AUTO

Dodge va alla carica della clientela delle «muscle car» americane

La divisione “meno sostenibile” del gruppo Stellantis non intende perdersi l’attuale pubblico, che ama il rumore e gli ottani: i suoi modelli elettrici faranno di tutto per accontentarli, a cominciare dal rombo (ma non sulla benzina…)

Tra i tanti marchi Stellantis, Dodge è quello che si è fatto finora notare per i profitti creati dai suoi modelli più scatenati, come Charger e Challenger, e per le emissioni, le più elevate tra tutti i marchi a parte Ram, che non produce però auto ma solo pickup.

Ora le cose stanno per cambiare, con Charger e Challenger convenzionali che il prossimo anno finiranno la loro storia commerciale ed i vertici intenzionati a non perdere i loro clienti, pur dovendo smettere di pesare nei bilanci del gruppo alla voce emissioni.

In queste ore Dodge ha svelato alla stampa e ai suoi fan la Dodge Charger Daytona SRT, presentando ufficialmente vicino a casa, in Michigan, la propria visione per gli appassionati del marchio Stellantis dell’allestimento top di gamma della sua muscle car.

Come non si può non sottolineare, anche Dodge proprio come la rivale Ford (che ha usato la reputazione della Mustang per il debutto elettrico) per attirare appassionati non rinuncia a conservare i nomi della tradizione dell’epoca delle sportivissime che bruciavano benzina, tanta benzina.

Questa elettrica al 100% inizierà la produzione nel 2024, realizzata sulla piattaforma STLA Large disponibile per i progettisti di Auburn Hills che, mettendo le mani nel nuovo concept, per cominciare hanno cercato di spazzare via i dubbi del pubblico, più che preoccuparsi degli addetti ai lavori.

Muscle car secondo i progettisti ed i manager Dodge è qualcosa che non cambia nel passaggio dal petrolio alle batterie: e tuttavia anche se i veicoli elettrici si sono già dimostrati veloci e scattanti e con coppia massima inarrivabile, lo scetticismo abbonda ancora tra gli appassionati di questa nicchia, in particolare gli amanti del ruggito di un V8, e soprattutto quelli affezionati agli Hemi.

Il CEO Dodge Tim Kuniskis punta su una nuovo “vestito”, ma per continuare ad andare alla stessa festa: e in particolare un party che non richiederà di rinunciare al rombo. Sì, perché per l’equipaggiamento elettrico che spingerà la produzione Dodge di nuova generazione è stato scelto il nome Banshee in base al suono del sistema di scarico “Fratzonic” brevettato per la produzione.

Invece di emettere sostanze inquinanti, muoverà l’aria come un organo a canne attraverso un amplificatore e una camera di sintonia. Così da quello che su una vettura convenzionale sarebbe lo scarico, uscirà un brontolio (o un urlo) fino a 126 decibel, forte come quello dell’attuale Hellcat.

In modo simile a sportive elettriche come la Porsche Taycan, la Banshee prevede una trasmissione, un sistema multi-velocità brevettato Erupt con cambio elettromeccanico. E per ottenere un miglioramento del 25% nell’aerodinamica del veicolo di oggi, Dodge ha tirato fuori dai libri di storia il design del muso della Charger Daytona che nel 1970 è stata la prima auto a superare le 200 miglia su una pista NASCAR, facendolo bandire per eccesso di superiorità.

La Banshee monta un’ala battezzata “R-Wing” in onore di Gary Romberg, lo scienziato missilistico che ha progettato la Dodge da corsa degli Anni ’70 (credito foto: ufficio stampa Stellantis North America)

È una Charger lunga, bassa, a due porte e non quattro come l’attuale con un nuovo grande portello in una vernice esterna “Greys of Thunder”. Come anticipato in precedenza, la Banshee segna il ritorno del logo Fratzog di Dodge degli anni ’60 e ’70, illuminato sulla griglia e sul fanale posteriore ispirati al caricatore del ’68. Anche le prese in fibra di carbonio sulle fasce inferiori anteriore e posteriore aiutano con l’aerodinamica.

Tra le cose svelate ieri a Pontiac (Michigan) non ci sono le prestazioni, anche se è stato affermato che superano quelle della versione top di gamma Hellcat. Non c’erano specifiche sull’autonomia o sul tempo nell’accelerazione da 0 a 60 miglia orarie e poche informazioni sulla sua batteria.

Il Banshee è un sistema di propulsione da 800 volt, come ormai popolari su Taycan e E-Tron GT ma anche sulla gamma Hyundai-Kia di vertice. Dodge prevede di offrire tre livelli di potenza e non mancherà una opzione più spartana da 400 volt, ha detto Kuniskis.

Il veicolo a trazione integrale è dotato di quattro modalità di guida: auto, sport, pista e resistenza, che influiscono sulle prestazioni del veicolo e sull’esperienza nell’abitacolo. La funzione push-to-pull PowerShot che ha debuttato sul nuovo crossover ibrido ricaricabile Dodge Hornet presentato questa settimana, ed offre ulteriore potenza su richiesta sarà disponibile sulla Banshee. Ma nell’after-market ci saranno anche opzioni “slam” e “donut”, che lasciano capire che la clientela è attesa come portata a divertirsi, in auto…

Stellantis ha affermato che la piattaforma scelta per la Charger Daytona SRT Banshee potrà sostenere modelli fino a 500 miglia di percorrenza: ma sembra scontato che in questo caso l’autonomia sarà molto inferiore. E lo stesso Kuniskis ha dichiarato di non scommettere su questo considerato il modello: perché conosce come il cliente-tipo Dodge userà questa versione, anche se elettrica.

Del resto, ha sottolineato il manager, questo non lo preoccupa perché già oggi l’Hellcat Redeye ha solo 170 miglia di autonomia prima di fare il pieno di benzina, ma l’autonomia non è un motivo di acquisto per quel genere di cliente.

E questo cliente che vuole toys for Big Boys curandosi più del divertimento che della spesa alla pompa, darà forse un contributo inatteso ad accompagnare Dodge verso la sostenibilità: in America sono molti a pensarla come il professor Gregory Keoleian della University of Michigan riguardo al fatto che veicoli commerciali e altri mezzi ad elevate emissioni sono proprio quelli che più beneficeranno passando all’elettrico.

Passare dall’Hemi al motore elettrico in una muscle car ridurrà significativamente le emissioni, sostiene il direttore del Center for Sustainable Systems. L’esperto, che ha collaborato con Ford a uno studio dettagliato sull’argomento, indica che il totale di tonnellate risparmiato sarà più grande in questo caso che quello ottenuto passando da una berlina, magari leggera e aerodinamica, a una elettrica dello stesso segmento.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Stellantis North America