AUTO

Bosch porta a Francoforte un gruppo motopropulsore uno e trino

Con l’innovativo eAxle la casa tedesca propone concentrato in una sola unità motore elettrico, elettronica di potenza e cambio

Se esistessero i marchi premium tra i fornitori dell’auto, Bosch farebbe parte di questo gruppo privilegiato non fosse altro che per le risorse che investe continuativamente in ricerca e sviluppo: €400 milioni l’anno solo per la mobilità a zero emissioni. E l’azienda tedesca non si smentisce presentando al salone di Francoforte un nuovo gruppo motopropulsore destinato ad essere commercializzato su veicoli elettrici ed ibridi a partire dal 2019.

Sull’eAxle, questo il nome della nuova unità, in un solo blocco sono racchiusi motore (dal 2012 Bosch vende motori elettrici tra gli altri ad FCA e PSA), elettronica di potenza e cambio. Più semplice meccanicamente, più sobrio dal punto di vista energetico e quindi più parco dal punto di vista dell’utilizzo di risorse, ed abbiamo già compilato la carta d’identità della nuova unità.

Con questo gruppo motopropulsore l’azienda tedesca si prefigge anche di contribuire ad estendere l’utilizzo delle batterie: a parità di autonomia di percorrenza, grazie all’economicità dell’eAxle, si potrebbero adottare batterie con potenza in kWh leggermente inferiore, con risparmi a più livelli, dai costi al peso dei pacchi batteria.

La compattezza dell’eAxle che da tre singoli componenti li riduce ad uno è in assoluto il maggiore asset del prodotto Bosch: non solo i progettisti dei veicoli che lo adotteranno avranno da calcolare minore spazio per montare motore, cambio ed elettronica di potenza, ma anche meno cablaggi ed il minore ingombro del sistema di raffreddamento, anch’esso ridotto da tre ad uno solo.

Quello che il nuovo prodotto Bosch conferma è la tendenza a ridurre il numero dei componenti a bordo che il diffondersi dell’elettrificazione comporta: quando l’ufficio studi della banca svizzera UBS ha fatto aprire e smontare una nuova Chevrolet Bolt confrontandola ad una convenzionale Golf ha trovato 149 parti mobili (quindi soggette ad attriti ed usura) nell’unità motrice della Volkswagen rispetto a 24 nella elettrica del gruppo GM.

Inoltre dall’elenco dei componenti della Chevy Bolt risultava che circa il 56% del contenuto dell’auto elettrica con il cravattino sul cofano provenisse da fornitori che non fanno parte della catena della fornitura tradizionale, fatta di Bosch, Continential, Delphi, Magneti Marelli, ZF eccetera. Ci pare che il lancio dell’eAxle possa essere anche interpretato come un segnale che a Stoccarda non si sono addormentati proprio mentre passa il treno dell’innovazione.

La nota Bosch spiega che il nuovo gruppo motopropulsore ha la flessibilità adeguata ad essere abbinato ad un ventaglio anche molto variegato di prodotti: auto compatte, SUV o mezzi commerciali leggeri (fino al limite di 7,5 tonnellate). Inoltre le sue caratteristiche offrono la possibilità di integrarlo a veicoli a propulsione convenzionale per convertirli all’elettrico.

Secondo le versioni l’eAxle potrà sviluppare da 50 fino a 300 kWh di potenza che andranno di pari passo con coppia motrice variabile tra i 1.000 ed i 6.000 Nm; potrà essere montato indifferentemente su ciascuno degli assi, e peserà, per la versione da 150 kW, una novantina di chilogrammi.


Credito immagine di apertura: ufficio stampa Robert Bosch S.p.A. Italia