7 giorni di business che cambiano la mobilità: 24 – 30 maggio 2021
Il briefing della settimana: i nuovi accordi, investimenti e operazioni con protagonisti Denso, Envision AESC, Honeywell, LG Energy Solution, Neolix, NIO, Nissan, Tritium
24 maggio: il gruppo Honeywell e Denso (noto come fornitore fondamentale nella catena Toyota) stringono un accordo a lungo termine per sviluppare insieme sistemi di propulsione elettrica per veicoli della Urban Air Mobility, ovvero aerotaxi elettrici e per velivoli destinati alle consegne, mescolando competenze automotive e dell’aerospaziale. Le prime prove di volo dei risultati della collaborazione avranno luogo già l’anno prossimo, cercando di affrettare la commercializzazione con clienti che già guardano con attenzione a soluzioni destinate in particolare alle metropoli globali e che ha scatenato l’interesse oltre che dei gruppi abitualmente attivi nelle attività di volo anche di altri interessati. Come ad esempio il partner abituale Denso Toyota, che ha da tempo inziato a investire nella startup americana Joby Aviation.
25 maggio: la startup dell’auto elettrica NIO estende la cooperazione già in essere col gruppo statale Jianghuai Automobile Group, per brevità JAC Motors, fino al maggio 2024. Presso la fabbrica di Hefei, nella provincia di Anhui, pertanto la produzione dei modelli al 100% elettrici ES8, ES6, ET7 ed eventualmente altri futuri continuerà fino a quella data. La differenza più significativa sarà la capacità produttiva che sarà incrementata fino a 240.000 unità l’anno, mentre gradualmente i partner si stanno avvicinando alla capacità massima prevista dal contratto originario di 120.000 pezzi l’anno (in tre dei primi quattro mesi del 2021 NIO ha immatricolato 7.000 veicoli passeggeri), con una produzione massima attuale prevista a 400 pezzi al giorno. All’aumento della capacità corrisponde anche l’inizio del programma di esportazione, a partire dalla Norvegia e con previsione di espansione ad altre nazioni occidentali. Dopo aver abbandonato i progetti di aprire una propria fabbrica a Shanghai, NIO aveva ricevuto linee di credito consistenti proprio grazie alle istituzioni locali di Anhui ed Hefei, pertanto l’allungamento del contratto e della collaborazione era considerato quasi una formalità, in Cina.
25 maggio: le autorità di Pechino rilasciano i permessi necessari a un nuovo progetto che vede insieme JD.com, Meituan e Neolix in un test di veicoli ad alta automazione destinati alle consegne merci dell’ultimo miglio su strade pubbliche nella zona di Yizhuang, nota per la presenza di startup e aziende della tecnologia e per la capillare infrastruttura 5G che è stata dispiegata nell’area. I veicoli sono piccoli droni con le ruote privi di autisti a bordo, più simili al lavoro attuale della startup Nuro che a quello di società come Waymo o Argo AI per le consegne merci. Se JD.com e Meituan (un tempo casa controllante la società del bike sharing attiva anche in Italia Mobike) sono noti come gruppi della new economy il caso di Neolix è quello di una divisione della startup dell’auto elettrica Li Auto, concentrata sulla progettazione e realizzazione di mezzi autonomi per le consegne merci, la sorveglianza ed altre attività tipiche di servizi cittadini. A Pechino Neolix intende schierarne 150 ma al contrari delle due aziende con cui collabora non tanto per consegnare pacchi o alimentari ma come dei chioschi ambulanti; non sono chiari invece i numeri delle flotte di JD.com e Meituan, che li impiegheranno per vere e proprie consegne. Secondo JD.com i supervisori che seguiranno i percorsi da remoto saranno in grado di controllarne contemporaneamente fino a 50 ciascuno, il che fa pensare che il quartiere di Pechino scelto per i test sia sostanzialmente diverso da centri città tipici di metropoli cinesi all’insegna del caos e della confusione.
26 maggio: anche l’australiana Tritium va in borsa negli Stati Uniti e anche in questo caso attraverso una fusione inversa, con la società-veicolo Decarbonization Plus Acquistion Corp. II. L’accordo stretto tra le due società ha valutato il produttore di colonnine ultra-veloci HPC $1,2 miliardi, mentre la transazione genererà per l’azienda, che nel settore della green economy è attiva dal 2001, un gruzzolo dal valore fino a $403 milioni. Alla fusione inversa non si accompagnerà il meccanismo di una contemporanea PIPE, una collocazione presso alcuni investitori accuratamente scelti. In teoria un campanello d’allarme, considerato che altre operazioni simili l’avevano prevista, ma in realtà un segnale che Tritium è già una azienda con ricavi e un business plan avviato. Il 70% del portafoglio ordini del gruppo diretto da Jane Hunter è europeo (incluso quello Ionity, con postazioni presenti anche in Italia), il 20% nelle Americhe e il 10% sul Pacifico. Coi proventi dell’ingresso in borsa prevede di creare nuove sedi in Australia, Europa e California e forse una fabbrica in Olanda.
26 maggio: superati ostacoli burocratici con le istituzioni locali, LG Energy Solution ha finalizzato l’accordo che consentirà l’avvio di una fabbrica di batteri di cui si parla da diverso tempo in collaborazione con la società statale Indonesia Battery Corporation. Non la si può definire una Gigafactory perché si tratta di un sito produttivo con una capacità iniziale di 10 GWh, ma l’investimento che richiederà sarà tutt’altro che trascurabile: $1,2 miliardi necessari per produrre celle la cui produzione per la maggior parte alimenterà auto e crossover elettrici Hyundai. Il gruppo giapponese ha in passato confermato il piano di costruire in Indonesia 250.000 veicoli l’anno, e avendo in mente di ridurre le opzioni convenzionali nella propria gamma è probabile che nel corso del tempo la quota di elettriche sul totale sia destinata a crescere rapidamente.
28 maggio: non c’è ancora una nota ufficiale a confermarlo, ma l’attendibilità Nikkei che ha dato la notizia quando si tratta di grandi gruppi industriali giapponesi è tale che possiamo già assumere come definito un accordo tra Nissan Motor Co. e il gruppo delle batterie Envision AESC per avviare entro il 2024 due nuovi impianti in grado di produrre celle sufficienti a spingere 700.000 veicoli elettrici l’anno, con un investimento complessivo di oltre 200 miliardi di yen (circa $1,82 miliardi). Per quanto riguarda i siti produttivi il progetto dovrebbe coinvolgere Giappone e Regno Unito e in particolare, come più volte già suggerito dalla stampa britannica, il sito di Sunderland (visibile nella foto di apertura) dove già ora avviene una produzione più limitata di celle che equipaggiano l’attuale generazione Leaf.
Credito foto di apertura: ufficio stampa Nissan Motor Co. Europe