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I cinesi di Evergrande Health investono altri $3 miliardi nella svedese NEVS

Sono briciole rispetto ai $40 miliardi che l’ambizioso gruppo di Shenzhen, nato con immobiliare e sanità, vuole riversare nell’auto elettrica per bruciare le tappe e diventare leader globale

L’edizione inglese della testata di Shanghai Yicai ha pubblicato un articolo sull’ennesimo investimento di una divisione di Evergrande Health Industry Group, il conglomerato di Shenzhen fino a pochi mesi fa soprattutto attivo nell’immobiliare e nella sanità. Questa volta l’affare è mirato a portare oltre $3 miliardi nelle casse di NEVS National Electric Vehicle Sweden, la società svedese delle auto elettriche nata dalla liquidazione di Saab.

La controllata Mini Minor acquisterà azioni di NEVS per portare la sua quota all’82,4%, ha confermato una nota ufficiale della società del Guangzhou diretta da Xu Jiayin. In parte Mini Minor acquisterà azioni di nuove emissione e in parte rileverà azioni dalla società di Hong Kong National Modern Energy Holdings.

L’acquisto della quota di maggioranza di NEVS da parte di Evergande Health risale all’inizio di questo anno. All’ingresso nel capitale dell’azienda con sede a Trollhattan era seguito l’ingresso nel capitale di un produttore di batterie di Shanghai: Cenat New Energy. In seguito aveva rilevato un produttore di motori elettrici: TeT Drive Technology.

Sembrano segnali di iper-attività, specie per un gruppo indebitato per la crisi del mercato immobiliare, ma in effetti sono stati appena un antipasto. Evergrande questa estate non ha fatto niente per nascondere le ambizioni di diventare entro cinque anni addirittura il maggior gruppo globale delle auto elettriche, annunciando l’equivalente di $40 miliardi di investimenti per costruire nuove fabbriche nello Shenyang oltre che nel Guangzhou meridionale.

E occorre constatare che la tecnologia che Evergrande Health ha in mente di installare in quegli impianti non è di secondo piano, anzi. Non solo, ma non è nemmeno tecnologia cinese:  lo scorso settembre gli accordi firmati hanno coinvolto tre gruppi tedeschi, uno austriaco e uno canadese: FEV Group, EDAG, IVA Group, AVL e Magna.

Forse al grande pubblico soltanto l’ultimo nome, che in Austria era collegato alla Steyr-Puch nota per le amatissime Panda 4×4, dice qualcosa. In effetti si tratta però di gruppi della fornitura che sono familiari, eccome, a chi è dentro alla manifattura.

Inoltre la sussidiaria Evergrande New Energy Automobile Group chiamata a coordinare questa titanica impresa di edificazione di fabbriche prima che di produzione di auto, si era assicurata poche settimane prima un’altra doppia collaborazione dedicata al settore telaistico, ancora con FEV Group e con Benteler, mentre in estate un’altra joint venture era stata coordinata con la tedesca Hofer per lo sviluppo e produzione di powertrain destinati ai futuri modelli elettrici.

Modelli che non hanno un nome ma un marchio, Hengchi, molto pubblicizzato attraverso la squadra di calcio che appartiene al grande gruppo. Con un nuovo brand al quale si dedica la maggior parte dell’attenzione, viene da chiedersi a che cosa servano gli investimenti nel capitale di NEVS.

Le 9-3 prodotte dallo scorso giugno in avanti sono state più che altro destinate alle flotte delle varie divisioni e non si ha notizia di aperture di concessionarie dedicate al marchio svedese. Ma l’intenzione non sembra più questa: per NEVS forse c’è già pronto un ruolo da punta di lancia nelle tecnologie di frontiera e per i veicoli autonomi.


Credito foto di apertura: sito web NEVS