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La riunificazione tedesca che passa dal car sharing

BMW e Daimler negano di voler arrivare ad una aggregazione tra car2g0 e DriveNow, che in molti ritengono invece vincente

Il consolidamento di gruppi nel settore dei media e delle telecomunicazioni, come dimostra la vicenda della sfida tra i tycoon Vincent Bolloré e Silvio Berlusconi, in Italia fa scattare subito reazioni pavloviane e campanelli di allarme. Ma non è così in altri settori, come suggeriscono le trattative segrete per arrivare ad una forma di aggregazione appena svelate da un settimanale tedesco tra due aziende del car sharing: car2go (controllata da Daimler) e DriveNow (che appartiene a BMW).

BMW e Daimler (e anche la società di noleggio Sixt che ha una quota importante nel servizio di noleggio che usa BMW e Mini) hanno smentito che ci siano in corso trattative per arrivare ad una fusione. Ma appena la notizia del possibile accordo si è diffusa, quello che in molti addetti ai lavori hanno fatto non è stato scuotere la testa in segno di disapprovazione.

Dal 2009 ad oggi, ovvero dagli esordi pionieristici di car2g0 in due città universitarie: Austin, Texas ed Ulm, Svevia, di strada ne è stata fatta tanta, tantissima. Sono ormai un milione e trecentomila i tedeschi che si servono del car sharing, rispetto ai 700.000 che usufruiscono del servizio in Italia. Ma dopo una crescita rapida, è arrivato il momento della crescita lenta.

Parlando al quotidiano finanziario Handelsblatt, Willi Loose, direttore della associazione tedesca delle aziende di car sharing, non ha nascosto che ora tutti nel settore devono passare dal cercare la crescita al tenere sotto controllo i costi. In questi casi uno dei percorsi più rapidi passa per la via del consolidamento. Mentre in Italia per le aziende del noleggio a breve i problemi sono la crescita ed i furti, in Germania, pur col doppio dei clienti, languono gli utili.

Nel report annuale del gruppo Daimler, la controllata car2go ha marcato perdite per €64 milioni distribuite tra Germania, Italia e Nordamerica. Alcune città producono utili, ma in altre invece si va in rosso o, come da San Diego, si va via del tutto. Una aggregazione tra due aziende permetterebbe di risparmiare costi di infrastruttura, nell’informatica, e nell’amministrazione.

La nuova rivale creata dal gruppo Volkswagen, Moia, è appena agli inizi a fronte di una DriveNow che ha 580.000 clienti e car2go che ne ha 560.000. Ha detto ad Handelsblatt Loose: “se si viene ad una cooperazione car2go e DriveNow sarebbero leader di mercato senza rivali nel car sharing flessibile, quanto meno in Germania“.

E anche conservando due brand separati e i collegamenti ai marchi auto attuali, una società di maggiori dimensioni sarebbe probabilmente meglio attrezzata per resistere all’urto della crescita delle rivali americane. Maven, controllata da General Motors, inizierà ad operare in Europa, affiancandosi nel car sharing alla concorrenza rappresentata dal ride sharing e dai giganti della tecnologia come Uber e Google, anzi Waymo. Inoltre la nuova ipotetica entità mista avrebbe opportunità di collaborare con le app MyTaxi e ParkNow che offrirebbero altre munizioni con cui controbattere.

car2go car sharing daimler
Smart car2go parcheggiate ai Gigli, il più grande centro commerciale della Toscana (Credito foto: Auto21)

Credito foto di apertura: BMW Group global media website