INFRASTRUTTURA

E adesso Audi (e Porsche) si faranno i loro “Supercharger”?

Secondo lo Spiegel Audi e Porsche ricalcheranno per la rispettiva clientela lo schema dei Supercharger Tesla con una nuova rete europea esclusiva e ultra-veloce

Un ostacolo all’adozione della mobilità sostenibile a zero emissioni locali è stata finora la scomodità e la scarsità della rete di infrastruttura di ricarica, un problema specialmente quando l’oggetto della vendita è un’auto elettrica da centinaia di migliaia di euro che si rivolge a una clientela molto bene abituata, o perfino spoiled.

Dentro al gruppo Volkswagen le case premium vorrebbero adesso creare una rete indipendente per la clientela delle vetture più esclusive, e quindi è naturale che destinataria di un’iniziativa in proposito sia la marca Audi.

Della rete di ricarica rapida riservata solo ai clienti Audi si starebbe occupando un reparto apposito inserito nella neo-costituita divisione Artemis, che dallo scorso maggio per conto della casa di Ingolstadt si occuperà di progetti avanzati e ad alto tasso di rapidità di esecuzione.

Uno staff che si installerà in un nuovo campus ricavato là dove sorgeva un tempo una delle due raffinerie della città tedesca, sarebbe stato delegato ad interessarsi a mettere in piedi e realizzare proprio questo progetto.

Non è chiaro al momento come questa rete di ricarica si porrà in alternativa alla rete di ricarica veloce europea Ionity, che si sta di recente ampliando anche in Italia, ad esempio con nuove postazioni strategiche in Romagna, in Riviera dei Fiori e in Versilia.

Ma Ionity è un consorzio a cui partecipano praticamente tutte le case tedesche eccetto Opel. Col passare del tempo la praticità di quella rete potrebbe diventare meno scontata, visto che il numero di utenti che se ne serviranno sui grandi assi viari è destinato a crescere, creando in prospettiva problemi di affollamento.

Per la propria clientela Audi (e Porsche) vorrebbero evitare proprio quel genere di problemi, e quindi, come ha scritto Der Spiegel, avrebbero iniziato a studiare una alternativa.

La soluzione richiederà investimenti ingenti, perché colonnine da 150 a 350 kW di potenza sono estremamente onerose da installare e gestire rispetto a quelle urbane AC o anche alle DC da 50 kW che costituiscono oggi la spina dorsale della rete di ricarica veloce delle principali utility italiane.

Con la prospettiva di prevedere un capex non irrilevante per un progetto del genere, ci sarà peraltro una ricaduta positiva tecnologica. Audi e Porsche collaborano a tutto tondo a una piattaforma elettrica battezzata PPE che sta sviluppando modelli ad altissime prestazioni e con sistemi di bordo da 800 volt invece dei più diffusi 400 volt oggi di norma sulle auto elettriche di grande diffusione.

La realizzazione della rete di ricarica esclusiva per la clientela Audi e Porsche consentirà ai progettisti delle case tedesche di realizzare insieme ai fornitori colonnine quasi realizzate su misura, in grado sia dal lato auto che dal lato infrastruttura di prevedere ogni accorgimento per tutelare e massimizzare le prestazioni di pacchi batterie con celle di ultimissima generazione. I “Supercharger” Audi+Porsche insomma (comunque si chiameranno” non saranno solo una fisima del marketing per viziare la clientela ma avranno un loro contenuto tecnologico

Credito foto di apertura: ufficio stampa Audi AG