BATTERIE

La Cina vara il consorzio CASIP per le batterie «solid state»

Pechino teme di perdere il vantaggio attuale con l’arrivo delle celle di prossima generazione e accelera sulla loro ricerca e sviluppo, sfruttando l’intelligenza artificiale e altre tecnologie e obbligando a collaborare acerrimi rivali

In questi giorni l’abituale serbatoio di notizie sull’auto elettrica e l’innovazione che è la Cina è silenzioso per la lunga vacanza del Capodanno Lunare, che blocca l’intero paese con una stasi a cui altrove non siamo più abituati da quegli Anni ’60 e ’70 in cui il nostro Ferragosto rendeva deserte le città e i luoghi di lavoro. E questo offre l’occasione di guardare più a fondo a una notizia poco pubblicizzata finora.

Alla fine del mese scorso Pechino ha infatti spinto i maggiori produttori cinesi di batterie e auto ad associarsi in una nuova ambiziosa campagna sostenuta dal governo centrale per arrivare rapidamente allo sviluppo e alla commercializzazione delle batterie con elettroliti allo stato solido.

Il primo importante organo di stampa estero a inquadrare la rilevanza dell’iniziativa, è stata la testata economica giapponese Nikkei che ha subito sottolineato come questa iniziativa sia l’ennesimo tentativo dell’esecutivo cinese di collocare in posizione di preminenza la sua industria in un settore innovativo proprio come avvenuto in precedenza in altri settori, dal fotovoltaico all’auto elettrica.

In questo caso l’obiettivo è realizzate una completa catena di approvvigionamento per le batterie con elettroliti allo stato solido entro il 2030, attraverso un consorzio battezzato nella traduzione inglese China All-Solid-State Battery Collaborative Innovation Platform (o CASIP), che metterà insieme governo, mondo accademico e industria, obbligando di fatto a collaborare anche rivali storici come CATL e BYD che nelle batterie agli ioni di litio per veicoli elettrici sono stati numero uno e due globali per vendite nel 2023.

Ouyang Minggao, professore della Tsinghua University specializzato nello sviluppo di tecnologie legate al settore automobilistico, durante la cerimonia che ha inaugurato il consorzio a Pechino lo scorso 21 gennaio ha dichiarato che questo sforzo sarà necessario per essere al rischio che con l’ingresso della tecnologia delle celle allo stato solido si possa capovolgere il vantaggio attuale della Cina nelle batterie per autoveicoli.

Il nuovo organismo intersettoriale è stato presentato a oltre 200 rappresentanti di agenzie governative, industria, università, istituti di ricerca e fondi di investimento. Il consorzio lavorerà alla ricerca di base, alle tecnologie chiave e allo sviluppo e alla produzione congiunti di veicoli elettrici dotati di batterie allo stato solido, oltre a creare una loro catena di approvvigionamento.

Tra i produttori di batterie della Cina che partecipano al consorzio CASIP ci sono come detto CATL e FinDreams Battery (divisione di BYD) ma anche CALB, EVE Energy e Gotion High-tech: pertanto sei dei primi dieci produttori di batterie automobilistiche a livello globale stanno prendendo parte all’iniziativa. Partecipano anche i grandi gruppi auto controllati dallo stati, ma anche quelli privati come BYD e Nio.

L’ambizioso sforzo di Pechino è unico nel riunire acerrimi rivali su questo progetto: CATL e BYD competono in modo aggressivo in particolare per il primato nel mercato delle batterie al litio-ferro fosfato, settore dominato quasi esclusivamente da aziende cinesi e dove solo da poco gruppi occidentali, in particolare coreani, si stanno avventurando. Alcuni dei partecipati sono anche in mezzo a contenziosi legali, come CATL che ha anche citato in giudizio CALB e Svolt Energy Technology sulla proprietà intellettuale.

Il governo partecipa attraverso il potente Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione, il Ministero della Scienza e della Tecnologia, la Commissione per la Supervisione e l’Amministrazione dei Beni di Stato del Consiglio di Stato (SASAC) che gestisce le imprese di stato e l’Amministrazione Nazionale per l’Energia.

Ha partecipato anche Chen Qingtai, capo di China EV100, un think tank che riunisce il governo e le aziende per studiare la politica industriale per i veicoli elettrici. Anche gli istituti di ricerca affiliati al governo, come l’Accademia delle Scienze, e influenti fondi sostenuti dal governo della Cina sono nell’elenco dei membri del CASIP.

Tra le aziende rivali, le più esplicite nel puntare alla tecnologia solid state che il consorzio CASIP intende accelerare sono senza dubbio quelle giapponesi, con Toyota Motor Corp. che ha dato segnali espliciti di voler vendere auto elettriche mosse da batterie allo stato solido nel 2027-2028 e Nissan Motor (al suo laboratorio si riferisce la foto di apertura) che prevede di iniziare a venderle entro l’anno fiscale 2028, che termina a inizio primavera 2029.

A contribuire a raggiungere i nuovi traguardi nelle batterie ci sarà anche un nuovo protagonista. Lo ha confermato il Professor Ouyang: “l’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui facciamo ricerca e sviluppo sui materiali e accelererà notevolmente la velocità di ricerca e sviluppo delle batterie allo stato solido. Entro il 2030 circa, avremo maggiori possibilità di raggiungere una svolta per l’industrializzazione delle batterie allo stato solido”.

credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Motor