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A Firenze Uber chiude per carenza di offerta

In Toscana sono troppo poche le vetture da noleggio con conducente aderenti al servizio dell’azienda americana

Il gigante del ride sharing Uber a pochi giorni di distanza dall’addio ai progetti di espansione in Cina dice un altro addio. Ma stavolta forse è un arrivederci. Perché a Firenze la app che chiama un’auto bella, comoda e puntuale per andare dove vuoi, dal 12 agosto non funzionerà più. Presente nella città toscana da settembre dell’anno scorso, ad Uber il successo non ha fatto difetto. Ma se la domanda non manca è l’offerta a scarseggiare: mette a disposizione dei suoi clienti in visita o per lavoro sulle rive dell’Arno circa 100 autisti di vetture con targa NCC (noleggio con conducente).

Con turisti e uomini d’affari che sciamano per Firenze in abbondanza, gli autisti delle vetture NCC sono però in gran parte già mobilitati con agenzie, fiere, alberghi. E malgrado i vertici di Uber Italia abbiano riferito al quotidiano Repubblica che il rating degli autisti toscani sia eccellente, essi sono disponibili per chi cerca una vettura sul cellulare solo poche ore al giorno. Il che ha reso il servizio meno affidabile e creato problemi di gestione della domanda alla società americana. Tanto da arrivare a decidere lo stop.

Che Uber possa tornare a Firenze non è peraltro impossibile. Se il servizio Uber Pop è escluso perché ritenuto illegale in Italia, la sede italiana prevede che il servizio di consegna dei cibi e pasti Uber Eats possa comunque comprendere anche il capoluogo toscano. E non è escluso che quando la normativa nazionale sarà più chiara e definita (in autunno forse) il servizio Uber Black possa tornare. Oggi, ad esempio, gli autisti di vetture NCC delle province limitrofe che sarebbero magari disponibili ad operare a Firenze sono intralciati da norme che ne pretendono la permanenza in rimesse della città che rilascia le licenze, rendendo antieconomico aderire al servizio per gli autisti.


Credito foto di apertura: auto21.net