AUTO

Entro il 2020 tutta la gamma pickup e SUV Ford si converte all’ibrido

Festeggiati ricavi e margini di pickup e SUV, Ford prepara la trasformazione verso il futuro cominciando da ibrido ed assistenza alla guida Co-Pilot360

Ai dirigenti Ford come il vice president dei veicoli leggeri Jim Farley piace parlare di filosofia urbana e di futuro. Ma per quanto riguarda il presente lui, come tutti ai vertici, ha un occhio fisso sui conti della casa dell’Ovale Blu.

E i conti suonano una musica melodiosa su uno spartito fatto di pickup e di SUV: pensate che solo la popolarissima F-Series porta alla marca di Dearborn ricavi equivalenti a quelli di una Nike o una Facebook.

Insomma è proprio grazie ai pickup ed ai SUV se Ford avrà i mezzi per collocarsi adeguatamente nel futuro dell’auto. Ieri in Michigan Farley ha delineato quella che sarà la roadmap per la prossima decade, e ha indicato che la gamma di pickup e SUV sarà elettrificata a marce forzate.

Rispetto all’assetto che questi piani hanno per altri gruppi rivali, nella futura gamma Ford avrà molto più spazio non tanto l’inserimento di auto native elettriche, quanto di ibride convenzionali e di ibride plug-in.

Ford aveva già iniziato a mettere un “piede nell’acqua” per sentire se era della temperatura giusta annunciando pochi mesi fa progetti per costruire versioni ibride del richiestissimo pickup F-150 e della sportivissima Mustang.

Adesso promette varianti ibride convenzionali anche per i SUV Escape ed Explorer, e anche per il rustico Bronco ed un altro SUV ancora da definire. Non che chiuda del tutto la porta alla propulsione elettrica al 100%: nel 2020 dovrebbe uscire un SUV ad elevate prestazioni annunciato col nome Mach 1.

Ed entro il 2022 saranno sei nel complesso i modelli nativi elettrici attesi. Ma questo non basta per fare di Ford un marchio che si associa alla mobilità elettrica.

In effetti non si tende più di tanto ad associare il marchio Ford nemmeno al settore ibrido nonostante, ad esempio sul mercato domestico, sia da sempre la marca che occupa il secondo posto dietro alle immancabili Toyota.

Adesso, e per la verità proprio in un momento in cui il mercato americano dell’ibrido è in folle, Ford sembra voler far leva su questa tecnologia per poter continuare a mantenere una posizione di vertice nei settori più lucrosi dei pickup e dei SUV, nei quali la concorrenza diventerà sempre più rovente.

Questi saranno i settori che pagheranno per lo sviluppo dei settori avanzati, anche a discapito dei segmenti delle auto convenzionali, nei quali il calo del mercato e dei margini sembrano destinare le linee di produzione a quelle delocalizzazioni che fanno arrabbiare l’inquilino attuale della Casa Bianca.

In compenso tutte le Ford sul mercato americano (e a seguire su quelli globali) saranno sempre più connesse, un pallino sia del marchio che dell’amministratore delegato Jim Hackett in particolare, alla Transportation Mobility Cloud, come promesso al CES di Las Vegas di gennaio.

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In America la suite di sistemi ADAS battezzata Co-Pilot360 uscirà in autunno sul nuovo Ford Edge e l’Edge ST (credito immagine: ufficio stampa Ford Motor Co.)

Inoltre a partire dal prossimo autunno (i primi modelle ad esserne equipaggiati saranno il Ford Edge e l’Edge ST) diventerà una presenza costante nella gamma il Co-Pilot360, la suite di sistemi di assistenza alla guida che prevede sistema di frenata automatica di emergenza, sistema di mantenimento della corsia, telecamera posteriore, sensori per rilevazione di veicoli nel punto morto.

Un inizio di diffusione capillare dei sistemi di assistenza alla guida che sempre più faranno la differenza nella sicurezza stradale. Intanto però la rivale di sempre General Motors continua ad affilare le armi per il passo seguente, investendo $100 milioni nello stabilimento del Michigan che produrrà i suoi robo-taxi Cruise AV a guida completamente autonoma…


Credito foto di apertura: ufficio stampa Ford Motor Co.