MOBILITA

Tra sfida a Uber e micro-mobilità la crescita della joint venture di BMW e Daimler non si arresta

Traspare ottimismo sul futuro dei ricavi di Free Now e degli altri brand della mobilità condivisa che fanno capo ai gruppi auto premium: raddoppio in arrivo già nel corso dell’anno prossimo?

All’inizio del 2019 BMW e Daimler hanno trasformato in realtà la trattativa per dare vita ad una collaborazione sulla mobilità urbana. Il prodotto della partnership tra le due rivali del mondo auto premium ha fornito oggi alcune indicazioni su come procede la collaborazione.

Il servizio basato su app FreeNow si prospetta come intenzionato ad espandere l’impronta sul mercato europeo e latino americano in opposizione alla consolidata concorrenza locale, a cominciare dall’immancabile Uber. BMW e Daimler indicano come profittevole il business della loro joint venture finora e si attendono di raddoppiare i ricavi nel corso del 2020.

Free Now, che probabilmente in Italia ancora in molti ricordiamo col vecchio brand myTaxi, dovrebbe arrivare a €2,4 miliardi di ricavi a fine anno. Oltre al servizio di taxi, a questa divisione fanno capo anche altri marchi come Beat, Kapten e il servizio di noleggio di monopattini elettrici Hive.

Quest’ultimo, nato nella penisola iberica con immediato successo, sta per aprire anche in Italia. A Torino, il servizio dai prossimi giorni avrà a disposizione 500 nuovi monopattini elettrici con un costo fisso di €1 per sbloccare il mezzo, a cui si aggiungerà la tariffa di €0,15 per ogni minuto di utilizzo.

L’amministratore delegato Marc Berg, in una conversazione con l’agenzia Bloomberg, ha espresso ottimismo e fiducia sugli obiettivi 2020, considerato il ritmo di espansione dell’azienda nei vari settori in cui si trova impegnata.

Oggi Free Now è disponibile in 130 città in 18 paesi distribuiti tra Europa ed America Latina, e con risultati positivi in circa la metà. Le corse effettuate entro fine anno dovrebbero arrivare a 300 milioni (oltre il 120% in più rispetto al 2018) per 39 milioni di passeggeri trasportati da oltre 800.000 autisti affiliati.

Poiché Free Now richiede controlli e verifiche più stringenti dagli autisti prima di permettergli di figurare nella piattaforma di trasporto, è possibile che l’aspetto della sicurezza possa giocare ulteriormente a favore del gruppo, dal momento che alcuni concorrenti hanno dovuto comunicare dati sfavorevoli su questo versante.

Come è tipico dei gruppi tedeschi nel caso dei loro impegni nel settore della mobilità, anche Free Now ha un atteggiamento collaborativo con istituzioni ed agenzie di trasporto locali. Un altro aspetto che dovrebbe assicurare maggiore stabilità alle operazioni del brand rispetto a note e complicate controversie che, ad esempio a Londra, hanno ostacolato la concorrenza.

Se Free Now appare attirare particolarmente l’attenzione, gli altri pilastri della joint venture ovvero Share Now e Park Now & Charge Now sono attese da una altrettanto brillante crescita dei servizi e dei numeri, anche se stupisce che non si parli più di mercato nordamericano ma solo di America Latina.

L’offerta di popolari servizi di car sharing, da anni apprezzati anche nelle principali città italiane, nel corso del 2019 ha dato vita anche a un test di car sharing a lungo termine, fino a due settimane, che a Milano ed Amburgo ha dato risultati incoraggianti e sarà trasportato anche in altre realtà urbane.


Credito foto di apertura: ufficio stampa BMW Group