MOBILITA

M come mobilità, e Volvo apre un’altra crepa nelle certezze dell’auto

M non sarà solo car sharing, ma una divisione della casa svedese che spingerà subito molto sulle alternative efficaci alla tradizionale proprietà dell’automobile

Ormai ci siamo abituati alle ondate. Le ondate di annunci sulle batterie, o sui sistemi di guida autonoma, o sui sensori. I gruppi auto sembrano concentrare in periodi specifici i lanci di nuove iniziative. Queste ore sono quelle della mobilità. Dopo Parigi e il car sharing dei gruppi francesi ora tocca a Volvo Cars ed alla presentazione di M: il marchio che racchiuderà tutte le sue attività nell’ambito della mobilità.

Dove se non in Svezia, Stoccolma in particolare, poteva essere la prima base per lo sviluppo del progetto? Là sono già in corso tutta una serie di test ed una versione “beta” di una immancabile app da usare sullo smartphone verrà rilasciata nell’autunno di quest’anno.

M ha come fondamenta su cui poggiare il nuovo edificio della mobilità due decenni di raccolta dati ed esperienza sul campo di Sunfleet: la società che ha iniziato tra le prime ad operare nel mondo del car sharing, ha oggi 1.700 vetture e sarà presto integrata in M.

Ma la marca del gruppo cinese Geely Zeejiang ci tiene molto a sottolineare che non solo di quello si tratta, ma di organizzare e spingere la mobilità on demand in grado di dare accesso a vetture e servizi.

Per arrivare al debutto previsto in Svezia e negli Stati Uniti nella primavera del 2019, gli esperti vogliono poter offrire in un solo strumento sia il noleggio free-floating convenzionale sia, e all’apparenza a questo paiono pensare ancora di più, servizi personalizzati.

Dopo tutto stiamo parlando del gruppo che, sia sotto l’insegna Volvo Cars, sia sotto l’insegna della startup “cugina” Lynk&Co. vuol vendere l’abbonamento all’auto come quello allo smartphone.

La ragione di vita di M è anche nell’assecondare il superamento della visione dell’auto come un oggetto che si possiede, ed il business plan proprio su questo il numero uno svedese Håkan Samuelsson vuole che sia basato.

Secondo quello che ha dichiarato nella nota stampa il manager al vertice della divisione mobilità Bodil Eriksson, la destinazione di M dovrà essere superare gli attuali servizi, che a suo parere sono solo un’alternativa ai taxi o ai mezzi pubblici.

In realtà, viene da obiettare, per arrivare tra i protagonisti in quello scenario prossimo venturo non pare ormai più sufficiente essere presenti nell’offerta di auto. Fino ad ora l’automobile ha prosperato sulla spinta della possibilità che assicurava di portare chiunque ovunque.

Questo, contando sulla sola automobile, nelle metropoli attuali pare sempre meno possibile. Così, proprio là dove si concentreranno i maggiori ricavi futuri, sembra destinata al successo la mobilità capillare in grado di portare dovunque si debba o voglia andare.

Più si avranno ambizioni di ottenere un fetta di quella torta e più l’offerta dovrà integrare non solo l’auto, ma trasporto pubblico e/o veicoli come bici o scooter elettrici. Quando farete una acquisizione in questi settori, manager di M?


Credito foto di apertura: ufficio stampa Volvo Car Italia