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E’ già in strada, a Pittsburgh, la prima auto autonoma di Uber

Uber ha confermato che sta testando vetture a guida autonoma. Curiosamente non in California o nel Massachussets, gli hub tecnologici americani per eccellenza, ma a Pittsburgh in quella Pennsylvania un tempo capitale dell’acciaio e ora all’avanguardia della tecnologia soprattutto nella ricerca medica e delle biotecnologie.

Circa un anno fa aveva aperto qui il suo ATG (centro di tecnologia avanzata) ed ora un tecnico di Uber, John Bares, ha portato un reporter del Pittsburgh Tribune-Review a fare un giro su una Ford Fusion ibrida modificata attualmente usata per i test.

Bares proviene dalla locale prestigiosa Carnegie Mellon University, dove lavorava al National Robotics Engineer Center. Secondo il quotidiano americano già 40 ricercatori hanno lasciato l’università per trasferirsi al centro ricerche di  Uber da quando ha aperto. La Carnegie Mellon Uuniversity era stata la prima a mettere in strada un mezzo a guida autonoma in Pennsylvania, una Cadillac SRX modificata, con cui era stata a fare tour dimostrativi fino al Campidoglio ed al Pentagono.

Sul blog della società americana si legge in questo post: “La vettura, una Ford Fusion ibrida, raccoglierà dati di navigazione oltre a testare le sue capacità di guida autonoma. Quando è in self-driving mode, un collaudatore addestrato sarà al posto di guida a monitorare le operazioni. La vettura del centro di tecnologia avanzata di Uber è provvista di una varietà di sensori inclusi radar, scanner laser e videocamere ad alta risoluzione che creano mappe dell’ambiente circostante in tempo reale”.

Uber, che come Google, Lyft, Volvo e Ford fa parte della Self-Driving Coalition for Safer Streets, una lobby che preme per legislazione e contesti favorevoli allo sviluppo dell’auto a guida autonoma, non nasconde di essere nelle fasi iniziali del progetto, ma è molto fiduciosa che le caratteristiche particolarmente difficili poste dall’ambiente di Pittsburgh, con inverni molto rigidi, a volte strade strette e ondulate e un’infrastruttura non sempre moderna, costituisca un banco di prova eccezionale per fare rapidi progressi nel progetto.