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Ormai non c’è ride sharing senza taxi autonomi

A Singapore la locale Grab non resta indietro rispetto alle rivali e propone ai clienti di salire sui robo-taxi di nuTonomy

Quando la potentissima Uber ha deciso di uscire dal mercato cinese del ride sharing mettendo fine ad una guerra dei prezzi con il numero uno locale Didi Chuxing, i più scafati analisti sono giunti alla conclusione che questo è un settore destinato a vedere affermarsi grandi e dominanti società regionali. Come la stessa Didi Chuxing in Cina o Uber in America. Nel sud-est asiatico a spiccare è il nome di una startup nata a Singapore: Grab. Pochi giorni fa ha concluso con successo un round di finanziamenti del valore di un quarto di miliardi di dollari.

Con questi fondi, apprendiamo, Grab ha intenzione di ampliare il suo ruolo di leader regionale del ride sharing, ma anche di non rimanere indietro sull’auto semi-autonoma, destinata a portare alla commercializzazione di veri e propri robot-taxi. Non è quindi sorprendente scoprire che a partire da oggi a Singapore, dove ha sede la società, chi usa l’app per fare una corsa potrà trovarsi a salire su una delle vetture a guida autonoma che l’americana nuTonomy sta già testando in un’area delimitata nella parte occidentale della città-stato asiatica.

Con questo velocissime nozze, per ora circoscritte alla sola Singapore, Grab tiene il passo di rivali globali come Uber, che ha appena iniziato a proporre ai clienti di Pittsburgh di salire sui robo-taxi in corso di collaudo o a Lyft, il cui fondatore John Zimmer ha appena reso noto il crono-programma della sua società, partecipata di General Motors, calibrato su un predominio dell’auto autonoma già a partire dal 2021. In mezzo a questo fermento di attività però, sulle vetture già in strada a Singapore i clienti di Grab troveranno un ambiente familiare e non un’auto vuota.

Un guidatore ed un tecnico di supporto saranno a bordo pronti ad intervenire fino a quando il programma di sviluppo sarà completato con successo. Inoltre, poiché attualmente l’area che i robo-taxi di nuTonomy sono autorizzati a percorrere è limitata al One-North District, la presenza di un guidatore è indispensabile per far arrivare a destinazione ogni passeggero che abbia un itinerario che preveda strade al di fuori di quella zona. Il test su strade aperte al pubblico avrà una durata iniziale di due mesi, e potrà essere esteso fino a quando sia in grado di assicurare dati di valore. nuTonomy, che ha iniziato i suoi test a Singapore ad agosto, punta a mettere in strada un centinaio di robo-taxi in grado di lavorare normalmente entro il 2018.


 Credito foto di apertura: nuTonomy media website