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E adesso i sindacati tedeschi vogliono solo queste

Il caso più recente scuote BMW, ma con la “febbre dell’elettrico” nei consigli di sorveglianza tutti gli amministratori delegati tremano

Dapprima era successo in Daimler. Poi in Volkswagen. Ed ora in BMW. Tradizionalmente proattivi nel sostenere le politiche aziendali (eccetto durante la discussione dei contratti), ora i rappresentanti dei consigli di fabbrica sempre più spesso danno voce ad aspre critiche. E per le grandi case tedesche dell’automobile tutto, questa volta, ruota attorno all’auto elettrica.

Karlheinz Blessing, rappresentante Volkswagen nel consiglio di sorveglianza, pochi giorni fa aveva chiesto non solo di spingere sulla gamma elettrica, ma anche di produrre batterie per le vetture vendute dal gruppo. E l’amministratore delegato Mathias Müller, pur assai contrario ai gravosi investimenti in questa produzione ha dovuto fare marcia indietro.

Come riportavano numerosi organi di stampa, a Salzgitter ci sarà una fabbrica che assemblerà le celle utilizzate dal gruppo. E così Wolfsburg segue l’esempio di Daimler, che a Kamenz sta raddoppiando lo stabilimento Deutsche Accumotive che fornirà sia batterie per stoccaggio che auto. Come aveva da tempo chiesto a Dieter Zetsche il rappresentante dei dipendenti Michael Brecht. E a cui l’amministratore delegato di Mercedes-Benz ha dato un sostegno convinto.

La cosa ormai si allarga a macchia d’olio, in Germania. Come riporta oggi l’agenzia Bloomberg, Manfred Schoch, ha criticato la lentezza di BMW AG nello sviluppare auto a batteria: “Il management è stato lento a decidere sugli investimenti nei modelli elettrici”. Secondo il rappresentante dei consigli di fabbrica BMW è urgente che la casa bavarese espanda al più presto la sua gamma elettrica in modo da coinvolgere anche le Serie 3, 5 e 7.

L’amministratore delegato (dal 2015) Harald Krueger fino all’estate aveva puntato i piedi contro la troppa fretta nel portare nelle concessionarie modelli elettrici. Perché, nonostante gli incentivi, in Germania questo mercato ancora deve “scaldarsi”. Ma la rincorsa della rivale Mercedes-Benz, che le toglierà quasi certamente quest’anno lo scettro di marca premium più venduta globalmente, ha cominciato a far scottare il terreno sotto i piedi di Krueger. E una delle debolezze più criticate è proprio la debole road map di BMW sui veicoli elettrici.

Malgrado l’elezione di Donald Trump alla presidenza americana, in pochi pensano che ci possano essere rapide marce indietro globali sulla stretta alle emissioni. Soprattutto perché il mercato numero uno al mondo, la Cina, ha ormai deciso di rivaleggiare con la California per la durezza dei requisiti chiesti alle case auto. Con Volkswagen impegnata a sfornare 30 auto elettriche nei prossimi anni (incluso quasi un quarto di rivali dirette Audi) e Mercedes-Benz partita con un nuovo brand elettrico, EQ, e dieci modelli in arrivo, anche la casa di Monaco di Baviera deve correre ai ripari, secondo il rappresentante dei suoi dipendenti.

Ma, in attesa della avveniristica iNext, la risposta è stata minimale: una nuova Mini ed una nuova X3 a batteria. Come ricorda Elisabeth Behrmann in questo post, Krueger puntava a spremere dalle auto di fascia alta più redditizie come la X7 utili da reinvestire nella nuova gamma elettrica. Ora la spinta ad accelerare può fare ancora più male ai conti della casa.

Gli utili sia assottiglierebbero ulteriormente se gli investimenti importanti nel settore elettrico e quelli in connettività, guida autonoma e servizi di mobilità dovessero moltiplicarsi. Quell’8,5% per cento di margine sulle vendite dello scorso terzo trimestre, già in calo rispetto al 9% di un anno prima, potrebbe scendere ancora di più se BMW spenderà ancora di più.

E ancora non si parla di fabbriche di batterie in proprio, cosa che ancora di più comporterebbe risorse massicce impiegate a breve termine per una crescita a lungo termine. Per finire, i sindacati hanno anche anticipato che con la svolta elettrica per un venti per cento circa della forza lavoro BMW saranno necessarie risorse per riqualificazione e aggiornamento professionale.


Credito foto di apertura: BMW global media website