AUTOMAZIONE

La flotta Intel di 100 auto a guida autonoma è solo la punta dell’iceberg

Nei sistemi di guida autonoma di Livello 4 SAE si riverseranno l’esperienza ed i dati acquisiti dai sensori Mobileye su quindici milioni di auto

Il colosso dei chip Intel ha appena completato l’acquisizione di una delle società superstar delle nuove tecnologie, Mobileye, alla quale affiderà da qui a fine anno lo sviluppo e la gestione di una flotta sperimentale di circa cento automobili che metteranno alla prova sistemi di guida autonoma di Livello 4 SAE su strade aperte al pubblico in cui ciò è consentito negli Stati Uniti, in Europa ed in Israele.

Può essere opportuno ricordare che il Livello 4 SAE (alta automazione) è il secondo e più elevato di una scala dell’autonomia che ne conta cinque. In questo caso i sistemi di bordo sono inequivocabilmente responsabili (anche legalmente) di pilotaggio e monitoraggio in ogni tragitto. Si esclude che chi sta seduto al posto di guida possa più o meno repentinamente essere richiamato a controllare la guida in certe situazioni (il che può capitare col Livello 3 SAE).

Il Livello 4 presuppone che ci siano sul veicolo i comandi necessari per consentire al proprietario, se lo desidera, di escludere i computer e guidare alla vecchia maniera. Questa opzione è qualcosa che si suppone non sarà possibile col Livello massimo: il 5 SAE, in cui le auto assomiglieranno in tutti i sensi agli shuttle autonomi di Navya o Easy Mile.

L’israeliana Mobileye guiderà il programma di sviluppo di questa flotta portando il suo esteso know-how riguardante le tecnologie di mappatura intelligente, visione computerizzata e fusione dei dati raccolti dai sensori, mentre Intel fornirà coi suoi chip l’hardware necessario per processare la mole di dati, dati che passeranno dal cloud gestito dagli americani tramite i suoi sistemi di comunicazione avanzati 5G.

I rapporti esistenti tra Intel, Mobileye e BMW Group faranno sì che un congruo numero di auto tedesche siano incluse, se quanto anticipato al CES di Las Vegas lo scorso gennaio sarà confermato dovrebbero essere una quarantina circa.

Peraltro l’amministratore delegato e fondatore di Mobileye Amnon Shashua ci tiene a precisare quanto sia importante la diversità sia dei contesti di guida (per condizioni meteo o di intensità di traffico) sia dei modelli a bordo dei quali i sistemi saranno montati per far progredire rapidamente il progetto.

Nella nota stampa Shashua spiega infatti che “realizzare automobili e sottoporle a collaudo in condizioni di vita reale fornisce feedback immediato ed accelererà il perfezionamento di tecnologie e soluzioni per veicoli altamente e pienamente autonomi”.

Quello che dovrebbe essere chiaro a chi legge la notizia dell’imminente arrivo della flotta di auto coi sistemi Mobileye, è che queste cento auto non saranno sulle strade ed autostrade a raccogliere ed elabore software e tecnologie da trasferire sulle auto del futuro. Questa flotta Intel è sperimentale nel senso che è la punta emergente di un gigantesco iceberg.

Ci sono oggi in circolazione circa quindici milioni di auto che montano a bordo i sensori Mobileye. Con la pazienza di formiche operaie identificano automobili, persone, semafori, oggetti di ogni tipo, tracciando mappe che si aggiornano ogni minuto, con sole o pioggia, di notte o all’alba.

La tecnologia della visione delle camere Mobileye è un ciclopico outsourcing della raccolta di dati per migliorare i sistemi ed aggiornare le mappe tridimensionali gestite dalla piattaforma REM, Road Experience Management. 

Quello che sta per accadere è che nelle cento auto della nuova flotta Intel andrà a finire il distillato di questa costante e continua esperienza affinata dai sensori in azione ogni giorno sulle strade. L’ulteriore distillato di quel già eccellente distillato promette di essere un… liquore di notevole successo.


Credito foto di apertura: sito internet Mobileye