BATTERIE

Perché il sodio di Faradion ha conquistato Reliance

Il lavoro di sviluppo della startup che punta ad una alternativa economica e sicura alla tecnologia dominante del litio, premiato dall’interesse del gruppo indiano: ora l’attende il test di un mercato dall’enorme potenziale

Proprio mentre il 2021 stava concludendosi, è stato annunciato uno degli accordi più interessanti riguardanti le batterie. Interessante perché coinvolge una startup britannica, Faradion, che dal 2010 lavora a testa bassa alla tecnologia degli ioni di sodio, e perché chi ha acquisito la società, Reliance New Energy Solar Ltd, è una consociata controllata da Reliance Industries.

Reliance ha dichiarato che utilizzerà la tecnologia di Faradion nel suo sito di accumulo che fa parte del progetto Dhirubhai Ambani Green Energy Giga Complex a Jamnagar, in India. Reliance è il più grande gruppo privato in India. E finora è anche stata un’azienda dell’energia che si concentrava principalmente sui combustibili fossili.

Il fatto che la sua attività nel settore solare abbia acquistato Faradion mostra che si sta muovendo con grande decisione nello sviluppo delle batterie. Quello di Reliance con Faradion, insomma è stato un primo passo che potrebbe preludere ad una vera maratona nel percorso della manifattura sostenibile.

Almeno se prendiamo come paragone quanto avvenuto in un altro grande gruppo asiatico: la coreana SK, che, a sua volta leader nell’energia convenzionale, sta però sostenendo le divisioni SK Innovation ed SK On per farne diventare dei player globali nei settori che vanno al passo con la transizione.

Al contrario dei coreani tuttavia, Faradion ha un portafoglio che non riguarda gli ioni di litio ma, come detto, gli ioni di sodio: una tecnologia fino a poco tempo fa tenuta in ombra, ma in grado di assicurare alcuni vantaggi rispetto alle celle che spingono oggi la maggior parte dei veicoli elettrici.

L’azienda britannica li riassume: nessun uso di cobalto, litio, rame o grafite; densità di energia analoga a quella delle celle a base ferrosa; temperatura di esercizio tra -30° e +60°; possibilità di trasporto e stoccaggio sicuri perché le celle si scaricano a 0 volt senza problemi; potenziale per una maggiore riduzione dei costi futura; utilizzo dell’infrastruttura di produzione agli ioni di litio esistente, da cui scalabilità industriale.

James Quinn, amministratore delegato della società nata e cresciuta tra Oxford e Sheffield, ha gentilmente accettato di rispondere ad alcune domande di AUTO21 sul recente partenariato e su quello che ci può essere dietro l’angolo per la tecnologia alternativa degli ioni di sodio.

AUTO21: Per iniziare, una domanda sull’accordo definito con Reliance alla fine di dicembre: la mossa di Faradion è stata influenzata dai risultati a volte contraddittori dei più recenti ingressi in borsa di alcune startup che hanno scelto di diventare pubbliche passando da fusioni inverse con società veicolo SPAC ?

James Quinn: “Il nostro obiettivo era posizionarci con un investitore strategico le cui ambizioni e la cui fiducia nella tecnologia degli ioni di sodio fosse pari alla nostra. All’assemblea generale degli azionisti di Reliance Industries del 24 giugno 2021, il presidente Mukesh Ambani aveva detto che avrebbe investito $10 miliardi in impianti dell’industria manifatturiera nell’energia pulita, con l’obiettivo di superare il gap nell’energia verde in India e globalmente. Abbiamo visto che ciò calzava in modo eccellente strategicamente e che avrebbe messo in moto un turbo alla crescita potenziale degli ioni di sodio“.

Le celle sodio-ione economiche e sicure sviluppate dal team di Faradion saranno necessarie in gran quantità per equipaggiare un impianto di accumulo Reliance a Jamnagar, in India (credito foto: ufficio stampa Faradion).

Ritenete che la tecnologia di Faradion sarà sostenuta o invece disturbata dalla improvvisa frenata nel calo decennale della curva dei costi $/kWh delle batterie litio-ione, dovuto al picco delle materie prime? O, detto con altre parole: il successo degli ioni di sodio dipenderà dai prezzi delle celle agli ioni di litio?

