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La chiave dell’auto autonoma è nelle mani dei fornitori?

La nuova partnership tra Delphi Automotive e Mobileye gioca d’anticipo sui piani dei gruppi automobilistici

Due aziende leader nella fornitura di componenti per auto, Delphi e Mobileye, il primo di origine convenzionale e l’altro con radici nell’high-tech, hanno annunciato oggi che uniranno le forze per sviluppare entro il 2019 sistemi avanzati di guida autonoma in grado di attirare l’interesse di costruttori o gruppi automobilistici. La scadenza che si sono posti i due partner è infatti antecedente a quelle rivelate recentemente da noti e consolidati gruppi automobilistici.

“La nostra con Delphi darà un’accelerata all’accesso dei prodotti al mercato e permetterà ai clienti di adottare una automazione di livello 4/5 senza bisogno di enormi investimenti in conto capitale”, ha detto Amnon Shashua, numero uno dell’israeliana Mobileye. L’azienda è cresciuta grazie al successo dei suoi sensori anti-collisione, facendo poi il salto di qualità con le camere ed il software per mappare il territorio in cui si muove l’auto autonoma. L’obiettivo di Mobileye e di Delphi Automotive, un prodotto classificabile come livello quattro o più, va collocato all’interno di una scala SAE che ne comprende cinque. In altri termini si tratta dispositivi in grado di far circolare l’automobile autonomamente nella quasi totalità delle situazioni.

L’amministratore delegato di Delphi, nata invece da una costola di General Motors, Kevin Clark ha detto nella nota congiunta: “Questa partnership ci permetterà di dare ai nostri clienti un più elevato livello di capacità autonome più rapidamente e con maggior efficacia per quanto riguarda i costi”. La prima uscita pubblica del prodotto nato dalla collaborazione avverrà a gennaio al Consumer Electronics Show di Las Vegas. Il prodotto arriverà sul mercato nel 2019.

Il fatto che case o gruppi automobilistici abbiano posto come traguardo il 2020 (Nissan) o il 2021 (Ford e Daimler-Benz) sembra portare acqua al mulino dell’argomento dell’analista di Bloomberg Chris Bryant. Appena ieri suggeriva che l’industria dell’auto ha preso una direzione che affida le redini della marcia verso il futuro ai grandi fornitori più che agli stessi costruttori. Le case sarebbero infatti, sulla scia di quanto avvenuto nel mondo dell’informatica, di fronte al rischio di diventare semplici assemblatori.


Credito foto di apertura: Delphi media website