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Il gruppo Volkswagen vede già un futuro elettrizzante in Cina, anche se…

…la sua marca spagnola non potrà vendere con la denominazione SEAT le auto elettriche che costruirà insieme al gruppo locale Anhui Jianghuai Automobile

Pochi giorni or sono Matthias Müller ha anticipato al quotidiano tedesco Welt am Sonntag che quando si tirerà la riga sui conti di fine anno del gruppo da lui guidato, la situazione che si delineerà sarà rosea. Le vendite dei marchi Volkswagen supereranno quelle 2016 (10,3 milioni di veicoli) ed un robusto contributo a questi conti sarà quello del primo mercato globale: la Cina.

Un mercato nel quale è diventato il primo gruppo a vendere tre milioni di auto nello stesso anno, ha comunicato il 20 dicembre. Continuare a primeggiare su quel mercato fondamentale vuol dire essere in condizione di vendere quei veicoli elettrici che i regolatori nazionali pretendono per i prossimi anni.

Il gruppo di Wolfsburg pare determinato a farlo senza lasciare fuori da quel terreno decisivo alcun ramo d’azienda. Uno di questi è quello spagnolo: sul marchio diretto dall’italiano Luca De Meo il gruppo puntava per proporlo come bandiera di una nuova filiera di auto al 100% elettriche rivolte proprio alla Cina.

Ma l’idea di Volkswagen si è scontrata con le regole cinesi. Norme che prevedono che le nuove licenze concesse alle joint venture create per vendere auto elettriche (e soltanto quelle) debbano usare brand creati ex novo per il mercato locale. Le auto elettriche non potranno quindi chiamarsi SEAT.

Ma ieri il solitamente bene informato sito finanziario Caixin ha confermato che sarà comunque proprio SEAT (che aveva abbandonato il mercato nel 2014 dopo aver tentato senza successo di vendere auto prodotte a Martorell) il punto di riferimento della terza joint venture del gruppo Volkswagen in Cina.

L’accordo di programma era stato firmato a settembre 2016 tra Volkswagen ed Anhui Jianghuai Automobile, meglio nota come JAC. Questo gruppo automobilistico ha affiancato i due tradizionali partner dei tedeschi FAW e SAIC in una joint venture nata con una dote di 2 miliardi di yuan (circa €256 milioni).

Secondo le fonti cinesi la prima auto prodotta sarà la versione elettrica di un attuale modello JAC, ma la seconda e terza vettura saranno versioni di veicoli SEAT. Considerato che a Martorell stanno lavorando sul progetto di una e-Mii che nascerà da una costola della tedesca e-up!, si può avere la tentazione di indicare questa come una candidata naturale al mercato asiatico.

Ma forse sarebbe una previsione frettolosa: infatti a JAC non manca affatto l’esperienza sulle piccole cittadine elettriche, così come su quei quadricicli a batterie che il pubblico cinese ha sempre dimostrato di gradire. E, tra l’altro, al design di questi modelli mette mano anche il centro italiano del gruppo cinese che ha la sua sede a Pianezza, nella Motor Valley torinese.

Così è pensabile che dovendo attingere alla gamma di Martorell si possa guardare per prima cosa ad altri modelli, ad esempio ai crossover che stanno dando il loro contributo ad una annata memorabile per le vendite del marchio catalano.

Il modello su cui cadrà la scelta, peraltro probabilmente non dovrà nemmeno cambiare troppo il logo sul cofano. Se, come detto, le SEAT-JAC non potranno esibire il nome dell’azienda del gruppo Volkswagen, sembra però che sarà consentito al nuovo marchio di usare un logo simile a quello di Martorell, in quella che sarebbe una tipica dimostrazione del senso pratico cinese.

A novembre il sito specializzato CarnewsChina ha pubblicato una foto di un logo a forma di S non identico ma molto simile a quello spagnolo. La foto è stata scattata fuori dalla sede della joint venture SEAT JAC ad Hefei, nella provincia di Anhui.

Anche l’arancione usato per l’insegna è parimenti molto simile a quello originale SEAT, una ulteriore indicazione che, quando una joint venture è ben vista dalle istituzioni cinesi, non si punta a metterle i bastoni fra le ruote con cavilli burocratici.

Il fatto che già si siano preparati totem, insegne e cartellonistica lascia pensare che sia stato approvato oltre al logo anche il marchio definitivo con cui verranno posti in vendita. E, a questo punto, è l’unica cosa che manca di conoscere per completare il puzzle della nuova operazione.


Credito foto di apertura: ufficio stampa SEAT Italia/VW Group Italia