Le nostre batterie sodio-ione usano gli stessi processi di produzione delle batterie litio-ione, quindi là dove miglioramenti nei processi porteranno a miglioramenti nei costi per gli ioni di litio, anche noi ne beneficeremo. Più a lungo termine, litio, nichel, cobalto e altri componenti delle batterie agli ioni di litio sono rari, mentre il sodio è il sesto elemento più abbondante al mondo. Mentre i prezzi del litio potrebbero fluttuare, il sodio è abbondante e a buon mercato.

La Model 3 di Tesla già include catodi LFP, in uno sforzo di risparmiare il ricorso a celle basate sul nichel, e pure Volkswagen ha detto che vuole ridurre il prezzo dei suoi modelli entry-level della metà utilizzando LFP. Poiché le batterie LFP non usano i costosi nichel e cobalto ma l’abbondante ed economico ferro fosfato, sostituire questi metalli come componenti dei catodi offre un robusto risparmio di costi. Man mano l’LFP entra più a fondo in questo spazio delle batterie, anche gli ioni di sodio diventeranno sempre più importanti, perché fanno a meno del litio.”

Restando nell’argomento di materie prime e supply chain, ho notato che uno dei più conosciuti fornitori di materiali CAM per i catodi di CATL, Ronbay, sta pianificando di mettersi a fornire anche il sodio al suo miglior cliente. Vi immaginate che la tecnologia del sodio possa aprire spazio anche a nuovi player, o dovremmo invece aspettarci che le “solite facce” si adegueranno e proporranno una nuova offerta ?

“Il sodio è un settore pieno di vitalità; come dimostrano la quotazione di AMTE Power, l’annuncio di CATL che entrerà nella produzione di queste batterie e naturalmente le nostre buone notizie con Reliance hanno fatto sì che ci sia una attenzione sulla tecnologia come non c’era mai stata prima. Sono certo che questo attrarrà una varietà di nuove opportunità sia per gli attori attuali sia per nuovi“.

L’annuncio dell’accordo con Reliance ha sottolineato come la tecnologia di Faradion abbia spazio per ulteriori miglioramenti. Potete dirci qualcosa di più su dove porteranno quei miglioramenti?

I progressi nella densità di energia e nelle performance delle celle agli ioni di litio oggi sono lenti, dato che hanno già avuto a disposizione oltre trenta anni per migliorare. Dall’altro lato gli ioni di sodio saranno in grado di produrre miglioramenti percentuali in doppia cifra per parecchi altri anni ancora “.

Tornando ancora sulla partnership con Reliance, adesso l’India sembra in qualche modo essere diventata anche il giardino di casa di Faradion. Sebbene il mercato delle auto elettriche non abbia ancora preso piede, in India c’è una grande frenesia in nicchie non sempre familiari in Occidente, come le consegne dell’ultimo miglio con mezzi elettrici a due e tre ruote, progetti sul battery swap ed altro ancora. C’è qualcuno di quei settori che vede calzare bene alla tecnologia degli ioni di sodio?

Il 1 febbraio in occasione della presentazione del budget dell’India, il ministro delle Finanze ha annunciato un focus sugli standard di interoperabilità per lo scambio rapido di batterie e che i sistemi di accumulo di energia saranno inclusi in una apposita lista armonizzata di infrastrutture (il che consentirà a tali progetti di accedere a crediti agevolati). Allo stesso tempo i governi centrale e degli stati stanno offrendo generosi sussidi per incoraggiare il diffondersi di due ruote elettriche, e nel bilancio è passato un aumento della spesa infrastrutturale per la viabilità, che darà una spinta alle vendite di veicoli commerciali più grandi. È certamente un mercato elettrizzante ed abbiamo visto interesse da parte di numerosi partner commerciali in un ampio numero di settori”.

James Quinn da quasi tre anni è al timone della startup delle batterie Faradion nei panni di CEO (credito foto ufficio stampa Faradion)
Credito foto di apertura: ufficio stampa Faradion