OPINIONI

La serata di I.D. Vizzion stende il tappeto rosso alla tempra generalista Volkswagen

Il concept elettrico presentato al salone di Ginevra lo fa pensare, ma la marca di Wolfsburg non andrà a caccia di nicchie: né le ammiraglie, né gli… scuolabus

La notte Volkswagen che ha introdotto la giornata di domani del salone di Ginevra, dedicata alla stampa, ha rappresentato l’occasione per alzare il sipario su I.D. Vizzion. Un concept con cui la casa di Wolfsburg trasforma il suo attuale tris di proposte elettriche in un poker.

5,163 metri di lunghezza per 1,947 di larghezza, accompagnati a oltre 300 cavalli di potenza (225 kW) e ad una batteria che punta ad una autonomia di ben 665 chilometri sono un biglietto da visita della vettura svelata stasera che possono far pensare all’anteprima di una ammiraglia.

E anche alcuni dettagli di avanguardia, quasi da fuga in avanti, della I.D. Vizzion fanno pensare che proprio come in una ammiraglia il lato lounge sia qualcosa che abbia portato via molto tempo ai designer.

Forse addirittura troppo tempo ed impegno, visto che la prefigurazione di interni (a parte la moquette che faremo finta di non aver visto) di un ipotetico alto di gamma del 2030 senza volante né comandi, sono un voto di fiducia quasi cieca nei confronti dei progressi dei sistemi di guida autonoma di livello 5 SAE, che faranno a meno di interventi umani.

Per fortuna quando nel 2022 una vettura di produzione emergerà dal concept visto stasera un bagno di realismo dovrebbe mitigare gli eccessi. E così, senza rinnegare caratteristiche da vettura di fascia alta come la trazione integrale, si potrà prendere atto di qualcosa di più importante della riapertura del capitolo ammiraglie da parte Volkswagen, e che questo concept è qualcosa di diverso dalla mera erede elettrica della sfortunata Phaeton voluta da Ferdinand Piëch.

Volkswagen I.D. Vizzion salone di Ginevra 2018
La nuova Volkswagen I.D. Vizzion al debutto al salone di Ginevra completa il poker di elettriche tedesche sulla piattaforma MEB (credito foto: ufficio stampa Volkswagen AG)

A tutti gli effetti il punto forte, anzi fortissimo di questo nuovo concept non è nella seconda parte del nome ma nella prima: I.D. Il suo punto forte è qualcosa che non si vede: sì, anche una ammiraglia elettrica, ma soprattutto una ammiraglia elettrica realizzata sulla piattaforma MEB, la stessa dei futuri hatchback e crossover e del futuro Bulli.

La foto di famiglia con i quattro modelli elettrici I.D. riuniti a Ginevra è la maggiore rassicurazione che una marca generalista per eccellenza come quella di Wolfsburg possa continuare a guardare fiduciosa al futuro con un’offerta in grado di piacere a tutti.

Se volete, la lezione di Ginevra 2018 che è arrivata stasera è che la Golf del 21° secolo non sarà un’auto: sarà la piattaforma MEB (Modularer ElektrifizierungsBaukasten). Una impalcatura da riempire di contenuti.

Da un certo punto di vista, specie se si è seguito come ha fatto AUTO21 lo streaming ed i primi commenti immediati sui social media, una presentazione come quella di stasera può essere persino sviante: come se accendere i riflettori su una ammiraglia implicasse che per sopravvivere ora le case auto generaliste debbano cercarsi le nicchie.

Un percorso rischiosissimo con la commoditization che sta per investire il mondo dell’automotive a più livelli: uno spazio che si ridurrà invece sempre di più e garantendo il successo solo a pochi super-esclusivi marchi.

Che nel concept Volkswagen di Ginevra il peso specifico della componente I.D. sia più importante di quella della componente Vizzion e che il successo di una piattaforma come la MEB sia ormai il pilastro delle opportunità di mercato per una grande casa auto  forse lo si può capire meglio se approfittiamo di quello che la giornata ha offerto oltre al concept I.D. Vizzion.

Perché Volkswagen, inteso come gruppo e non come singola marca, ha appena presentato la versione scuolabus del Sedric, il suo veicolo a guida pienamente autonoma.

La serata di I.D. Vizzion stende il tappeto rosso alla tempra generalista Volkswagen
Il gruppo Volkswagen ha appena presentato una prefigurazione di versione-scuolabus del suo shuttle privo di guidatore Sedric. (credito foto: ufficio stampa Volkswagen AG)

Presentare uno scuolabus non implica che il gruppo tedesco o uno dei suoi marchi auto o della mobilità desiderino per forza ricercare il successo in una clientela di nicchia costituita da piccoli comuni o comunità montane (se fate un rapido conto della serva è troppo piccolo per la demografia della maggior parte dei distretti scolastici, almeno in Italia).

Il messaggio che ci deve arrivare con la versione scuolabus del Sedric è che il Sedric (come MEB) è una piattaforma attorno alla quale lavorare. Per fare un paragone fin troppo ovvio, sono gli Android, gli iOS che offrono l’occasione di sviluppare decine di app.

Come ha indicato chiaramente nella presentazione di Las Vegas il rivale Toyota del Sedric, l’e-Palette, la personalizzazione è quasi illimitata. La buona notizia è che in questo nuovo spazio della mobilità elettrica (e in seguito autonoma) potrà esserci spazio per chi vorrà proporre idee intangibili (app) o prodotti tangibili (l’equivalente delle cover). Ma saranno questi i protagonisti delle nicchie, non Volkswagen o Toyota.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG