I primi clienti di Aurora Innovation sono i gruppi Volkswagen e Hyundai
La startup dei sistemi di guida autonoma fondata da Chris Urmson e Sterling Anderson ha sì meno di due anni di vita, ma già un ruolo da protagonista
Quando l’onda dell’autonomia (quella della guida, non quella politica) ha cominciato ad espandersi, due o tre anni fa, tra alcuni addetti ai lavori si è presto diffuso l’interrogativo se le società che proprio di questo si occupano sarebbero diventate una preda ambita per i gruppi auto.
All’inizio è stato proprio così, con una raffica di acquisizioni. Oggi però un annuncio di lascia pensare che potrebbe essere iniziata una nuova fase: un periodo in cui le startup della Silicon Valley pur restando indipendenti si rivelano altrettanto determinanti per l’automotive di Bosch, Continental o Valeo.
Oggi Aurora Innovation, che è una delle più promettenti aziende attive nei sistemi di guida autonoma, ha annunciato di aver siglato accordi sia col gruppo Volkswagen che con quello Hyundai Motor per portare i propri prodotti e software sui loro veicoli.
La notizia, che non a caso precede l’evento clou della tecnologia (il CES di Las Vegas) sembra indicare che alcune case auto ora stiano puntando ad accedere al più alto livello di know-how senza voler sborsare cifre enormi per portare sotto il proprio ombrello le aziende che queste competenze hanno sviluppato.
Aurora Innovation è stata creata nel 2016 da Chris Urmson (uno specialista proveniente da Alphabet, dove aveva lavorato al progetto della Google-car), da Sterling Anderson (che durante la sua permanenza in Tesla aveva lavorato sull’Autopilot nella prima e finora ineguagliata versione) e da Drew Bagnell (che proviene dal centro ricerche Uber ATG di Pittsburgh).
Come altre società concorrenti, ad esempio Aptiv (fino a poche settimane fa ancora nota come Delphi), Aurora Innovation ha puntato a vendere a più clienti i propri sistemi, invece che cercare rapporti a senso unico con un gruppo. Si tratta a ben guardare dello stesso obiettivo di Waymo, la prima delle società americane ad aver aperto la strada delle robo-car.
Ma il fatto che Waymo e la neo-arrivata Aurora abbiano oggi lo stesso numero di clienti (solo FCA e Honda si sono finora “fidanzati” con la prima) dovrebbe forse far accendere qualche lampadina. Verrebbe da pensare che agli amministratori delegati delle case auto e ai loro chief technology officer metta qualche ansia il fatto che il loro fornitore potenzialmente più importante sia una divisione di un colosso che potrebbe comprarseli in borsa senza fiatare…
Con Aurora Innovation questo ostacolo proprio non si pone. E così abbiamo scoperto che i tecnici del gruppo tedesco stavano integrando nei propri veicoli i sistemi degli americani già da un anno. Johann Jungwirth, alla cui scrivania fanno capo tutte le strategie sulla tecnologia, ha detto a Fortune che il risultato concreto si dovrebbe vedere a partire dal 2021, quando saranno lanciate le flotte dei progetti di mobilità.
Come noto il gruppo di Wolfsburg è già partito con un tredicesimo marchio, Moia, che sta iniziando a lavorare in alcune città. A quelle attività di ride hailing e micro-transit con veicoli guidati da autisti si affiancheranno gradualmente, in città ancora da definire ma che saranno tra due e cinque, mezzi come il concept Sedric ed altri che dobbiamo ancora scoprire.
Metà dei test avrà luogo in Germania e circa metà negli Stati Uniti. Il numero di veicoli di prova che arriveranno sulle strade nel 2018 passerà da un pugno inizialmente alla doppia cifra entro fine anno. Poi il numero salirà a tre cifre nel 2019 e nell’anno che precederà l’entrata in servizio.
Il partenariato di Aurora Innovation con Hyundai è ad uno stadio meno avanzato rispetto a quello coi tedeschi, ma non per questo meno interessante. Woongjun Jang, che è alla guida dei progetti avanzati nel gruppo coreano, ha dichiarato all’agenzia Bloomberg che il primo obiettivo dell’accordo con gli americani riguarderà l’integrazione dei loro sistemi di guida autonoma con un veicolo ad idrogeno che dovrà entrare in servizio a partire dal 2021.
I coreani in particolare nei servizi di robo-taxi non vogliono lasciare troppo spazio ai gruppi rivali (che in molti casi hanno già stretto alleanze), e hanno deciso di puntare sulla tecnologia fuel cell. Una scelta in cui hanno forse giocato ragioni analoghe a quelle per cui Ford ha già annunciato di voler partire con robo-taxi ibridi e non elettrici al 100%: una autonomia di marcia superiore e tempi di rifornimenti inferiori.