Dentro al nuovo concept Honda c’è un po’ di Pepper
A spingere la piccola NeuV non è solo il motore elettrico, ma un motore “emozionale” sviluppato con SoftBank
Una delle caratteristiche più curiose ed insolite della concept car Honda presentata al CES, la NeuV (che sta per New Electric Urban Vehicle) è la presenza di un assistente personale che la casa giapponese ha definito “motore emozionale”. Il dispositivo di intelligenza artificiale ha anche un nome: HANA (da Honda Automated Network Assistant).
Come ci si aspetta da questo genere di sistemi, avrà tre fondamentali obiettivi nell’interazione con il cliente: capire, suggerire ed assistere. Ovvero dovrà apprendere dal guidatore la gamma di stati d’animo abituali per confezionare i viaggi meno stressanti possibili, integrandoli dove opportuno con suggerimenti per le fermate per spese o commissioni della giornata.
Malgrado gli obiettivi ambiziosi e complessi, HANA non guarderà il guidatore o il passeggero (la concept car Honda ha due posti) da un inquietante occhio rosso sulla falsariga dell’HAL di 2001 Odissea nello Spazio. La piccola ma luminosa elettrica giapponese ha invece un pannello a tutta larghezza che si propone come interfaccia sia comoda ed accessibile, sia rassicurante.
La presenza di HANA sul NeuV è una alternativa alla diffusione di assistenti personali come Alexa o Cortana che stanno accedendo anche negli abitacoli delle automobili. Proprio a Las Vegas i sistemi sviluppati da Microsoft si sono segnalati per gli accordi stretti con BMW e Nissan.
L’assistente personale presentato da Honda è però particolare, perché è il frutto di una collaborazione tra Honda e cocoro SB Co., una divisione della attivissima SoftBank. Il gruppo diretto da Masayoshi Son, forse il più brillante imprenditore giapponese attuale, è nato nelle telecomunicazioni e in internet. Da qualche tempo sta correndo freneticamente per inserirsi nel mondo dell’Internet delle cose, di cui auto e mobilità sono certo una parte fondamentale.
Son ha creato un progetto su lunga scala, addirittura trentennale, focalizzato sull’avvicinarsi alla singolarità: il giorno in cui la potenza di calcolo delle macchine supererà quella del cervello umano. All’agenzia Bloomberg Son ha detto: “crediamo che la singolarità sia inevitabile e che tutte le aziende saranno ridefinite quando i computer supereranno gli esseri umani in intelligenza“.
Per questo ha creato un fondo di investimento da $100 miliardi (SoftBank Vision Fund) tutto incentrato sulla tecnologia. Son ha già comprato per $31,2 miliardi ARM Holdings, l’azienda inglese che progetta chip, perché convinto che saranno proprio i chip a rendere intelligenti gli oggetti e dispositivi connessi. Con la presenza della singolarità all’orizzonte, per Son e SoftBank valorizzare gli studi sulla sfera emozionale in relazione con l’intelligenza artificiale più che una curiosità o un lusso è una necessità.
Già grande ammiratore del leggendario Soichiro Honda, Son aveva iniziato in passato una collaborazione sui robot con Honda. Ma poi la casa automobilistica ha continuato per conto proprio sul programma del robot Asimo, mentre SoftBank ha continuato a lavorare sul progetto che ha finito per produrre il robot Pepper. Un robot progettato con una forte attenzione all’interazione emozionale.
Così la collaborazione è ripartita, quando è arrivato il momento di mettere in connessione intelligenza artificiale e ruolo delle emozioni. Il direttore della ricerca e sviluppo Honda Yoshiyuki Matsumoto sostiene che “l’intelligenza artificiale emozionale è vicina alla filosofia di Honda Motor“. Soichiro Honda amava ripetere che quella sviluppata nella sua fabbrica era tecnologia che aiuta gli esseri umani.
Così non c’è poi tanto da meravigliarsi se per fornire alla concept car NeuV un ricco corredo di dotazioni emotive si siano messi insieme due partner come Honda, che lavora anche sui piccoli UNI-CUB che sono in grado di dare una mano a chi ha problemi permanenti o temporanei di mobilità e SoftBank, che ha già iniziato un progetto con una piccola rete di autobus a guida autonoma per portare in giro gli anziani nelle più isolate aree rurali del Giappone.