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Le mappe di Mobileye hanno a disposizione due milioni di occhi

A tanti ammontano telecamere e chip già piazzati dalla società del gruppo Intel sulle strade per non perdere nemmeno un istante di quel che succede nel traffico

Al CES 2018 non manca lo show, ma nemmeno la sostanza. Per quanto riguarda il primo aspetto Intel ha pagato dazio allo spirito da show di Las Vegas portando un drone di Volocopter, la startup tedesca con la quale collabora allo sviluppo di taxi volanti. Ma per il futuro immediato della mobilità è molto più interessante il punto della situazione che Intel ha fatto sul lavoro di Mobileye, la controllata leader nella visione computerizzata.

L’azienda israeliana spinge sulla sua piattaforma REM, una piattforma per la mappatura tridimensionale che usa i dati raccolti dai veicoli con essa compatibili per tracciare mappe aggiornate in tempo reale o quasi che possono quindi trovare applicazione immediata in pressoché tutti i sistemi di assistenza alla guida, anche quelli più attinenti alla sicurezza che alla autonomia vera e propria.

I dati saranno raccolti grazie a software integrati nei sistemi EyeQ4, che sono entrati in produzione lo scorso anno e che fanno parte della dotazione di una flotta che ha raggiunto i due milioni di veicoli: auto con sul cofano marchi come BMW, Nissan, Volkswagen e molti altri. I sistemi tra quest’anno ed il prossimo andranno a finire su modelli degli undici costruttori con cui sono stati firmati contratti finora.

Si tratta di quell’approccio al perfezionamento dei sistemi che è noto come fleet learning, apprendimento basato su flotte, che il cui stendardo era stato issato per primo da Tesla, ma che la casa di Elon Musk ormai persegue per proprio conto dopo il divorzio piuttosto brusco che si è verificato proprio con Mobileye a seguito dell’incidente fatale all’americano Josh Brown.

Questa parte di struttura a supporto della guida pienamente autonoma al contrario di quello che si potrebbe pensare non avrà bisogno di infrastrutture telematiche particolarmente consistenti, ad esempio della implementazione della rete cellulare 5G. Si appoggerà sì anche al cloud, facendo in questo leva sul know-how di Intel.

Ma una caratteristica di MobilEye che ne ha aiutato il successo fin dall’inizio è stata il basso consumo di energia dei suoi chip, e questa frugalità si confermerà anche nella quantità minima di banda che i suoi pacchetti di dati necessiteranno viaggiando verso i server che aggiornano continuamente le mappe e info su incidenti, traffico, meteo.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Intel Corp.