TRASPORTI

Il camion elettrico più grande del mondo adesso è svizzero

Su un mezzo d’opera Komatsu modificato da un consorzio elvetico batteria da 700 kWh da 1.440 celle per affrontare gli ostacoli delle cave

Si tratta di un periodo vivace per i mezzi commerciali elettrici; Daimler ha appena distribuito a New York i suoi primi Fuso a batteria per usi urbani, ancora tre settimane e Tesla presenterà il suo, attesissimo, trattore elettrico. Ma la notizia da record arriva da molto più vicino: dalla Svizzera, dove un consorzio di imprese e istituti di ricerca sta costruendo e mettendo all’opera proprio quello, il camion elettrico più grande del mondo.

Basato su un mezzo d’opera prodotto dalla giapponese Komatsu è un giocattolo con ruote da circa due metri di diametro che pesa 45 tonnellate a vuoto ed arriva 65 col carico: per muovere questo genere di massa su e giù per una cava occorre naturalmente un pacco batterie importante, con capacità di 700 kWh. Si tratta della capacità equivalente a sette Tesla Model S P100D.

La Kuhn Schweiz AG ha disassemblato e ricostruito a Lommis il veicolo adattando il telaio per il voluminoso pacco batterie che pesa da solo 4,5 tonnellate ed è costituito di 1.440 celle con chimica NMC (nickel manganese cobalto) prodotte dalla cinese Shenzen Westart e con un sistema di gestione del pacco della svizzera Esoro.

Al progetto partecipano anche la Lithium Storage GmbH, azienda che ha anni di esperienza sui camion elettrici (tra cui gli e-Force di cui abbiamo scritto qui) l’Ufficio Federale Svizzero per l’Energia e l’EMPA. Si tratta dell’istituto di ricerca federale su tecnologie e materiali, presente con un suo esperto, Marcel Held, incaricato di supervisionare sicurezza dell’operazione e gestione di materiali e sistemi.

Per avere all’opera per almeno dieci anni il costoso ma silenzioso Komatsu HD 605-7 l’azienda cementiera Ciments Vigier SA ha firmato un assegno a sette zeri (in franchi svizzeri, ovvio). Venti volte al giorno dovrà percorrere il tragitto dalla cava nelle colline di Chasseral al cementificio aziendale nei pressi di Biel.

Il motore elettrico del mezzo trasformerà in un vantaggio la discesa dalla cava dove, invece di surriscaldare i freni il generatore ricaricherà il pacco batterie (secondo le stime fino a 40 kWh). Una volta lasciato il carico al cementificio, si arrampicherà verso la cava sfruttando l’energia stoccata, affrontando pendenze fino al 13%.

Held e l’EMPA in particolare sono interessati al lavoro sotto stress cui sarà sottoposta la batteria sul Komatsu, batteria la cui chimica è sempre più popolare anche tra i produttori di auto elettriche. L’istituto ha condotto anche test di surriscaldamento nel suo laboratorio e di danneggiamenti meccanici per vedere come reagisce il pacco in caso di problemi ad alcune singole celle.

Se il test avrà successo, in seguito Ciments Vigier SA potrebbe decidere di arrivare a dotarsi di camion elettrici per tutti e otto i propri mezzi da cava. Gli esperti svizzeri prevedono che l’energia raccolta in discesa sarà di più di quella consumata per tornare in cava, e i mezzi potrebbero quindi finire per cedere un surplus di energia alla rete elettrica.


Credito foto di apertura: Andreas Sutter, Lithium Storage GmbH via ufficio stampa EMPA