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Un’alleanza franco-tedesca per sviluppare le batterie allo stato solido del futuro

La francese Saft, insieme ai colossi industriali del Nord Solvay, Siemens e Manz puntano alla prossima generazione di celle e batterie con elettroliti solidi

Oggi da un tradizionale protagonista del settore delle batterie come la francese Saft è partito un annuncio che accende i riflettori sulla rincorsa continentale che punta a creare protagonisti in grado di contrapporsi alla concorrenza globale, che vuol dire soprattutto asiatica.

Insieme alla controllata del gruppo petrolifero Total, a condividere il progetto che le vedrà mettersi insieme al lavoro sulle batterie del futuro saranno il colosso chimico belga Solvay e le imprese tedesche Siemens e Manz.

Nella nota stampa si precisa che la ricerca e sviluppo punterà ad aprire la strada ad usi industriali della prossima generazione di batterie, non le attuali agli ioni di litio con elettroliti convenzionali ma quelle ad alta densità di energia con elettroliti solidi.

Contrariamente a quello che sperava la Commissione Europea ed il suo vicepresidente Maros Sefcovic, non sembra attuabile il sogno di dare vita ad una “Airbus delle batterie”. Pochi giorni fa Sefcovic aveva indicato che quella soluzione che prevedeva un colossale consorzio sarà probabilmente superata dalla creazione di centri regionali di eccellenza europei.

In effetti però, l’alleanza franco-tedesca appena annunciata oggi induce a credere che più che vedere centri regionali, ovvero con base fortemente nazionale, sia verosimile scoprire che le società decideranno di associarsi in base alle competenze piuttosto che alla loro nazionalità.

Quello che invece la nota stampa di oggi pare confermare è che i protagonisti dell’industria danno già per persa la sfida con le rivali asiatiche sulle tecnologie attuali, preferendo invece puntare a quelle che saranno il pilastro della mobilità elettrica (incluse ovviamente le batterie per auto), dei progetti di accumulo e di tutto quello che servirà all’inizio della prossima decade o magari oltre.

L’amministratore delegato dell’azienda transalpina Ghislain Lescuyer ha dichiarato nella nota: “Saft ha cento anni di esperienza nella ricerca, sviluppo e manifattura di celle e batterie ad alte prestazioni, inclusi 25 negli ioni di litio”.

“Questo programma si concentra sulla tecnologia delle batterie del futuro, e quando lo sviluppo di questa tecnologia solid-state sarà completato con successo, inizieranno i processi di industrializzazione innovativa che potranno comportare unità produttive scalabili a blocchi manufatturieri a partire da 1 GWh”.

Oggi una Gigafactory delle batterie viene considerata tale dai 25-30 GWh in su: non è chiaro quindi, dalle parole del numero 1 Saft, se l’alleanza franco-tedesca stia già orientandosi su unità produttive più piccole oppure se anche per la tecnologia degli elettroliti allo stato solido la costruzione degli impianti di grandi dimensioni possa continuare ad essere considerata un vantaggio.


Credito immagine di apertura: sito internet SAFT SA