creando una varietà di scelte e prezzi competitivi che attrarranno una clientela finora estranea ai veicoli a zero emissioni.
Le vendite di auto elettriche dalle 450.000 immatricolazioni del 2015 sono passate a 2,1 milioni nel 2019, il primo anno nel quale la crescita è stata dovuta all’Occidente piuttosto che alla Cina come avveniva in passato.
Secondo BNEF quest’anno il totale del mercato arriverà comunque a 1,7 milioni, che si aggiungeranno alla flotta di 7 milioni di auto elettriche già circolanti. E a giudicare dai dati delle scorse settimane l’importanza della Cina tornerà a crescere nel quadro complessivo.
Questo contribuirà ad alzare lievemente la quota delle elettriche sulle immatricolazioni totali dei veicoli nuovi al 2,7%, che dovrebbe salire al 10% nel 2025 e al 28% nel 2030, rendendo sempre più distante il picco dei veicoli che bruciano combustibili fossili visto nel 2017. Per il settore della mobilità sostenibile nel complesso l’attenzione alle sole auto rischia di essere fuorviante, si deduce dalla dovizia di cifre e grafici dell’Electric Vehicle Outlook 2020.
Quest’anno la quota maggiore di veicoli elettrici sarà infatti nei settori degli autobus (il 33%) e delle due ruote (il 30%). Solo un 2% per i veicoli commerciali e come detto il 2,7% per le auto private. Queste quote entro il 2030 saranno salite, prevede BNEF, al 58% per i bus, al 40% per due ruote, tra bici e motocicli, al 28% per i furgoni e camion e al 28% per le auto.
In questo percorso la presenza di altri settori di successo per la mobilità non è folclore ma un fattore traente per la manifattura di batterie, che non deve solo combattere la battaglia della riduzione del prezzo delle celle (che in media tra 2010 e 2019 sono calate dell’87%) ma anche quella dei volumi per rendere il settore economicamente praticabile.
La conferma di una crescita a questo ritmo avrebbe implicazioni molto significative per i mercati delle materie prime e dell’elettricità. Non solo per i materiali delle batterie, ma per quelli dei combustibili fossili. L’attuale quota di veicoli elettrificati comporta un taglio ai consumi di petrolio giornaliero di 1 milione di barili.
Se la previsione BNEF a lungo termine si rivelasse corretta, i produttori nell’arco di venti anni scoprirebbero che i veicoli consumeranno 17,6 milioni di barili di petrolio in meno ogni giorno nel 2040. Quello scenario avrebbe anche un effetto di 1.964 TWh di domanda di energia elettrica in più, equivalente a un 5,2% di domanda aggiuntiva sulle reti globali.