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Con l’interesse di Larry Page le prospettive per Lyft si illuminano

Alphabet avrebbe un miliardo di dollari pronto per entrare nel capitale della Cenerentola del ride hailing e sfidare Uber a tutto campo

Le difficoltà della numero uno del settore del ride hailing Uber stanno mettendo le ali alla sua concorrente Lyft. A nemmeno sei mesi dall’ultimo round di finanziamento che ad aprile ha assicurato all’azienda americana $600 milioni freschi (corrispondenti ad una valutazione di $7,5 miliardi) ora il sito americano Axios rivela che Larry Page in persona si sarebbe mosso per far sì che Alphabet assicuri un altro miliardo alle casse della startup, ormai la ex-cenerentola del suo settore.

Lyft, che punta ad allargarsi fuori dagli Stati Uniti e quindi ha bisogno di risorse, potrebbe usare i fondi per marketing e promozioni, abbassando i prezzi delle corse ai clienti o fornendo incentivi ai suoi autisti. Ma l’interesse di Alphabet ha potenziali effetti-trascinamento importanti che vanno molto oltre la pur essenziale liquidità.

Nonostante da poco Lyft abbia annunciato di essere partita con la creazione di un suo team in California focalizzato sui sistemi per la guida autonoma (immancabili per trasformare un giorno i taxi globali in robo-taxi in perenne movimento), dallo scorso maggio la società ha avviato una collaborazione con Waymo.

La divisione di Alphabet diretta da John Krafcik, che ha ereditato il progetto della Google-car, sta marciando a passi spediti verso la commercializzazione dei suoi sistemi e insieme a Lyft (e, chissà, ad Avis?) potrebbe puntare a una diffusione sempre più capillare dei suoi servizi. Su quali auto resta da capire.

Perché è vero che General Motors ha a sua volta una presenza di capitale in Lyft, ma da quando ha acquisito Cruise Automation ha accelerato in proprio il lavoro sulle auto a guida autonoma. Il boss dell’autonomia Kyle Vogt ha bruciato le tappe annunciando che la terza generazione di Chevrolet Bolt è già la prima auto a guida senza conducente che si sta producendo in serie. Inoltre l’espansione della rete del servizio di car sharing Maven fa pensare che in GM non abbiano intenzione di continuare a dedicare le loro attenzioni a Lyft più di tanto.

Curiosamente, mentre i rapporti tra Lyft e GM sono più freddi e il percorso comune non appare più destinato ad essere lungo, anche Waymo si allontana da un precedente partner. Il suo avvicinamento a Lyft non dovrebbe far scordare che l’antesignana del ride hailing Uber ha ricevuto ai suoi esordi un contributo economico essenziale da GV: una fondo che finanzia startup che fa capo ad Alphabet, proprio come Waymo.

Di certo non ha contribuito alla serenità tra i due gruppi la causa ancora in corso tra Waymo e Uber dovuta alle accuse di aver portato via proprietà intellettuale che l’ex-Google rivolge a quello che era una star tra i progettisti della Google-car: Anthony Lewandoski. Uber da parte sua è in trattativa con la giapponese SoftBank ed altro capitale potrebbe quindi affluire presto alla rivale di Lyft. Con simili “munizioni” è probabile che la guerra del ride hailing faccia presto contenti i clienti americani, con altri sconti sulle corse…

Lyft ride hailing
Capitali freschi di Alphabet per Lyft potrebbero voler dire l’opportunità di abbassare i prezzi delle corse ai clienti o fornire incentivi ai suoi autisti per guadagnare quote nel crescente mercato del “ride hailing” nord-americano. (Credito foto: press kit Lyft)

Credito foto di apertura: ufficio stampa Lyft