MOBILITA

La joint-venture Daimler BMW dà il semaforo verde ai taxi targati FreeNow

Free Now da oggi ingloba mytaxi e annuncia la prima novità: in Italia l’app sarà integrata con quella gestita da Moovit, mettendo insieme servizio di trasporto pubblico di linea e non

Da oggi è possibile vedere nelle sette città italiane in cui il servizio è già attivo il cambiamento di livrea delle vetture che aderivano a mytaxi e che da oggi avranno il marchio Free Now. La presentazione odierna in contemporanea in tutta Europa, a Milano in zona Navigli, non si può esaurire nel dire “oggi mytaxi diventa Free Now”, perché in effetti al cambiamento del branding si affiancano riposizionamento ed integrazione.

Free Now è come noto uno dei risultati di una delle cinque nuove joint-venture BMW Daimler, un accordo che era stato avviato mesi fa dai rispettivi numeri uno (il boss uscente Daimler Dieter Zetsche e quello BMW Harald Krüger, forse a sua volta uscente).

Vale la pena ricordare che Car2Go e Drive Now diventeranno Share Now, mentre là dove si parla di corse in taxi mytaxi, Beat e Clevertaxi (le ultime due non presenti in Italia) sono state accumunate proprio dal marchio Free Now.

La piattaforma di mobilità Moovel diventerà Reach Now, mentre i servizi di ricarica Charge Now e la biglietteria online per i parcheggi Park Now non avranno bisogno di cambiare, avendo già nel brand quel Now onnipresente. Il tutto accompagnato da investimenti corrispondenti a €1 miliardo.

Quella che parte oggi in modo operativo è un raro esempio di collaborazione tra rivali per tenere il passo con la concorrenza. Ha sottolineato Eugenio Blasetti, press relations manager di Mercedes-Benz Italia: “è un orgoglio che questa sia una cosa europea e che stavolta non siamo costretti a subirla vedendola arrivare da Asia o Stati Uniti. Dobbiamo guardare a questo risultato come a un frutto prezioso“.

La nascita di Free Now e delle altre joint venture saranno anche un metro per valutare il cambiamento epocale dei gruppi auto: da alfieri della manifattura a fornitori di servizi. Ha detto Roberto Olivi, direttore delle relazioni istituzionali di BMW Italia: “due aziende che hanno sempre fatto business tradizionale sono state capaci di innovare per far sì che ci si possa spostare in modo più intelligente. Anche da padre di famiglia trovo essenziale che si agisca per lasciare ai figli un mondo più vivibile“.

Dal 2009 (quando era nata mytaxi partita invece nel 2015 in Italia) ad oggi molto è cambiato, anche per questi servizi di mobilità allo stesso tempo nuovi e antichi: alle spalle ci sono ormai 98 milioni di corse, 14 milioni di passeggeri e 100.000 tassisti, 4.500 dei quali italiani.

Anche presso la clientela dello Stivale il gradimento per questa forma di mobilità sta crescendo, anche se finora ben il 35% per cento di chi la usa qui proviene dall’estero. Come ha spiegato la general manager nazionale Barbara Covili, il fattore decisivo nello scegliere un’app per salire in taxi, sorprendentemente forse per le abitudini italiane, è la garanzia di poter pagare con le carte invece che in contanti.

Con il nuovo assetto societario non cambierà l’aspetto essenziale dell’app Free Now di saper disintermediare tra cliente e taxista. Da oggi però l’integrazione cresce a livello di opzioni di trasporto, perché dopo quattro anni di reciproco corteggiamento dialogheranno tra loro le app di Free Now e quella di Moovit.

Samuel Sed Piazza, responsabile dei partenariati della società di mobilità, ha confermato che da oggi chi ha l’app Moovit vedrà in alternativa ed a completamento dell’offerta di servizio di mezzi pubblici anche i taxi Free Now. Si tratta di un esempio interessante di integrazione tra trasporto pubblico di linea (bus, tram) e non di linea (taxi).

In sintonia con la mission dell’app Moovit che vuole coprire dal primo all’ultimo miglio sono sempre più integrati anche i nascenti servizi di micromobilità e quando Free Now comincerà a proporre scooter elettrici (come in altre città europee già avviene) anche questi compariranno a loro volta sugli schermi degli smartphone.

La collaborazione tra Daimler e BMW sulla mobilità tra non molto produrrà effetti su loghi e grafica anche nel settore delle auto condivise, visto che Car2Go e Drive Now diventeranno Share Now. Quando?

Non è ancora ufficiale, ma un educated guess basato sul fatto che di recente la concorrenza sta rimpinguando la flotta elettrica in car sharing come ha appena fatto E-Way sul Lago di Garda (con Renault Zoe e Twizy) e su scala molto più grande Volkswagen con WeShare a Berlino ci fa pensare che quando toccherà a Share Now vedremo contemporaneamente crescere la quota a zero emissioni della flotta in condivisione.


Credito foto di apertura: AUTO21