Alla startup Hubject non basta più aggregare 61.000 postazioni di ricarica
La società berlinese vuole espandersi anche negli Stati Uniti ed in Cina fino a far diventare il suo servizio uno standard
Se si esaminano le app che hanno successo, non è difficile che non mancano in questo elenco quelle che funzionano da aggregatori. In quasi ogni settore. Si può usare Trivago per scegliere tra proposte di viaggi e vacanze. Nel car sharing da qualche tempo c’è Free2Move (del gruppo PSA) che assicura una rapida visione d’insieme di tutte le auto disponibili appartenenti a diversi gestori per città come Milano o Firenze.
Se questi sono servizi per i privati, non mancano anche aggregatori di servizi business-to-business ed in particolare per la ricarica dei veicoli elettrici. Un settore frammentato, in cui utilities e società che gestiscono le postazioni di ricarica si trovano però ad avere clienti che non vogliono necessariamente sottoscrivere contratti con differenti fornitori di energia, contratti che magari possono avere anche modalità di pagamento diverse ed incompatibili.
In questo ambito uno di quelli che sta crescendo più rapidamente è nato nel 2012 a Berlino: Hubject. Nel capitale sociale ci sono BMW, Bosch, Daimler, EnBW, innogy, Siemens e Volkswagen. Hubject propone una soluzione che include il coinvolgimento di diversi fornitori e Paesi per ricaricare veicoli elettrici attraverso la propria piattaforma di eRoaming.
Dopo essere arrivata ad includere 61.000 postazioni di ricarica in Europa e Giappone (senza possederne alcuna di propria), adesso Hubject punta ad una imminente espansione in Cina e Stati Uniti. In un mercato come quello degli aggregatori, le dimensioni sono essenziali perché tendono a far diventare una piattaforma lo standard.
L’azienda è stata ricapitalizzata con fondi freschi per dare vita a questa nuova offensiva e ampliarsi. In Cina oltre ai finanziamenti per il lancio, Hubject è alla ricerca di un partner locale per dare vita ad una inevitabile (viste le normative nazionali) joint venture, ha confermato il condirettore dell’azienda Thomas Daiber all’agenzia Reuters.