MOBILITA

Una dote da €40 milioni servirà a Cityscoot per espandersi anche in Italia

Entro la fine del 2018 la startup parigina che punta sugli scooter elettrici in condivisione vuole portare la sua flotta urbana a zero emissioni a 5.000 unità

Partita nell’estate del 2016 raccogliendo €15 milioni di finanziamenti che le hanno permesso di iniziare il suo servizio di condivisione di scooter elettrici a Parigi, da pochi giorni la società francese Cityscoot ha convinto un nuovo gruppo di investitori a mettere mano al portafoglio versando €40 milioni che le serviranno per le prossime tappe.

Così dopo la capitale (in cui ha 70.000 iscritti al servizio) Cityscoot aprirà a Nizza e poi in altre tre città europee ancora da svelare. Tra le società che hanno deciso di dare fiducia allo scooter-sharing elettrico ci sono il gruppo RATP (cui è affidata la metro parigina ed è presente anche in Italia attraverso la partecipazione nella tramvia fiorentina) e il fondo InVenture Partners.

La crescita del progetto implica anche un numero maggiore di veicoli disponibili per lo scooter-sharing, che oggi mette a disposizione 1.600 mezzi elettrici a Parigi e prevede dalla prossima primavera di schierarne altri 500 sulla Costa Azzurra.

Se Cityscoot non ha ancora fornito i nomi delle prossime città in cui le sue due ruote bianco-azzurre saranno presenti, ha però indicato che le tre città saranno rispettivamente ancora nel sud della Francia e, per la prima volta, in Italia e in Svizzera.
Il numero totale di veicoli elettrici per lo scooter-sharing che Cityscoot intende mettere in servizio entro fine 2018 sarà di 5.000, e dopo le tre città europee altri dovrebbero essere disponibili nel resto della regione dell’Ile-de-France ed in altri dipartimenti francesi, facendo di quella di Cityscoot la più numerosa flotta di scooter elettrici condivisi al mondo.Il noleggio costa €0,20 al minuto e gli scooter elettrici (prodotti in Polonia dall’azienda tedesca Govecs) sono liberamente parcheggiati e geolocalizzati, come avviene alle auto del car sharing o alle bici Mobike e rintracciabili mediante l’app con cui ci si iscrive al servizio.
Quando la batteria ha una capacità che scende sotto il 10% lo scooter viene tolto dalla mappa e alla notte gli addetti di Cityscoot provvedono alla sostituzione della batteria, il che evita qualsiasi “ansia da autonomia” ai clienti o la perdita di tempo di cercare le colonnine per la ricarica.
L’ampliamento degli orizzonti di Cityscoot fa ritenere che ormai il mercato dello scooter-sharing sia destinato a diventare non un’ipotesi ma una realtà ed anzi una realtà con tanto di concorrenza agguerrita.
L’azienda francese guidata da Bertrand Fleurose ha infatti dalla primavera 2017 un concorrente diretto nel colosso Bosch che dopo l’esordio a Berlino ha schierato a Parigi 600 mezzi della taiwanese GoGoro. Insomma i parigini possono già scegliere, e forse presto avranno questa possibilità molti altri residenti nelle grandi città.

Credito foto di apertura: sito web Cityscoot