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General Motors allarga l’offerta della divisione Maven col noleggio peer-to-peer

Per cominciare solo nel Midwest americano sta partendo Peer Cars, un servizio di noleggio tra privati limitato ai soli possessori dei modelli General Motors

Perché un gruppo storico dell’auto come General Motors che ha appena diffuso una revisione al ribasso delle previsioni sugli utili, dopo aver messo in conto gli effetti dei dazi voluti dall’attuale inquilini della Casa Bianca, quasi nelle stesse ore sente il bisogno di lanciarsi in una impresa che ancora deve dimostrare di essere percorribile e fruttuosa come il noleggio peer-to-peer?

Forse, ipotizziamo più che rispondere, perché GM e la concorrenza sono sempre meno disposti a perdersi possibili opportunità di trasformarsi in società della mobilità? E hanno quindi fretta di togliersi il più in fretta possibile dai settori convenzionali che ciclicamente si dimostrano esposti ai marosi dei mercati?

Peraltro questo non comporta automaticamente che il noleggio, specie quello peer-to-peer, sia una soluzione generatrice di ricavi anti-ciclici: il business, nel quale i due principali protagonisti oggi sono Turo e Getaround, l’una collegata a Daimler e l’altra a Toyota, deve ancora dimostrare con grandi numeri di essere seriamente preso in considerazione da clientela ed investitori.

La sola apparente differenza tra il servizio di GM e quello delle rivali è che con i servizi delle concorrenti si possono noleggiare ogni genere di marche, non così con l’ultimo arrivato, che il gruppo americano ha deciso di lanciare nel Midwest: per cominciare a Chicago, Detroit e ad Ann Arbor.

In quelle località passando per la piattaforma di car sharing da tempo attiva Maven e per l’app collegata chi aderisce potrà noleggiare l’auto di sua proprietà, che dovrà però appartenere ad uno dei marchi che fanno capo al gruppo.

Il fatto che il servizio di noleggio peer-to-peer sia lanciato attraverso il brand Maven merita qualche interpretazione: da quando Maven è attiva, a inizio 2016, con un assetto iniziale da concorrente di Zipcar (ovvero tutto concentrato sul car sharing) il servizio ha avuto vari aggiustamenti.

Uno, Maven Reserve, messo alla prova in California, consentiva ai clienti aderenti di affittare veicoli a marchio GM per un mese alla volta. Con Maven Gig inoltre l’azienda ha anche tentato di affittare auto, anche in questo caso di proprietà GM, a chi lavora per le app del ride hailing come Uber o Lyft.

Al contrario di quei due servizi poi messi da parte, il nuovo sistema battezzato Peer Cars, si appoggerà alla voglia di possessori di Chevrolet, Buick, GMC o Cadillac (purché del model year 0215 o seguenti) di guadagnare piccole somme affittando auto o pickup ad estranei o magari a parenti ed amici.

Peer Cars può iniziare a fare subito questo genere di offerta ai circa 150.000 abbonati al servizio di car sharing lanciato da GM. Ogni noleggio delle auto di proprietà sarà coperto da ulteriore assicurazione stipulata dal gruppo del Michigan, oltre alla regolare copertura. Abbastanza per convincere gli scettici?


Credito foto di apertura: ufficio stampa General Motors