AUTO

Il “Plan Pace!” Opel inizia con le ibride plug-in ma promette una Corsa elettrica

Le sinergie tra il gruppo PSA e la marca tedesca da poco acquisita si allargheranno dalla piattaforma convenzionale EMP2 a quella elettrica e-CMP

Stamattina le caselle di posta elettronica dei giornalisti specializzati di tutta Europa contenevano i primi dettagli del Plan Pace!, il piano con cui il gruppo PSA ha in mente di rimettere in linea di galleggiamento la travagliata marca Opel (e per la più piccola Vauxhall), da poco acquisita. Il piano contiene progetti di modelli elettrificati e anche l’anteprima della realizzazione di una Opel Corsa al 100% elettrica.

Saranno quattro i modelli elettrificati previsti da qui al 2020, tra cui appunto la Corsa in quell’anno. Per la casa del Blitz la classica impostazione del gruppo PSA da quando è guidato da Carlos Tavares, in cui le sinergie sempre amiche dei bilanci, sarà di strettissima attualità.

Da qui a dedurre che le Opel riprenderanno una gran parte dei componenti della nuova piattaforma PSA nota come e-CMP il passo è breve. Si tratta, ricordiamo, di un pianale studiato per alloggiare un motore elettrico da 115 cavalli messo in movimento da una batteria di media capacità da 50 kWh a sua volta ricaricata con caricatori CSS Combo 2 con a bordo dispositivo AC da 7 kW.

Al salone di Francoforte è già stata svelata la versione ibrida plug-in del SUV Grandland X, ma in questo caso non si tratterà della piattaforma tutta elettrica PSA ma della EMP2 (destinata allo stabilimento Opel di Eisenach) che condividerà con le “cugine” francesi DS7 Crossback e Peugeot 3008.

A queste soluzioni intermedie PSA pare voler affiancare anche su tutta la gamma versioni mild hybrid, perché nel suo Plan Pace! si impegna ad elettrificare l’intera gamma entro il 2024 e quella dei sistemi a medio voltaggio è la scorciatoia più rapida per mantenere la promessa.

Quello che invece sembra uscire dall’orizzonte Opel, paradossalmente, è uno dei modelli col maggior potenziale globale: la Opel Ampera-e. Se inizialmente si poteva ipotizzare che questo modello potesse servire per schiudere il mercato delle elettriche native al gruppo francese, dopo qualche mese invece non si può che ammettere che al contrario il destino della Ampera-e è fortemente condizionato dal fatto di arrivare dallo stabilimento americano Orion dove nascono le “cugine” Chevrolet Bolt.

Già disponibile solo in Nord Europa e con il contagocce, in Italia chissà mai se la vedremo, la Ampera-e è stata accolta benissimo dove erano aperti gli ordini, come in Norvegia o Olanda, tanto bene che sono stati praticamente chiusi gli ordinativi. Non solo, ma in quei paesi dove la lista d’attesa è lunghissima ora sono arrivati segnali di forti aumenti di prezzi, compresi tra i €4.000-5000.

Opel e PSA puntano il dito contro General Motors, che si fa pagare a caro prezzo il servizio per quella che ormai è una marca concorrente, Inoltre con gli ordini che stanno fioccando in America prima della possibile revoca degli incentivi federali entro fine anno, GM ha interesse ad accontentare più le concessionarie Chevrolet che quelle Opel.

Inoltre nella fabbrica di Orion sono impegnati anche col lavoro in parallelo sulle Bolt con cui la divisione Cruise Automation sta sviluppando sempre più rapidamente sistemi autonomi e anche questo contribuisce a far ritenere che il flusso di Ampera-e verso questo lato dell’Atlantico tenderà sempre più a restringersi.


Credito foto di apertura: ufficio stampa Opel Italia