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Il budget del Regno Unito punta ad ampliare la presenza nei settori dell’innovazione

Il bilancio britannico stilato da Philip Hammond sarà generoso con veicoli elettrici ed autonomi, intelligenza artificiale e telecomunicazioni

Oggi il Cancelliere dello Scacchiere Philip Hammond ha presentato l’equivalente britannico della legge di bilancio e, come anticipato da qualche giorno, la versione di quest’autunno contiene numerose misure rivolte all’innovazione, incluso a quella che riguarda l’auto.

Nel budget britannico sono stati anzitutto previsti £400 milioni (circa €451 milioni) per potenziare le infrastrutture di ricarica per le auto elettriche, e il governo premerà sulle stazioni di servizio perché installino più colonnine.

Questo è solo il primo provvedimento dalle più probabili e rapide conseguenze pratiche: la norma più interessante è forse quella che riguarda i veicoli a guida autonoma. Dal 2019 dovrebbe essere possibile effettuare test sulle strade britanniche senza esseri umani alla guida. L’implementazione richiederà aggiornamenti ai regolamenti vigenti che dovrebbero essere completati entro circa un anno.

Dal 2021 inoltre le auto a guida autonoma potranno circolare ovunque, non solo in aree delimitate, il che dovrebbe essere gradito a quei costruttori e a quelle startup che intendono sviluppare a 360° i loro sistemi: ambienti urbani quindi, ma anche rurali. In casa i britannici hanno già il gruppo Jaguar Land Rover che da tempo sta sviluppando sistemi in grado di mantenere il controllo anche nel fuoristrada.

La misura prevista dalla finanziaria britannica malgrado tutto potrebbe essere troppo distante per attirare, gruppi domestici a parte, case o startup globali. Chi è considerato in pole position per mettere in linea i primi servizi di robo-taxi, come GM o Waymo, senza dimenticare Tesla, Delphi ed Uber, si serve già della politica del laissez-faire portata agli estremi in aree come l’Arizona, dove le istituzioni locali danno quasi carta bianca a chi apre un capannone entro i suoi confini per lavorare in questo settore.

Il Cancelliere dello Scacchiere ha anche presentato capitoli che prevedono supporto ad investimenti su nuove tecnologie come intelligenza artificiale, cyber-security e comunicazioni 5G di fino a £500 milioni (€564 milioni). Si tratta senz’altro di un impegno meritorio.

Se si va però a guardare le singole voci resta un po’ di inquietudine a pensare alla inadeguatezza di budget di interi paesi industrializzati rispetto ai mezzi di alcuni colossi globali della tecnologia.

Sul blog Alphaville di venerdì scorso, si faceva notare che se un capitolo di £75 milioni (€84 milioni) per il settore dell’intelligenza artificiale è un’ottima cosa (magari ci fosse un governo che ritenesse l’opportunità meritevole di risorse anche alle nostre latitudini), in realtà si tratta di £30 milioni meno di quanto ha speso Google nel 2016 per lo staff che proprio a Londra è impegnato nel progetto Deep Mind, attivo nello stesso settore.

Ecco allora che viene da pensare, o sperare, che le cifre e le voci più promettenti messe a fuoco dal Cancelliere Hammond fra qualche anno possano rivelarsi quelle destinate a creare 450 dottorati di ricerca, oppure i £30 milioni per far aggiornare la forza lavoro con corsi che integrino l’AI nei vari settori produttivi, come ha appena deciso di fare individualmente Audi che addestrerà dipendenti coi corsi di Udacity, l’università online del machine learning .creata dal tedesco Sebastian Thrun.

I britannici hanno anche previsto un’altra misura orientata al futuro: portare i docenti di scienze informatiche dagli attuali 4.000 a circa 12.000. Come ricordava ieri Brian Salesky in questo post, in quell’America che oggi è ancora l’Eldorado dell’innovazione, nel 2016 si sono laureati 60.000 studenti in scienze informatiche ed affini, ma attualmente le aziende stanno cercando di coprire circa mezzo milioni di posizioni attinenti al settore. Cifre, quelle britanniche e quelle americane, da tener presenti anche in Italia…


Credito foto di apertura: ufficio stampa internazionale Audi AG