AUTO

Elon dà, Elon toglie: questa settimana dà

Dopo aggiornamenti che hanno innervosito qualche fedele cliente Tesla, ora con l’Autopilot Musk vuol farsi perdonare

Entro questa settimana il nuovo Autopilot di seconda generazione, realizzato per gestire al meglio in tutte le nuove Tesla l’HW2 (l’ultimo pacchetto di sensori e apparecchi per l’assistenza alla guida) non solo dovrebbe essere aggiornato via etere sull’intera flotta che ne può disporre, ma dovrebbe diventare operativo.

Leggete dovrebbe al condizionale perché la società di Elon Musk è andata decisamente coi piedi di piombo nel metterlo in azione. Dapprima solo 1.000 auto aggiornate, poi intensa revisione dei dati e del suo funzionamento; in questa settimana i server di Palo Alto presumibilmente saranno attivi al 101% intenti a verificare che nel passare da dormiente ad operativo il software non crei sgradite sorprese.

Oggi probabilmente non esiste un marchio dell’auto che abbia un rapporto diretto e quasi quotidiano con la propria clientela quanto Tesla. L’azienda ha da poco informato che da oggi chi acquista le auto non potrà più contare sulla gratuità al momento di visitare le postazioni di ricarica veloce, i Supercharger collocati ai quattro angoli del globo. Ma neanche questo sembra essere stato l’argomento più scottante sui forum di appassionati della marca californiana.

Prima della notizia odierna del completamento dell’aggiornamento del software Autopilot, a far discutere invece sono state le sorprese collegate agli ultimi aggiornamenti. Non molto tempo fa update, per un guidatore di una Tesla, era sinonimo di bella sorpresa. Per alcuni una vettura acquistata, col tempo, poteva guadagnare perfino due o tre decimi sull’accelerazione da 0 a 60 miglia. Un approccio opposto a quello del cliente della casa auto convenzionale, sempre rassegnato ad acquistare qualcosa che invecchia inesorabilmente ed in fretta.

Tesla Motors sembra essere uscita bene dalle vicissitudini dello scorso anno. Ma ora il suo atteggiamento appare molto più prudente, molto simile a quello di una casa automobilistica tradizionale. E gli esempi di questa politica crescono da quando sono arrivati il pacchetto Hardware 2 ed il software di supporto alla guida Autopilot è stato rivoltato come un calzino.

Le limitazioni, anche ampie, introdotte inizialmente sono state man mano abolite con gli aggiornamenti. Quello di questa settimana è l’update che deve portare l’attuale Autopilot al livello di quello precedente: ovvero incluse funzioni come Traffic Aware Cruise Control, Forward Collision Warning, e l’Autosteer, quest’ultimo per ora disponibile solo a basse velocità.

Quando i clienti scoprono un update, nel recente passato ci hanno scoperto dentro delle limitazioni. Ad esempio: il sistema di launch control Ludicrous+, gioia di chi ama “sgasare”, ha portato a 2″4 il tempo sulla distanza 0-60 miglia, sì. Ma ora chi ama divertirsi, probabilmente al semaforo, con un dispositivo che toglie anche cinque decimi al tempo di accelerazione, ha scoperto che avrà un numero limitato di opportunità di far sfogare il teenager che è in lui.

Esaminando forum e tweet dedicati a Tesla il sito thedrive.com ha appreso che alcuni clienti hanno accusato cali di potenza anche di cento cavalli ed un calo di amperaggio dai 1.600 ai 1.500, se insistevano col ripetere le partenze brucianti. Tesla in buona sostanza si è cautelata contro l’eventualità di un maltrattamento eccessivo dell’auto stabilendo un tetto massimo di impieghi del modulo di partenza: 625 volte, sembra.

Anche altri costruttori di vetture dalle performance elevate hanno previsto limitazioni allo sfruttamento esagerato di meccanica e sistemi elettronici, ad esempio Nissan per la GT-R. La casa giapponese per questo aveva avuto qualche contestazione dalla clientela di nicchia che aveva acquistato i modelli proprio per le caratteristiche quasi brutali. E, da alcuni clienti norvegesi, la stessa Tesla aveva ricevuto critiche con conseguenze anche legali per quella che era stata ritenuta una performance non all’altezza.

Non molti mesi fa, parlando alla rivista Automobile un dirigente Porsche aveva portato acqua al proprio mulino criticando le performance Tesla come troppo effimere. La Mission E della casa tedesca non solo viene progettata per essere in grado di ripetere le prestazioni sorprendenti delle Tesla in Ludicrous Mode, ma sarà capace, così promette l’ingegnere, anche di ripeterle in modo costante senza mandare in crisi batteria ed impianto. I fedelissimi Tesla e quelli altrettanto numerosi del cavallino rampante di Stoccarda avranno insomma interessanti argomenti di discussione quando l’elettrica Porsche arriverà nelle concessionarie…

L’equilibrio tra sicurezza dell’auto e l’esperienza di guida sono ingredienti presenti anche in un altro update che ha creato una diatriba. Un aggiornamento a dicembre aveva limitato il software dell’Autopilot a sole 5 miglia orarie il margine sulla velocità massima programmabile rispetto a quelle esposte su strade extraurbane e autostrade prive di divisori (qualcosa che in Italia da anni non si vede più dopo l’aggiornamento della celebre Torino-Savona).

Tesla pertanto non lasciava alternative indipendentemente dalle condizioni di traffico o di orario. La restrizione alla libertà del guidatore non era stata apprezzata, e dalla settimana scorsa dopo un altro aggiornamento adesso i clienti possono sforare quel limite di oltre le cinque miglia orarie previste in precedenza. Stavolta l’update ha dimostrato che Tesla è convinta che, in media, del metro di giudizio dei propri clienti nel traffico ci si possa fidare almeno quanto… dell’Autopilot.


Credito immagine di apertura: Tesla Motors website