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L’utility Chubu Electric Power accoglie a braccia aperte le vecchie batterie Toyota

In Giappone inizia quest’anno e sarà operativo dal 2020 il progetto di un impianto di accumulo: provvederà al riciclaggio delle batterie di ibride Toyota

Toyota e l’utility giapponese Chubu Electric Power stanno iniziando una collaborazione mirata a mettere in moto un progetto che comporta la costruzione di sistemi di accumulo su larga scala in grado di riutilizzare batterie provenienti da autoveicoli.

In linea con la presentazione della sua strategia per l’elettrificazione presentata a dicembre 2017, secondo Toyota l’uso appropriato delle batterie all’interno di un ciclo completo contribuirà ad agevolare la popolarità e l’adozione di veicoli spinti dall’energia elettrica.

Chubu Electric Power è interessata a soluzioni utili alla gestione delle reti elettriche nei momenti di potenziale instabilità collegati al contributo crescente delle energie rinnovabili.

A partire dal 2018 Chubu Electric Power e Toyota svilupperanno un impianto di accumulo basato su batterie usate ed effettueranno test destinati entro il 2020 a mettere in opera un sistema con capacità di circa 10.000 kW, che equivalgono a circa 10.000 batterie.

Le batterie coinvolte in questo primo primo progetto sono del tipo all’idruro di metallo e nickel usate comunemente sulle auto ibride della casa giapponese. Oltre a smaltire questi pacchi batteria di capacità relativamente contenuta come sono quelli delle ibride, l’idea Toyota è che programmi come quello che sta prendendo il via potranno in seguito, verso il 2030, essere la soluzione anche per batterie agli ioni di litio accolte da ibride plug-in e elettriche al 100%.

Quando le batterie usate sono combinate insieme, anche qualora la capacità delle singole celle sia diminuita durante l’impiego sui veicoli in cui erano precedentemente installati, la loro presenza in un impianto di stoccaggio può servire egregiamente a regolare fluttuazioni nella frequenza della rete (il che tra l’altro in Giappone è complicato dall’essere divisa tra parti di rete a 50 Hz come in Europa ed in regioni a 60 Hz, come in America).

La regolazione della frequenza della rete è uno dei tre contributi che l’impianto di accumulo basato su vecchie batterie di Toyota ibride potrà fornire: ve ne sono altri due altrettanto importanti.

Ovvero l’uso per equilibrare le fluttuazioni nei voltaggi delle reti di distribuzione per mantenere stabilmente l’appropriato range e infine l’impiego come “valvola di sfogo” per aggiustare il rapporto tra domanda ed offerta, in particolare quando si verificano surplus di generazione della corrente da parte di impianti basati su energie rinnovabili.

Infine le due società inizieranno a studiare anche un possibile percorso che porti le batterie dopo il ciclo di vita nei sistemi di accumulo verso un riciclo dei materiali che le compongono, in particolare di metalli i cui prezzi nei mercato internazionali delle materie prime sono in costante ascesa in previsione delle aspettative di crescita proprio del settore batterie per auto.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Toyota Motor Corp.