A Pebble Beach l’eccesso batte la nostalgia anche tra le elettriche
Lo sfarzo sempre più ipnotico della Vision Mercedes-Maybach 6 Cabriolet fa ombra alla coraggiosa Project 9 inventata da Infiniti
Il concorso di eleganza di Pebble Beach è un appuntamento imperdibile per chi, oltre a far parte dell’1% più benestante del globo, sia anche un appassionato di auto. In California, al contrario degli appuntamenti di Goodwood in cui c’è un innato senso dell’understatement britannico anche quando sono presenti i maggiori capolavori della storia delle quattro ruote, l’aria del Nuovo Mondo dà licenza ai designer e ai reparti marketing di cadere in qualche eccesso. A volte anche vistoso.
Ma che il vento del cambiamento arrivi ormai a soffiare anche su quest’angolo di costa del Pacifico lo sottolineano due concept appena presentati da Infiniti e Mercedes-Maybach: entrambi elettrici. Infiniti, il marchio lanciato da Nissan che da sempre insegue il ruolo di costruttore premium, qui ha dato prova di sapersi applicare con dedizione alla filologia dei motori.
Nel presentare la sua Project 9 ha compiuto una operazione-nostalgia capace di abbinare ad un oggetto di squisita impostazione artigianale creato dal nulla che non avrebbe sfigurato nella categoria “vetturette” degli anni ’40 (antesignane delle moderne Formula 2 e GP2) batteria e motore elettrico dell’attualissima Nissan Leaf.
Source: Nissan Image Library
Così la Project 9 è stata presentata con un motore da 148 cavalli in grado di sviluppare una coppia di 320 Nm ed una batteria da 30 kWh. Se quello che dovrebbe essere il cuore ed i muscoli della prossima generazione di Leaf vi pare pochino per un prototipo da corsa, forse dovreste ricordare anche che i valori dei cavalli delle auto da corsa degli anni ’40 (quando per inciso Infiniti era ancora 50 anni di là da venire) non erano poi così elevati.
Ai fantasiosi designer del marchio giapponese vanno comunque fatti i complimenti per aver scelto di misurarsi con una operazione di rivisitazione del passato che di rado arriva ad un successo inequivocabile, quale che sia il campo in cui ci si avventura. Il clamoroso caso cinematografico di La la land, che ha rispolverato il musical per correre verso una messe di statuette dei premi Oscar è un’eccezione e non certo la regola.
A Pebble Beach il concept Infiniti ha anche avuto la sfortuna che a rubarle la scena siano state da un lato la conferma della produzione del Bulli o Microbus Volkswagen, e dall’altro la diffusione della “seconda puntata” di quel polittico Art Deco che la marca più opulenta del gruppo Daimler, Mercedes-Maybach, sta creando. Sull’erba dei campi da golf californiani c’era infatti fino a ieri la versione cabrio della Vision 6 vista lo scorso anno in versione coupé.
Quasi sei metri di lusso (da cui il numero della sigla) spinti da quattro motori elettrici sincroni a magneti permanenti, il che tecnicamente ne fa una vettura a quattro ruote motrici con una potenza di 750 cavalli. La capacità della batteria collocata nel pianale è di oltre 80 kWh, che consentono valori da auto sportiva (accelerazione 0‑100 km/h in meno di quattro secondi e velocità massima autolimitata a 250 km/h) senza sacrificare troppo l’autonomia, di 500 chilometri (in valori NEDC).
Questo concept Vision Mercedes-Maybach 6 è fatto per godersi il cielo stellato o il sole di picnic millesimati: anche l’elettrico scopre il conspicous consumption…
I picnic insomma (perché chi potrà acquistarla, fra un paio di lustri forse, sicuramente non troverà di meglio da farci che un picnic) sono salvi: proprio come l’equipaggiamento da portare a bordo, per il quale è stato previsto dallo spazio per le sacche da golf a celle refrigerate per le bollicine.
L’uso a fini di leisure di tanto spazio a disposizione è una caratteristica di questa famiglia di concept tedeschi: il superfluo è fondamentale, a cominciare dalla enorme griglia, di cui le celle delle batterie non hanno certo bisogno per raffreddarsi…
La cabriolet sacrificherà due posti rispetto alla coupé, così come le portiere ad ala di gabbiano. Ma gli interni adesso sembrano ancora più convincenti di quelli del concept visto l’anno scorso, che puntava più sui rendering degli interni che sulla visione diretta, così come non dava modo di vedere l’auto muoversi se non… telecomandata.
La cabrio invece che algido distacco comunica una esuberante voglia di vivere da ruggenti anni ’20 (sì, quelli di Francis Scott Fitzgerald, per quelli che verranno ancora non sappiamo…). I due sedili in pelle di nappa accoppiati sono esemplari di selleria artigianale che fanno venire voglia di provarli appena lo sguardo ci si posa, il pavimento in legno a cera con inserti di alluminio ricorda quello dei capolavori della nautica e l’altalena tra icone del passato, come comandi analogici tratti dalle più belle auto con la stella a tre punte, e sprazzi di futuro, come i lampi della fibra ottica, paiono raggiungere un sorprendente equilibrio.
Il blu elettrico degli interni a prima vista sembra richiamare la passione per spazi marini sconfinati; ma a ben guardare la scelta del colore è anche un richiamo alla sostanza ecologicamente consapevole del miliardario del 21° secolo. Un miliardario che potrebbe facilmente essere asiatico: e in tutta l’Asia il colore della natura è il blu, mentre in Occidente lo associamo invece al verde.
La Vision Mercedes-Maybach 6 Cabriolet appare così un cocktail inebriante che sottotraccia rispetto ai suoi eccessi e licenze è perfino in grado di veicolare la missione del gruppo tedesco verso il futuro della prossima decade: non poco, specie per un’auto da sogno avvicinabile un giorno solo a pochissimi. Scusateci amici della Infiniti: a Pebble Beach riprovateci la prossima estate.
Credito foto di apertura: ufficio stampa internazionale Daimler