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Crescono gli utili Volkswagen nel primo semestre del 2022

Nonostante il calo di vendite, continui problemi alla catena della fornitura e i lockdown in Cina, il gruppo VW ha aumentato significativamente i suoi guadagni nella prima metà dell’anno

Dopo i dati di vendite (in calo) svelati a metà luglio, per il gruppo Volkswagen è arrivato il momento di presentare anche i conti: a Wolfsburg sono stati in grado di aumentare i profitti nel primo semestre del 2022 nonostante i problemi con la catena della fornitura (chip & C.) e i lockdown in Cina.

L’utile di gruppo al netto delle tasse è aumentato di poco più di un quarto a €10,6 miliardi rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Il risultato operativo di Audi è migliorato nella prima metà dell’anno da circa €3,3 miliardi a €5 miliardi, quello Porsche da €2,7 miliardi a 3,3 miliardi. Quasi €1,9 miliardi vanno ascritti alle autovetture e SUV del marchio Volkswagen rispetto a €1,2 miliardi un anno fa.

Il ritorno sulle vendite per Volkswagen nel primo semestre del 2022 è stato del 9,7% rispetto all’8,8% dello stesso periodo del 2021. Il gruppo conferma quindi anche le sue attuali prospettive per la seconda metà dell’anno: prevede che i ricavi per il 2022 saranno tra l’otto e il 13% al di sopra della cifra dell’anno precedente e un ritorno sulle vendite compreso tra il sette e l’8,5 per cento. I ricavi del gruppo sono aumentate del 2% a €132,3 miliardi e anche il debutto del produttore di camion statunitense Navistar, rilevato nel 2021, ha avuto un ruolo.

Se le consegne sono diminuite di oltre il 22% a circa 3,88 milioni di veicoli, la produzione non è diminuita nella stessa misura: alcune auto sono ancora nei piazzali delle fabbriche a causa delle difficoltà nell’arrivo di componenti indispensabili, chip e controller anzitutto, mentre secondo Volkswagen il picco di crisi per la fornitura di cablaggi è in gran parte tornata a un livello normale, dopo l’invasione dell’Ucraina che tanti ne produce.

Il secondo trimestre, quello in cui i lockdown hanno maggiormente rallentato produzione e vendite nel mercato più importante dell’Asia, ha pesato sull’attività con un calo degli utili del 22%. Ma le vendite di auto elettriche sono aumentate e nelle ultime settimane i veicoli nati sulla piattaforma elettrica MEB sono prodotti anche ad Hannover, a Emden e da pochissimo la ID4 nello stabilimento nordamericano di Chattanooga, come si nota nella foto di apertura.

Il direttore finanziario Arno Antlitz, che con l’estromissione di Herbert Diess da Volkswagen è diventato anche chief operating officer ha affermato che il più grande gruppo automobilistico europeo ha dimostrato una notevole resilienza finanziaria malgrado sfide globali senza precedenti.

Per la seconda metà dell’anno i manager si aspettano che i problemi della catena di approvvigionamento abbiano sollievo. In Cina, verso la fine del secondo trimestre era già iniziata una notevole ripresa, anche se c’è ulteriore incertezza in queste ultime ore per lockdown a Wuhan e Shenzhen.

Così per ora non è possibile ai manager di Wolfsburg valutare in modo conclusivo gli effetti specifici degli sviluppi della guerra in Ucraina o della pandemia sull’anno finanziario in corso. Nel primo semestre 2022 sono stati principalmente i marchi di lusso e sportivi come Audi e Porsche a garantire una redditività che ha condotto per mano il gruppo Volkswagen attraverso un mercato auto globale in difficoltà.

Uno sguardo alla divisione software Cariad (sospettata di essere stata la miccia della deflagrazione che ha portato alla sostituzione del CEO Herbert Diess dal 1 settembre) indica progressi significativi con gli aggiornamenti software per la flotta di veicoli esistente. E tuttavia, la perdita dell’attività in corso di questa divisione tanto chiacchierata è quasi raddoppiata: da €502 milioni a €978 milioni.

Il risultato operativo rettificato per i costi speciali per l’affare diesel è sceso nel secondo trimestre del 28% a €4,74 miliardi. Gli effetti speciali di valutazione hanno pesato pesantemente, in particolare per la copertura delle materie prime, inclusi operazioni di “assicurazione” e “coperture” che le aziende effettuano con transazioni soggette a forte volatilità al fine di ammortizzare ulteriori fluttuazioni di prezzo o crolli di volume per risorse importanti. Nel trimestre tra aprile a giugno sono costati a Volkswagen €2,4 miliardi, dopo aver ottimizzato il risultato operativo nel primo trimestre.

Credito foto di apertura: ufficio stampa Volkswagen AG