In Michigan alle auto a guida autonoma tutto è permesso
Detroit e dintorni hanno preparato un palcoscenico ideale per le auto autonome, ma la prima vedette è… francese!
La corsa al ruolo di area leader per la guida autonoma da poche ore ha una nuova maglia rosa: il Michigan. Il governatore dello stato americano che include Detroit e le altre cittadine della manifattura automobilistica, Rick Snyder, ha appena firmato quattro leggi statali mirate ad andare oltre quelle vigenti in Nevada, Florida e nelle zone di Pittsburgh e Silicon Valley.
Il governatore Snyder e la legislatura dello stato, che ha supportato in modo bi-partisan le normative, certo hanno in mente di far tornare il Michigan quel leader mondiale dell’auto che era un tempo. Il trampolino verso quell’obiettivo sono ricerca e produzione focalizzate sulla guida autonoma. Quasi a sottolineare questa intenzione, alla presentazione c’era la eloquente presenza di una Ford T ed una Ford Fusion dotata di sensori, radar e LIdAR. Due ere dell’automobile una accanto all’altra.
Con le norme approvate, in Michigan sarà permesso quello che altrove è ancora utopia. Come il provare veicoli senza sterzo o pedali e senza presenza umana a bordo. Quest’ultima condizione fa sì che sarà anche consentito operare il ride sharing senza autisti a bordo. Una volta che una tecnologia sarà testata e certificata ne sarà consentita la vendita al pubblico. Come già avviene in Florida, anche il platooning di automezzi commerciali sarà permesso.
Sarà anche formato un nuovo organismo, il Michigan Council on Future Mobility, che sarà competente per i temi legati ai dati generati dalle auto connesse. Creerà linee guida relative alla gestione ed all’accesso a quei dati nei casi critici, come sono quelli in cui sono avvenuti sinistri.
Per attirare il maggior numero possibile di investitori, come nota questo articolo del quotidiano Detroit Free Press, è stata anche rivista la stesura della definizione di costruttore di auto inizialmente approvata, in modo da non escludere aziende della tecnologia come Google o Uber.
Proprio le società della Silicon Valley sono le più attive nello spingere, sia pure con percorsi a volte molto diversi, verso un futuro di auto indipendenti dall’intervento umano. Ed è in qualche modo curioso che a prefiggersi di aiutarle ad arrivare al traguardo il più rapidamente possibile sia quel Michigan che, da ostinato bastione operaio amico dei Democratici, ha appena cambiato bussola appoggiando la retorica pro-middle class del neo-eletto presidente Trump.
Ma ben poco dell’atteggiamento disinvolto del 45° presidente americano può o potrà essere adottato dai legislatori del Michigan. Se a Trump è permesso contrattare alternando bastone e carota, i governi locali possono solo ricorrere alle carote. A loro il bastone è negato, perché non si tratta di riportare indietro lavoro “scippato” dal Messico o dalla Cina.
Con l’auto a guida autonoma ed in altri casi si tratta di attirare laboratori, centri ricerca, produzioni che sono di là da venire. Chi investe in questo settore o in intelligenza artificiale o in batterie può scegliere guardando il mappamondo senza timori di sorta. E con loro i governi locali si trovano ad essere la controparte debole. Del tutto privi dell’opportunità di minacciare dazi o tariffe punitive.
Così si spiega perché un governatore repubblicano come Snyder abbia appena steso un comodo e smisurato tappeto per attirare società, tecnici e specialisti delle detestate Silicon Valley e Ivy League. Il tutto senza garanzie di creare posti in una manifattura prossima ventura. Non solo, ma come ha scritto Brendon Turkus su Autoblog, il “Michigan è appena diventato ground zero nella sua caccia all’eliminazione del tassista ed a riempire le strade americane di robo-taxi”.
Detroit e dintorni magari torneranno davvero protagoniste nel mondo dell’auto autonoma. O un giorno di quella elettrica. Intanto però devono prendere atto dei loro gravosi ritardi in un mondo che è andato avanti mentre le tre grandi case americane si affidavano ai pick-up ed ai SUV. Lo stesso giorno della firma della nuova legislazione ad Mcity veniva presentata l’entrata in servizio della prima navetta autonoma: una Navya Arma. Progettata e costruita in Francia.
Creato dall’università del Michigan col concorso di partner privati e pubblici, Mcity era finora il più avanzato sito di prova per veicoli connessi e autonomi. Attivo dall’anno scorso vicino alla cittadina di Ann Arbor in cui ha sede l’università, aiuta aziende ed istituti di ricerca con quattro chilometri quadrati recintati che riproducono nei dettagli le condizioni di guida cittadine.
Tra poco, sempre in Michigan, sarà affiancato dall’ex-fabbrica di bombardieri ed auto di Willow Run, convertita in sito di ricerca anche in questo caso col supporto del governatore Snyder. In questi, ed altri, centri saranno perfezionate le tecnologie delle auto del futuro prima di essere lanciate nelle più caotiche condizioni del traffico ordinario. L’Arma è progettata per aree delimitate come Mcity oppure per percorsi prestabiliti, come quello di prova effettuato in Svizzera per conto della società postale. Con le nuove norme saranno molte le aziende americane che si affretteranno per togliere presto a questa navetta il ruolo di protagonista.