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A Shanghai diluvio di elettriche: ma qui ne vedremo solo due (e non la Buick)

Tanti costruttori ambiziosi e abbondanza di SUV al Salone Auto più importante della Cina: chi con mire locali, chi guarda all’Europa, tra le prime NIO e Xpeng, tra le altre Great Wall ed Aiways

Il Salone Auto di Shanghai 2019 è una edizione che abbonda in proposte e novità che hanno a che fare col settore dell’auto elettrica. Alcune le riteniamo degne di nota perché riguardano marchi che sono già parzialmente noti anche in Occidente, e in qualche caso si sono già affacciate sui nostri mercati o stanno per farlo.

Ad esempio Great Wall, che è stata anche accostata a FCA nel 2018 per un presunto interesse ad accordi industriali. In Cina è nota soprattutto per il gradimento dei suoi SUV uno dei quali, elettrico, sta per essere esportato in Europa passando attraverso il nuovo marchio Wey.

Si tratta di una marca creata per mettere piede nella più interessante e redditizia fascia premium, o almeno una fascia considerata tale sul mercato nazionale. I SUV coi brand Great Wall spaziano in una fascia di prezzo da poco più di €17.000 a €35.000.

Alla prossima edizione del Salone di Francoforte si presume la casa cinese possa portare una versione elettrica del modello Wey VV5 presente a Shanghai, che nel 2020 dovrebbe essere commercializzato in Europa: accanto a una versione al 100% elettrica la divisione premium di Great Wall avrebbe in mente di vendere nel Vecchio Continente anche i Wey VV6 e VV7, in questo caso in versione ibrida ricaricabile.

Dopo aver avviato la propria gamma puntando sui SUV come l’imponente ES 8 a sette posti e il medio ES 6, adesso NIO inizia a proporre anche autovetture: come la ET Preview (credito foto: ufficio stampa NIO)

Già nota in Occidente invece, anche per la presenza passata e presente di manager in qualche caso transitati anche in Italia, è NIO. La prima delle anti-Tesla cinesi come primogenitura, ha portato a Shanghai una berlina elettrica che nelle sue previsioni dovrebbe raggiungere i mercati nel 2021.

Scriviamo i mercati al plurale perché per quella data probabilmente avrà cominciato a vendere anche fuori dalla madrepatria, magari a cominciare dalla Germania dove nasce (a Monaco di Baviera, grazie ad un accordo con la divisione BMW i) il design della nuova ET Preview.

Un modello che, come suggerisce il nome è sì un concept, ma pronto all’80% per trasformarsi in veicolo di produzione, come succede ormai per la maggioranza dei (solo teoricamente) prototipi visti negli stand dei saloni.

NIO non ha ritenuto di dare grandi dettagli, salvo confermare un motore da 220 kW e la batteria che, come per il SUV ES6 da poco presentato, avrà celle con chimica ternaria NCM 811. Quindi a basso contenuto di cobalto e più amica dell’autonomia (510 chilometri secondo il blando ciclo di omologazione NEDC), un tema che di recente ha toccato la giovane casa, oggetto di lamentele sulle distanze percorribili che sono rimbalzate su media e social.

Restando in tema, ovvero riguardo a chi con l’autonomia avesse problemi, Nio ha anticipato che metterà a disposizione di ogni automobilista interessato il servizio NIO Power Charger, che soccorre ogni guidatore alle strette con la carica rimanente, e che evidentemente deve essere stato gradito ai clienti NIO che già ne possono beneficiare.

Aiways condivide con Great Wall l’ambizione di esportare SUV elettrici in Europa, ma la sua novità di Shanghai è stata un concept di incerta commercializzazione: l’U7 ion (credito foto: ufficio stampa Aiways).

Aiways, basata proprio a Shanghai, aveva preferito presentare a Ginevra il suo SUV medio U5 per il quale ha ambizioni di esportazione in Europa. Così per il Salone Auto che si svolge in casa ha potuto svelare non un modello di imminente produzione ma lo spigoloso concept elettrico U7 ion, col quale resta peraltro nell’ambito dei veicoli elettrici.

Non dovendo correre verso la linea di montaggio i designer dell’U7 ion hanno potuto sbizzarrirsi con proposte tecnologiche, schermi (12) e automazione, il tutto incentrato sul comfort di guidatore e passeggeri. Se l’U7 ion passerà in produzione dovrebbe essere realizzato sulla stessa piattaforma MAS (More Adaptable Structure) dell’U5.

