TECH

Ecco come vedere le cose proprio come le vedono le Google-car autonome in Arizona

Ora la realtà virtuale Waymo offre anche ai clienti del primo servizio di robo-taxi senza autista l’esperienza che emerge da sensori, laser, nuvole di punti

The company released a 360-degree VR representation of what its robocar sees

Waymo, il ramo di Alphabet che sta sviluppando a forza di balzi in avanti sempre più ampi il progetto della Google-car, ormai diventato un Google-taxi, ultimamente sembra così avanti nei suoi programmi che pare potersi permettere il lusso di dare ritocchi e pennellate di dettaglio al suo quadro.

Si tratta di un’impressione analoga a quello che si ricava dagli ultimi annunci del Toyota Research Institute. Ovviamente TRI e Waymo sono programmi rivali, ma in comune hanno il fatto di essere arrivati ad uno stadio in cui c’è il tempo di dedicarsi ai dettagli. Toyota ora sulle sue Lexus si dedica all’integrazione anche estetica e stilistica della miriade di sensori.

Waymo invece ha messo un gran impegno nel migliorare l’aspetto dei suoi video che combinano i dati dei sensori e li fondono con le mappe per dare una scena perfettamente chiara ad un osservatore umano quanto lo deve già essere, presumiamo, per i software che fanno marciare come orologi svizzeri le Chrysler Pacifica ibride nella soleggiata periferia di Phoenix, Arizona.

Qui sotto trovate il video pubblicato su YouTube in cui muovendo il mouse sul video potrete beneficiare di una visualizzazione virtuale a 360 gradi. Non è un esempio che voglia esaurire le complessità della guida autonoma.

E tuttavia fa molti sforzi per rappresentare cose che per portare in modo sicuro a destinazione un robo-taxi sono essenziali, come ad esempio le distanze assolute dagli oggetti, la velocità con cui oggetti identificati e racchiusi nei quadri o nelle scatole colorate che sono il risultato della segmentazione semantica operata dal software si avvicinano o si allontanano.

Inoltre la prima parte del video riesce a ricordare che quegli oggetti più o meno spettrali sono collocati in una mappa. Mappa, anzi mappe che sono di particolare aiuto (o forse dovremmo dire consolazione?) nella parte finale in cui la prospettiva diventa quella dei sedili posteriori del robo-taxi.

Considerato che l’Arizona ha autorizzato che nessuno sia più seduto davanti, dapprima solo per i test e da poche settimane anche per il servizio commerciale, poter vedere sul video i percorsi e le azioni anticipate dai computer di bordo è una iniezione di fiducia per quegli esseri umani che iniziano a servirsi dei robo-taxi di Waymo.


Credito foto di apertura: Waymo via medium.com