TECH

Il CES sarà un ponte disteso su un mare ribollente di novità per la guida autonoma

Tante le novità al CES 2018 attese dalle aziende di sensori come Leddar Tech, Quanergy, TetraVue; il colosso dei LiDAR Velodyne gioca d’anticipo sui prezzi

Sono bastate un paio di edizioni per trasformare il CES in un evento atteso anche da chi si appassiona alle novità dell’automobile. Ma quello di Las Vegas resta anzitutto uno show in cui le vedette sono le innovazioni tecnologiche e anche nella prossima edizione sarà così.

In particolare quando si tratta di quelle tecnologie dei sensori che, a medio e lungo termine, finiranno nelle linee di montaggio delle case auto, questo è anche più evidente. Sarà certamente così nel campo dei sensori laser, quei LiDAR che molti ritengono essere insieme all’intelligenza artificiale un pilastro fondamentale per arrivare presto a veicoli pienamente autonomi.

Startup che sono ormai emerse in modo prepotente come Leddar Tech, Quanergy, TetraVue, a Las Vegas sfoggeranno le ultime novità che hanno incorporato nei loro prodotti, nel caso di quest’ultima nei suoi flash LiDAR, le prime due sviluppando quelli di tipo solid-state.

Ma anche chi lavora sulle camere e sui radar promette passi da gigante: Foresight Automotive presenterà un prototipo di una camera in grado di fondere immagini convenzionali ed infrarossi per superare le limitazioni di questi apparecchi con scarsa illuminazione.

E c’è attesa tra gli addetti ai lavori per Metawave, azienda che punta a fare un salto di qualità nella risoluzione dei radar (finora il loro punto debole) per mettere anche questi sensori in grado di procedere a classificazioni degli oggetti identificati sempre più precise, un compito per il quale finora LiDAR e camere erano avvantaggiati.

In breve, dalla prossima ondata di novità le case auto possono attendersi grandi aiuti nei loro programmi di sviluppo delle tecnologie di guida autonoma. Resta un fattore fondamentale a sbarrare la strada ed è quello dei costi.

Ma Timothy B. Lee, pochi giorni fa ha scritto in un articolo per Ars Technica: “nessuno sa quanto ci vorrà per costruire LiDAR con specifiche automotive a prezzi abbordabili, ma tutti gli esperti con cui ho parlato sono ottimisti“. Probabilmente la valanga di novità che si annuncia in questo 2018 conferma quell’ottimismo.

Con i fatti più che con le parole. Il colosso del settore, l’americana Velodyne, ha appena annunciato che taglierà del 50% i prezzi di uno dei suoi prodotti più richiesti: il VLP-16 Puck, un dispositivo che copre a 360° fino a 100 metri di distanza e costava finora circa €7.000.

Per difendere la sua posizione di leader di mercato Velodyne taglierà da $7.000 a $3.300 il prezzo del suo sensore laser VLP-16 Puck, che vede fino a 100 metri

Tutte le precedenti generazioni di sensori per la guida autonoma hanno seguito finora la traiettoria di ogni innovazione tecnologica applicata all’auto, ad esempio l’ABS: sono scese di prezzo man mano ne aumentava la diffusione. La decisione di Velodyne appare una vistosa conferma.

Inoltre, comunicata alla vigilia del CES di Las Vegas, appare anche un buon modo per convincere i gruppi globali a continuare a usare i prodotti che le sono familiari (e in cui Velodyne è leader di mercato) invece di lasciarsi tentare da novità in cerca di un posto al sole nel panorama della tecnologia per l’auto.

Oppure dal farsi le cose in casa: un tempo le Google-car usavano LiDAR proprio di Velodyne, ma col tempo Waymo ha deciso di sviluppare i sensori laser su misura, fiera di rivelare anche un risparmio di quasi il 90% grazie a quella decisione. Ford ha acquisito Princeton Lightwave, GM ha preso Strobe e Continental ASC: tre casi in cui protagonisti dell’auto hanno aperto i cordoni della borsa per avere aziende promettenti che sviluppano sensori laser.

Tutte queste mosse a gioco lungo dovrebbero tradursi in ulteriori tagli ai prezzi. Tagli che finiranno per togliere i costi dei sensori dall’elenco dei possibili ostacoli alla diffusione dei sistemi autonomi. Peraltro, a breve termine almeno, quando si legge di LiDAR dai prezzi simili a quelli di un iPhone o inferiori, occorre prendere nota che si tratta di dispositivi che non possono avere proprio tutte le qualità che potenzialmente i modelli più performanti sono già in grado di vantare.

Ovvero o su una caratteristiche o sull’altra si deve essere disposti a fare qualche sacrificio. Ad esempio in termini di risoluzione per i flash LiDAR, oppure in termini di distanza operativa per altri apparecchi come i MEMS (che usano micro-specchi per gestire i raggi laser) oppure come campo visivo.

Quest’ultimo caso è, ad esempio, quello del Valeo Scala, tra i primi ad essere prodotti in modo massiccio con destinazione proprio il mercato auto. Ha un prezzo  molto interessante, inferiore ai $1.000 dollari, ma arriva solo a 100 metri ed ha risoluzione orizzontale di 145° e verticale di 3,2°: in altri termini identifica solo gli oggetti davanti all’auto.

La stessa Velodyne che ora vuol prendere in contropiede la concorrenza  sui prezzi, quando si tratta del suo prodotto di punta, il VLS-128 tiene la bocca cucita su quanto costerà ai clienti. Clienti che potranno però contare su un prodotto futuristico che, grazie a quei 128 canali, vedrà oggetti lontani fino a 300 metri e con tre volte la risoluzione dei modelli precedenti.

Il modello di punta precedente, che di canali ne aveva 64, costava $75.000. Grazie alla fortissima spinta della domanda,  in brevissimo tempo le case della tecnologia stanno migliorando sempre di più anche i punti deboli dei propri prodotti. Perché quel mondo sempre più a colori e in cui la precisione è sempre più accurata che le novità al CES 2018 promettono diventi una realtà diffusa occorrerà ancora qualche anno: meno di quanto oggi immaginiamo.


Credito immagine di apertura: ufficio stampa Velodyne via Business Wire