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Per il Cybertruck l’omologazione per strade ed autostrade europee è già a rischio?

La stampa tedesca ha consultato gli esperti SGS-TÜV Saar, che bocciano la versione attuale del Cybertruck: omologazione ed acciaio dei razzi Space X nella carrozzeria sono incompatibili

La Germania ha dato un benvenuto straordinariamente caloroso all’annuncio Tesla dell’apertura di una fabbrica in Brandeburgo e anche la clientela non si è fatta pregare per comprare la nuova Model 3, che finirà il suo anno di esordio sul podio dei modelli elettrici più venduti sul primo mercato auto del continente.

Ma Oltre Brennero non tutto quello che è Tesla automaticamente viene salutato con favore. Almeno questo non sembra essere il caso per il Cybertruck. Per il fantascientifico furgone in grado di far sembrare poco appariscenti una Mercedes Classe-S o una Audi A8, l’entusiasmo globale tradottosi in 250.000 pre-ordini, certo agevolati dalla quota di ingresso bassa, $100, le reazioni di alcuni addetti ai lavori non sono state così entusiastiche.

La testata Automobilwoche, edizione tedesca di Automotive News, ha sentito la società SGS-TÜV Saar GmbH, tra quelle che provvedono alle omologazioni, e a leggere l’articolo il Cybertruck nel processo di omologazione sarebbe accolto con un indigesto semaforo rosso.

Stefan Teller, esperto del settore che è stato sentito dai giornalisti tedeschi, ha confermato che la struttura del pick-up dovrebbe cambiare per avere l’approvazione. Sullo spigoloso veicolo della società di Palo Alto manca infatti una appropriata zona deformabile, un nodo che renderebbe impossibile per il Cybertruck l’omologazione, figuriamoci l’ottenere le cinque stelle EuroNCAP che la sua “sorellina” Model 3 si è appena guadagnata.

Tesla ha presentato il Cybertruck evidenziando con dovizia di dettagli il fatto davvero esclusivo ed insolito che la sua carrozzeria molto particolare sia parente stretta dei materiali usati per i razzi di Space X, un’altra delle società che fanno capo ad Elon Musk.

L’acciaio delle lamiere dei veicoli progettati per lo spazio, inclusi i rientri, è così resistente che il capo del design della casa californiana Franz von Holzhausen ha potuto permettersi di colpire le portiere del pick-up con una mazzuolo senza lasciare praticamente tracce.

Una indubbia conferma della robustezza delle lamiere d’acciaio stainless che contribuiscono ad accrescere la rigidezza della struttura unibody del Cybertruck. Ma, come la saggezza popolare ha da tempo preso nota, ci può essere “too much of a good thing”, ovvero la rigidezza della carrozzeria può essere perfino… troppo buona.

Quello che potrebbe proteggere gli occupanti del Cybertruck in altri termini potrebbe trasformarsi in un pericolo per altri utenti della strada. In caso di una collisione, non solo pedoni o ciclisti potrebbero riportare danni a contatto fisico con lamiere così resistenti, ma anche gli altri veicoli sarebbero alla mercé di quello che, montato nella parte anteriore del mezzo, potrebbe equivalere ad un devastante rostro delle battaglie navali dell’antichità.

Nessuno da parte della casa americana ha nascosto questo aspetto della robustezza delle lamiere del Cybertruck. Al contrario lo stesso Elon Musk con un tweet ha sottolineato come la progettazione delle forme del mezzo si sia dovuta adattare alle caratteristiche dell’acciaio nato per lo spazio: addirittura così rigido che rovinerebbe le presse che si volessero destinare a foggiare dei pannelli come se fossero carrozzerie normali.

Ma questo concetto utilizzato dalla progettazione del veicolo pesante Tesla, secondo l’esperto del TÜV Teller contraddice un aspetto fondamentale della filosofia europea della sicurezza, che guarda a tutti i protagonisti del traffico e non solo a chi viaggia a bordo di un mezzo. In America per il Cybertruck una omologazione come veicolo della classe 2B-3, ovvero un mezzo medium duty, appare la soluzione più probabile.


Credito foto di apertura: press kit Tesla