Più conosciuto di Wey, NIO o Aiways è certo il marchio americano Buick. Probabilmente lo sanno in pochi fuori dalla Cina, ma per l’automobilista di quella nazione è un brand equivalente o quasi a una casa premium, e attrae quello che era il pubblico yuppie una trentina di anni fa in Occidente. General Motors sta facendo il possibile per conservare quella reputazione anche quando si tratta di modelli elettrici.

Così ha appena lanciato la versione di produzione della berlina Velite 6. Costerà tra i 203.800 e i 223.800 yuan ($30,400) ed è la prima di venti modelli elettrificati che questo marchio presenterà localmente entro il 2023. La Velite 6 ha una autonomia fino a 300 chilometri considerati col generoso ciclo di omologazione NEDC, il che conferma la destinazione per la clientela delle metropoli.

A Shanghai però è apparso anche l’interessante concept elettrico Enspire: un veicolo tutt’altro che scontato, con linee fluide e muscolose allo stesso tempo, in cui  potrebbe aver messo le mani un Laurens van der Acker prima maniera e interni spaziosi nei quali materiali tecnici e tecnologia connessa la fanno da padroni.

Di questa Buick elettrica che sembra avere tentazioni da Camaro la casa anticipa propulsione da 410 kW, adeguata per accelerazione 0-60 miglia orarie in quattro secondi e batteria in grado di supportare quasi 600 chilometri di autonomia (essendo lo stand della Enspire al Salone Auto di Shanghai 2019 ricordiamo che si tratta di ottimistico ciclo NEDC).

Il concept visibile a Shanghai fino al 4 maggio potrebbe fare da battistrada a un modello rivolto al mercato cinese ed anche a numerose economie emergenti, soprattutto asiatiche. Essendosi General Motors ritirata dall’Europa sembra improbabile che si possa vedere sulle nostre strade.

Qualche possibilità in più potrebbe avere in quelle nordamericane, se da qui ad un paio di anni le guerre commerciali attuali avranno lasciato spazio a tempi più tranquilli: considerato l’approccio bellicoso prediletto in materia dall’attuale inquilino della Casa Bianca, per GM vendere in U.S.A. auto elettriche prodotte in Cina sarebbe un catalizzatore di problemi.

A Shanghai diluvio di elettriche: ma qui ne vedremo solo due (e non la Buick)
Il design del SUV medio Seres SF 5 nasce in California, in un centro stile diretto da Michael Churchill (credito foto: ufficio stampa Seres/SF Motors)

Di un’impronta globale come quella di GM, fatte le debite proporzioni, dispone pure SF Motors: un gruppo cinese con centri design ed esperienze sparsi tra Stati Uniti e Giappone. Dagli stand del Salone di Shanghai 2019 si evince che il confronto con la concorrenza non è qualcosa che intimorisca questa startup, né se è per questo altre nuove case auto cinesi.

In effetti SF Motors per presentare col nuovo brand Seres l’SF5 (il SUV medio elettrico che sarà prodotto nel sito di Chongqing in cui ha sede la capogruppo Sokon) sfoggia una scheda tecnica aggressiva. La potenza vantata è di 510 kW (contro i 340 delle Tesla Model 3/Y e i 400 del NIO ES 6) e la coppia di 1040 Nm oscura i 725 dichiarati dal SUV NIO e i 623 delle Tesla rivali di segmento.

Inoltre l’accelerazione 0-100 km/h in 3,5 secondi rivaleggia con Model 3, una concorrente che sarebbe uguagliata in velocità di punta a 250 km/h. Per ora SF Motors sembra voler vendere le sue Seres (SF5 segue l’altro SUV sportiveggiante SF7) facendosi largo soprattutto in casa.

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Il coupé Xpeng P7 viene presentato come un modello ricco di dotazioni avanzate riguardo ad automazione e connettività, grazie alla collaborazione con Nvidia e Qualcomm (credito foto: sito web Xiaopeng Motors)

Una strategia che pare essere condivisa da Xiaopeng Motors, che a Shanghai ha tolto i veli al nuovo Xpeng P7: più coupé che berlina, segue il primo modello lanciato: il SUV Xpeng G3. L’azienda prevede di metterlo in produzione nella sua fabbrica del Guangdong nel secondo trimestre del 2020, ed è già prenotabile.

Xpeng accredita questo modello a passo lungo provvisto di due motori di una accelerazione 0-100 km/h in quattro secondi, mentre la batteria fornita da BAK, è valutata valida per 600 chilometri NEDC di autonomia: un po’ troppi per credere che sia la stessa da 47 kWh montata sul “cugino” G3, SUV che è prodotto in collaborazione con una sussidiaria della statale FAW.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Buick